Latini: ‘Non siamo gli untori. Riunire il mondo civico con un nuovo progetto£

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Dino Latini, ex sindaco di Osimo e fondatore del movimento civico negli anni ’90, lo ha dichiarato chiuso ma sui social in realtà è molto attivo e il 17 gennaio ha indetto un aperitivo coi militanti. E’ un raduno per fare una conta e ripartire?
«L’apericena doveva essere fatta a settembre per ringraziare coloro che ci avevano sostenuto in campagna elettorale, poi la rinviammo per l’alluvione. Il Movimento è stato chiuso il 7 novembre perché c’era la proposta di fare un gruppo unico civico in consiglio che poi non si fece. Tutte le attività come le riunioni in sede sono state fermate».

Ma su Facebook le sue Liste scrivono molto.
«Per rispondere ai tanti attacchi che ci arrivano o per dire la nostra sui progetti per i quali siamo stati chiamati in causa o ci eravamo espressi in consiglio. Continuiamo ad esserci per le cose che hanno fatto parte della nostra storia. L’attività del movimento riparte solo quando riprenderanno le riunioni settimanali, gli incontri sociali e le iniziative di volontariato che facevamo un tempo».

Torniamo alla crisi politica che si è innescata nell’amministrazione Pirani, la vulgata popolare è che lei abbia fatto cadere il sindaco Pirani portandolo allo stremo per la mancanza di numeri in consiglio comunale. Ha tirato troppo la corda?
«Su 14 Consigli solo 2-3 non sono partiti per mancanza di numero legale, c’era la necessità di un accordo di programma diverso dall’amministrazione precedente e su questo Pirani non ci dava risposta, si è irrigidito e a quel punto ci siamo allineati, l’unica delibera votata contro è l’aumento Tari che non era nel programma».

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Ma le linee programmatiche da votare subito dopo l’insediamento sono state invece rinviate molte volte per evitare lo strappo…
«Si perché erano diverse da quello che si faceva in amministrazione, come su Tari, gestione acqua, biometano, antenne. Il programma non era più quello presentato agli elettori».

I suoi oppositori evidenziano alcune anomalie però, la prima: il gruppo consiliare Liste civiche storiche sull’Aventino ma i suoi tre assessori rimasti regolarmente in giunta fedeli a Pirani, doppio gioco o cosa? E’ vero che lei aveva chiesto a Bordoni, Sabbatini e Strappato di dimettersi per essere coerenti col movimento civico?
«La giunta fu nominata con l’impegno di garantirci sulle linee programmatiche ma poi non è stato fatto. Non si sono dimessi perché in riunione a metà agosto la maggioranza dei militanti volevano restare in giunta ma con appoggio esterno in consiglio fino ad un accordo programmatico che rispettasse i 10 anni di battaglie all’opposizione, che poi non si è raggiunto».

Altra accusa: i tre consiglieri comunali che formavano con lei il gruppo dissidente erano legati al suo ruolo da presidente del consiglio regionale, con incarichi remunerati in Regione direttamente a loro o ad affini, insomma, se li era “comprati” dicono…
«E’ riduttivo pensare che la crisi a Osimo è sorta per questo, io volevo dimettermi dopo il primo consiglio, non ho obbligato nessuno, Monteburini ad esempio era già fuori dalla Regione, l’intesa nel gruppo è nata su un programma da far rispettare».

L’ex sindaco Pirani ha lanciato tante bordate nei suoi confronti dopo le dimissioni: la più grave forse è che si è ritrovato a pagare da solo l’intera campagna elettorale della coalizione da quasi 40mila euro… che c’è di vero?
«Nulla, il salvadanaio era tenuto da un committente responsabile, Pirani poteva controllare ogni movimento, è stato lui a luglio, presentato il saldo, a voler pagare tutto senza obiezioni, ma io sono ancora disponibile a fare la mia parte se necessario».

