Il nuovo anno si è aperto fra molte preoccupazioni per l’amministrazione di Cuorgnè così come per le amministrazioni comunali in genere. Dopo la boccata d’ossigeno arrivata dai fondi del PNRR e l’allentamento – in seguito alla pandemia – dei lacci che impedivano agli enti locali di gestire i bilanci con una certa libertà d’azione, si torna ai vecchi, collaudati e fallimentari criteri: contenimento delle spese a tutti i costi (senza badare al tipo di spesa), fondi statali che non arrivano, riduzione dei margini di manovra. Per non citare l’ appesantimento delle incombenze burocratiche.
A causa dei tagli, tutta una serie di lavori di efficientamento e di ammodernamento verranno sospesi, per altri si procederà solo se indifferibili. I costi dei servizi aumentano costantemente e solo con molta fatica è stato possibile mantenere invariate le tariffe: il quadro tracciato dal sindaco Giovanna Cresto nella seduta di consiglio del 18 dicembre è stato abbastanza desolante.
“Avremo – ha detto – una spending informatica di 12.800 euro tanto per il 2024 che per il 2025. E fin qui si tratta di cifre sostenibili. Il problema serio sarà costituito dalla Spending Rewieu che prevede il trattenimento di fondi che avrebbero dovuto esserci trasferiti. Le quote a nostro carico sono di 37.580 per il 2024; di 37.085 per il 2025; di 34.990 per il 2026; di 33.548 per il 2027. C’è di più: dal 2025 al 2029 dovremo accantonare un fondo – finanziato con risorse correnti – che rimarrà immobilizzato. Se concluderemo l’anno senza disavanzi, in quello successivo sarà possibile utilizzarlo per effettuare investimenti; se invece ci dovesse essere un disavanzo servirà a ripianarlo. Non sappiamo se sia stato istituito perché a livello centrale si sono accorti che i comuni sono tutti in grandi difficoltà (i ministeri continuano a non erogare i fondi del PNRR e gli altri finanziamenti!). Fatto sta che magari quella somma, disponibile dal 2026, a noi sarebbe servita nel 2025! Per ora non abbiamo notizia sul suo ammontare ed infatti non potremo inserire l’importo a bilancio: lo dovremo fare in seguito”. Rispetto a questo fondo, ha commentato>: “Devi accantonare una somma prestabilita e non per spese specifiche ma in modo generico. In questo modo lo Stato si sostituisce alla volontà dell’ente!”.
Giovanna Cresto sindaco di Cuorgnè
Anche le luci votive dei cimiteri devono essere efficienti
Sembrerebbe uno scherzo ma non lo è. Quale impatto può avere, sul bilancio di un comune, la gestione delle luci votive nei cimiteri? A rigor di logica si potrebbe ritenere la questione d’importanza secondaria ma è vero il contrario: le luci votive rientrano tra i “servizi pubblici locali di rilevanza economica” per i quali dal 2023 i comuni con più di 5.000 abitanti devono predisporre una relazione per rilevarne “il concreto andamento economico, l’efficienza, la qualità del servizio, il rispetto degli obblighi indicati nel contratto di servizio”.
Questa importante innovazione legislativa era passata finora inosservata ai cuorgnatesi ma chi di loro ha seguito l’ultima seduta di consiglio del 2024 adesso lo sa: lo ha appreso direttamente dal sindaco che – con un’inevitabile intonazione ironica – ha spiegato come a Cuorgnè tali servizi comprendano “le luci votive, gli impianti sportivi, il Polo Museale”. Al profano sfugge il nesso fra le ultime due voci (la cui rilevanza economica, sociale e culturale è indiscutibile) e la prima (che appare piccola piccola) ma tant’è: gli uffici del Comune, cronicamente carenti di personale, devono affidare a qualcuno dei dipendenti questa vitale ricognizione. In fondo i cimiteri cittadini sono tre: quello del capoluogo, quello di Salto, quello di Priacco. Hanno problemi seri, con infiltrazioni d’acqua e pezzi d’intonaco che cadono a terra ma allo Stato centrale interessa verificare che la gestione delle luci votive sia efficiente.
“Il Decreto Legislativo è del 2022 – ha detto rassegnata Giovanna Cresto – ed è in vigore dal 2023. La relazione verrà pubblicata sul nostro sito ed inviata all’ANAC. Anche in questo caso, dai 5.000 abitanti in su, tutti i comuni sono considerati uguali…”.
