Calabria. Sanità, 77 milioni a Milano e conflitti d’interesse. Avvisi di garanzia confermati e finalmente spunta Potestio: 3 milioni di fatturato in più grazie a Occhiuto


Il boss della sanità privata calabrese Potestio a spasso con Occhiuto e i suoi scagnozzi


di Gianfrancesco Turano

Fonte: L’Espresso

Che il caso Calabria sia diventato di livello nazionale, dopo l’inchiesta de L’Espresso, si è visto in Senato alla fine dello scorso novembre, quando la proposta del forzista Claudio Lotito di inserire una manleva sulla regolarità dei bilanci delle aziende sanitarie è stata bocciata dall’alleato leghista. I cronisti hanno parlato di ripicca per un precedente dissapore intergovernativo sul canone Rai. In questa logica si potevano evocare in modo più puntuale e personale le critiche di Roberto Occhiuto, presidente berlusconiano della Regione, all’autonomia differenziata cara a Matteo Salvini. Fatto sta che la sanità, soprattutto nel Mezzogiorno, rimane un tallone d’Achille anche quando non emergono scandali finanziari come quelli delle Asp calabresi. La costante migrazione dei pazienti verso il Centro-Nord continua ad aumentare e, secondo la Corte dei Conti, la Regione è ultima per spesa pro capite nel settore con 1.740 euro contro una media nazionale di 2.140 euro. 

In quanto commissario straordinario alla sanità, prima voce di bilancio della spesa pubblica in Calabria, Occhiuto deve affrontare in prima persona la tempesta che ha colpito sia l’Asp della sua Cosenza sia l’Asp di Reggio per i rimborsi facili a BFF, banca specializzata in factoring con sede a Milano. Chiamato in Consiglio a rispondere di circa 77 milioni di euro girati a gran velocità negli ultimi giorni del 2023 a BFF, Occhiuto ha difeso l’operato dei suoi amministratori aggiungendo un disclaimer poco rassicurante: “Ho fiducia nelle persone che ho scelto, ma sono pronto in ogni momento a riconoscere la responsabilità di chi dovesse rivelarsi come un funzionario infedele”. Insomma, chi ha sbagliato pagherà. Alcuni hanno letto nella frase un riferimento al manager dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano. Il dg ha difeso il suo operato dicendo che le transazioni con BFF hanno consentito un risparmio di parecchi milioni all’azienda. La pensa diversamente la procura che ha mandato quattro avvisi di garanzia. 

In effetti, le Asp avevano come punto di riferimento ultimativo per i pagamenti l’ultimo giorno del 2023 in base alla legge sulla circolarizzazione. Se però si va a cliccare fra le migliaia di documenti pubblicati sul sito regionale dell’amministrazione trasparente, si nota la presenza di fatture pagate lo stesso giorno della scadenza, ma effettivamente risalenti a diversi anni prima. La modalità non solo è controversa, ma apre pure un fronte sulle retribuzioni, visto che la premialità – in altre parole i bonus variabili per i dirigenti – è legata all’indice di tempestività nei pagamenti.

I due fronti dell’inchiesta. quello milanese e quello cosentino. hanno in comune la Guardia di finanza che, con reparti diversi, svolge i ruoli potenzialmente antagonistici di polizia giudiziaria e di garante del buon operato dei dirigenti calabresi su richiesta di Occhiuto.
Negli scorsi giorni, la magistrata della Procura di Cosenza Marialuigia D’Andrea ha convocato e ascoltato per ore alcuni whistleblower (spifferatori di “segreti, ndr) dell’Asp locale. In particolare, l’ufficio legale preposto al contenzioso aveva denunciato pagamenti non dovuti a BFF sia per la quota capitale sia, a maggior ragione, per gli interessi nel corso degli anni. Si parla di decine di milioni di euro visto che i tassi applicabili per gli oneri finanziari non scendono sotto il 12 cento l’anno con una redditività da suscitare invidia nello speculatore più incallito. Gli interessi passivi sono stati applicati anche sui 25 milioni di euro di fatture che andavano pagate perché così aveva sentenziato il tribunale del capoluogo silano.