Veniamo ad oggi: il mondo civico mai così lacerato, gli antonelliani ancora sul piede di guerra, e anche al vostro interno ci sono dinamiche poco chiare, come su Sabbatini e Simoncini e l’incompatibilità che serpeggia anche sui social tra Giacchetti e Bordoni.. come si riparte in questo scenario?
«Vedo che nel mondo civico c’è volontà di riunione escludendo il gruppo storico legato a me, mentre io la metterei più su un piano politico, ritrovando unità su un nuovo progetto perché quello che era stato messo in piedi è fallito. Bisogna credere in un programma alternativo al centrosinistra e attuarlo, non prendere solo il potere al posto del centrosinistra come dimostrato in questi mesi. Serve un federatore e il massimo del rispetto, che è mancato con l’apparentamento a giugno».

Ed i nomi citati?
«Parlo per la parte che conosco, non degli antonelliani quindi, anche se vedo che anche lì ci sono dei problemi. Per la parte che conosco è indubbio che le difficoltà segnalate dalle persone sono per quelli che erano in amministrazione, come se la caduta del sindaco fosse causata da noi, mentre lui ha perseguito come un piccolo Nerone sulle dimissioni a costo di bruciare la città e due generazioni di politici, questo dà adito ad amarezze e distinguo come per Sabbatini e Simoncini. Non so cosa faranno, certo che se si vuol far ripartire un progetto civico bisogna iniziare dal rispetto. Il movimento non è un tram sul quale salire e poi scendere a piacimento, usarlo per ottenere incarichi e poi uscirne quando non fa più comodo».

Ha annunciato la sua fedeltà al centrodestra in Regione, sarà così anche ad Osimo? Scatterà una nuova alleanza tra il suo gruppo e i partiti di quell’area?
«Me lo auguro, è l’unica opportunità di essere alternativa vera al centrosinistra e stralciare questa parentesi così negativa, se questo non sarà, perché mi pare che si voglia escludere le nostre civiche, vedremo cosa fare»

Ad esempio presentarvi a giugno con un proprio candidato a sindaco?
«Non lo so ancora, ma continueremo a fare politica, anche senza incarichi. Pensano che siamo gli untori ma non potevamo rinunciare ai nostri valori e diritti pur di restare al potere. Chi non condivide questo e vuole escluderci, bene, anzi male, auguri. Speriamo che ci riescano da soli a vincere, noi valuteremo».

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Latini cosa vorrà fare in futuro? Potrebbe essere di nuovo candidato a sindaco?
«No, assolutamente, io non mi aspettavo questa situazione, sono ancora stordito, ho lavorato sempre per far vincere Pirani, per me pensavo ad un ruolo di gregario, ma poi l’amara verità è che si voleva tutti tranne noi».

Punterà di nuovo alle regionali?
«Se non ci sono le condizioni su Osimo non ci sono nemmeno sulla Regione, ed oggi non le vedo».

Se Pirani decidesse di ricandidarsi a sindaco lei escluderebbe una nuova intesa?
«Non escludo mai nulla a priori ma poi rischiamo che ci lasci per la terza volta dimettendosi perché non si fa come dice lui? Fin da subito aveva minacciato di dimettersi, non lo ha fatto perché portato allo stremo, ha lasciato la città abbandonata per giochi personali».

Avete scritto sui social che i progetti in attesa di appalto come Museo del Covo, scuola di Campocavallo e PalaScherma non sono a rischio come sotiene invece l’ex sindaco Pugnaloni e che nel 2025 il bilancio comunale non prevede aumenti di tasse, avete incontrato la commissaria prefettizia che vi ha assicurato tutto ciò?
«No, la commissaria Branza l’ho solo passata a salutare appena insediata ma le rassicurazioni le forniscono gli atti, almeno sui progetti pronti da appaltare, sono troppo avanti. Sulle tasse a bilancio invece sono solo notizie che ci sono giunte dal Comune, attendiamo la conferma ufficiale che scongiuri aumenti su scuolabus e mense come si paventava nei mesi scorsi».



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