Cecilia Sala e l’arresto a Teheran il 19 dicembre
Cecilia Sala è una stimata giornalista italiana di 29 anni che è stata arrestata a Teheran lo scorso 19 dicembre mentre svolgeva il suo lavoro con un regolare visto giornalistico. Cecilia si è sempre distinta per la sua capacità di raccontare eventi complessi con profondità e chiarezza: dalla crisi in Venezuela alle proteste in Cile, dalla caduta di Kabul alla guerra in Ucraina. Anche stavolta la sua presenza a Teheran era legata a motivi di lavoro e ancora non sono chiare le motivazioni della sua detenzione nel carcere di Evin, noto alla cronaca per ospitare prigionieri politici e dissidenti.
Perché è stata arrestata Cecilia Sala?
Le autorità iraniane hanno dichiarato che Sala è accusata di “violazione delle leggi della Repubblica islamica“, senza che però siano stati forniti dettagli sulle presunte infrazioni.
Il suo arresto è avvenuto pochi giorni dopo la detenzione in Italia di Mohammad Abedini, un ingegnere iraniano arrestato all’aeroporto di Malpensa su mandato degli Stati Uniti, accusato di fornire componenti per droni all’Iran. Una coincidenza, questa, che ha sollevato ipotesi su un possibile legame tra i due arresti, suggerendo che l’Iran potrebbe utilizzare la detenzione di Sala come leva diplomatica. L’Iran ha una storia di detenzioni di giornalisti e cittadini stranieri, spesso accusati di violare leggi sulla sicurezza nazionale o altre normative, senza che vengano chiarite le accuse precise. Come avvenuto in passato, anche in questo caso le informazioni disponibili non entrano nel dettaglio di quali reati si sarebbe macchiata Cecilia Sala.
La situazione attuale
Il governo italiano ha espresso profonda preoccupazione per la situazione, convocando l’ambasciatore iraniano a Roma e richiedendo l’immediata liberazione della giornalista, oltre a garanzie sulle sue condizioni di detenzione. Sala ha potuto comunicare brevemente con la famiglia, rassicurandoli sulle sue condizioni di salute, ma ha descritto le difficili condizioni nel carcere, inclusa la detenzione in isolamento.
La comunità internazionale e le organizzazioni per la libertà di stampa stanno monitorando attentamente la situazione, esprimendo preoccupazione per l’uso di arresti di giornalisti come strumenti di pressione politica.
Quali sono le leggi fondamentali della Repubblica Islamica dell’Iran
Le leggi fondamentali della Repubblica Islamica dell’Iran si basano sulla Costituzione del 1979, che è stata redatta e approvata dopo la rivoluzione islamica guidata dall’Ayatollah Khomeini. La costituzione è un documento che combina principi democratici con norme religiose basate sull’Islam sciita. Ecco i principali aspetti e leggi fondamentali:
Il principio del Velayat-e Faqih (Tutela del giurista islamico)
Il sistema politico iraniano è una teocrazia in cui il Leader Supremo (Velayat-e Faqih) ha un ruolo centrale. È la massima autorità politica e religiosa del Paese e supervisiona le principali istituzioni dello Stato.
La legge islamica (Sharia)
Tutte le leggi e i regolamenti devono essere conformi ai principi della Sharia (legge islamica). Il Consiglio dei Guardiani è responsabile di verificare che ogni nuova legge approvata dal Parlamento sia compatibile con la religione islamica.
I diritti e i doveri dei cittadini
La Costituzione garantisce alcuni diritti fondamentali, come il diritto al lavoro, all’istruzione e alla proprietà privata, ma sempre entro i limiti imposti dalla legge islamica. Vi sono restrizioni significative sulla libertà di espressione, di stampa e di associazione, che devono rispettare i valori religiosi e morali.
Ruolo della religione
L’Iran è ufficialmente una Repubblica Islamica e la religione di Stato è l’Islam sciita duodecimano.
Altre minoranze religiose, come cristiani, ebrei e zoroastriani, sono riconosciute e hanno diritti limitati, ma non possono svolgere attività che siano contrarie all’Islam.
Il Consiglio dei Guardiani
Questa istituzione è composta da sei giuristi islamici nominati dal Leader Supremo e sei giuristi nominati dal Parlamento. Il consiglio ha il potere di bloccare le leggi non conformi alla Sharia e di approvare i candidati alle elezioni politiche.
Il sistema legislativo
L’Iran ha un Parlamento (Majles) eletto dal popolo, ma le sue decisioni devono essere approvate dal Consiglio dei Guardiani. Esiste anche un’Assemblea degli Esperti, composta da religiosi, che ha il compito di eleggere il Leader Supremo e può, in teoria, rimuoverlo.
Politica estera
La Costituzione stabilisce che l’Iran deve sostenere le lotte di liberazione dei popoli oppressi, un principio che guida la politica estera iraniana soprattutto verso i Paesi musulmani.
Codice penale
Il codice penale iraniano è basato sulla Sharia e prevede pene severe, come la lapidazione, l’amputazione, la flagellazione e la pena di morte, per reati quali adulterio, omosessualità, blasfemia e apostasia.
Ruolo della donna
Le donne hanno diritti limitati rispetto agli uomini. Sono soggette a regole rigorose in ambito familiare, lavorativo e nell’abbigliamento (ad esempio l’obbligo di indossare il velo).
Libertà di stampa e censura
La stampa è sottoposta a controlli stringenti. È vietata la pubblicazione di contenuti ritenuti contrari alla morale islamica o critici nei confronti del governo e del Leader Supremo. Questi principi e leggi fondamentali definiscono il quadro giuridico e politico dell’Iran e regolano la vita dei cittadini in tutti gli ambiti, dalla sfera personale a quella pubblica.
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