Un altro punto toccato durante i colloqui fra magistratura e persone informate dei fatti riguarda Proxima Italia, l’azienda di auditing esterna che, come aveva rivelato L’Espresso, vede fra i suoi soci un dipendente della Regione. Proxma é stata costituita apposta per valutare il fondo rischi per il contenzioso, cioè quello stesso fondo rischi speso in larga parte per la transazione con BFF del dicembre 2023. L’ex Banca Farmafactoring, guidata da Belingheri, è un istituto che acquista a sconto crediti problematici da aziende bisognose di chiudere le loro partite contabili con la pubblica amministrazione.

La Gazzetta ufficiale del febbraio 2021 riporta un elenco sterminato di aziende sanitarie sull’intero territorio nazionale esposte nei confronti dell’allora Bff-Farmafactoring. Secondo voci non confermate, il nucleo valutario della Gdf di Milano avrebbe allargato il suo esame ad altre realtà al di fuori della Calabria, in particolare al Molise.

Ma ci sono altri fronti che possono creare problemi al presidente Occhiuto.
L’Asp di Reggio diretta da Lucia Di Furia è sotto esame per avere inserito nella transazione BFF fatture degli anni Novanta che dovrebbero essere già state liquidate durante la gestione dell’ex sindaco di Reggio Calabria ed ex presidente regionale Giuseppe Scopelliti.

“Il meccanismo che avevo scoperto durante il mio incarico – dichiara Santo Gioffré, ex commissario straordinario dell’azienda sanitaria reggina processato e assolto per la grstione contabile da lui stesso denunciata – consisteva nel pagare le forniture attraverso la tesoreria centrale. É stato quindi necessario ricostruire tutti i pagamenti fattura per fattura. con mandati che risalivano al 1996 e non avevano pezze d’appoggio. Poi nel 2022 si è inserito il factorinq con il risultato che alcune prestazioni sono state pagate prima al debitore e poi di nuovo al factoring. Peraltro a me risultano liquidazioni all’Asp di Reggio per 46,3 milioni di euro, superiori alla cifra indicata da L’Espresso.

Altro elemento di polemica, sollevato dal consigliere d’opposizione Giovanni Muraca viene dal contratto triennale da 100 mila euro totali firmato con l’Università Politecnica delle Marche dove lavora il marito della dirigente Di Furia, Raffaele Giorgetti. “Ci risulta – dice Muraca – che avrebbe guidato anche corsi di formazione”.

Nel ginepraio della sanità calabrese si tratta del primo possibile conflitto di interesse. ln provincia di Cosenza, il gruppo privato in convenzione Anmi  (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi, sic… ndr) continua a guadagnare spazio nelle attività un tempo svolte dalle strutture pubbliche. Anmi è un centro diagnostico controllato da Carmine Potesto e Michele Di Tommaso e presenta profitti stabili con ricavi in crescita dai 2.9 milioni di euro 2020 ai 5.7 milioni di euro 2023.

Occhiuto e il boss della sanità privata a Corigliano-Rossano, Carmine Potestio

Sia il presidente della Regione sia il fratello maggiore Mario. senatore di Forza Italia, sono stati soci di Potestio nella Biofin, una società di brokeraggio assicurativo chiusa nel 2007.

Mario Occhiuto e Carmine Potestio

Potestio è stato anche capo di Gabinetto di Occhiuto senior quando era sindaco di Cosenza e suo socio in Ofln. A maggio 2023 Mario Occhiuto è stato condannato a tre anni e mezzo per la bancarotta Ofln. Le udienze di secondo grado inizieranno a marzo 2025 davanti alla corte d appello di Catanzaro.

 



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