Irpef ed Imu restano invariate
Nel 2025 Addizionale IRPEF ed I.M.U. restano invariate per i cittadini di Cuorgnè.
Per l’IRPEF viene confermata l’aliquota dello 0,70% con soglia di esenzione ad 8.000 euro ed un introito quantificato in 1.022.000 euro. “E’ dal 2019 che non subisce variazioni – ha dichiarato il sindaco Giovanna Cresto in consiglio comunale – Più volte, nel corso dell’anno, abbiamo avuto il dubbio se aumentarla dato che sono lievitati tutti i prezzi. Tuttavia, con una serie di ricerche per capire come andare ad affrontare questa situazione, siamo riusciti a non farlo perché non ce la sentivamo. Abbiamo cercato di razionalizzare ancora di più le spese, per quanto possibile”.
Anche l’IMU resta invariata. Il gettito previsto è di 5.000 euro per abitazioni principali e pertinenze; di 2.170.000 euro per gli altri fabbricati.
Riguardo all’I.M.U. c’è tuttavia una novità, che non dovrebbe avere ripercussioni sui contribuenti. Di cosa si tratti lo ha spiegato la stessa Cresto. “E’ il primo anno in cui sarà obbligatorio applicare il prospetto elaborato dal MEF in modo che le tabelle siano omogenee in tutt’Italia. Non era così. Da un lato viene limitato il potere impositivo dei comuni; dall’altro si semplificano le cose per i contribuenti che possiedono immobili in località differenti. Per i cuorgnatesi cambia poco in quanto già in precedenza utilizzavamo queste aliquote ma non era così dovunque”.
Dall’opposizione Danilo Armanni – che non aveva partecipato alla seduta precedente perché impegnato come relatore in un convegno sull’Autonomia Differenziata – ha colto l’occasione per “esprimere il profondo disagio causato dal legiferare schizofrenico” che si ripercuote negativamente soprattutto sui Comuni e del quale le vicende dell’Autonomia Differenziata rappresentano un esempio eclatante. “Da più parti – ha detto – il contenuto di questa legge viene definito come una scatola vuota visto che per applicarla occorrerebbe definire i Livelli Essenziali di Protezione, cosa finora mai avvenuta: eppure avrebbe dovuto essere fatto nel 2001! Le norme sul Federalismo Fiscale però ci stanno portando ad esporci nei confronti dei cittadini per somme che oltretutto non restano tutte a noi. Questo discorso dei prospetti fiscali credo sia un’anticipazione di quello che si farà con i L.E.P. La faccia dovranno mettercela gli enti locali !”.
Mense scolastiche, i costi sono lievitati
Restano invariati per gli utenti cuorgnatesi i costi delle mense scolastiche ma solo perché il Comune ha deciso di accollarsi il peso degli aumenti.
“Abbiamo avuto grandi difficoltà a mantenere ferme le quote a carico delle famiglie – ha spiegato il sindaco durante l’ultimo consiglio comunale – perché tutte le spese del servizio sono aumentate in modo considerevole. Si continuerà a pagare per ogni pasto dai 3 ai 5 euro e mezzo (quest’ultima tariffa riguarda i nuclei con ISEE superiore ai 18.000 euro) ma il braccio di ferro con la ditta fornitrice delle derrate si è protratto per tutta l’estate: chiedeva un rincaro molto pesante, poi ci siamo accordati su un leggero aumento ed abbiamo prolungato l’appalto fino al termine dell’anno. La scadenza sarebbe stata ad inizio 2025 e ci saremmo trovati in grande difficoltà! Inizialmente erano state presentate due domande ma poi l’altra società si era tirata indietro”. Ha quindi proseguito: “Il sistema del <pasto crudo>, con derrate fornite da una ditta specializzata per poi essere cucinate dal personale del Comune, sta diventando insostenibile per le aziende. Più nessuno vuole effettuare questo servizio: si preferisce fornire il pasto già cotto, pronto, che ha costi inferiori. In tre anni, dal 2021 ad oggi, siamo passati da 2,25 euro a 3,24. Essendo aumentate anche le altre spese, il <pasto finito> ci viene oggi a costare 7,17 euro contro una tariffa massima di 5,50: le tariffe coprono infatti solo il 66% dei costi. Potrebbe essere l’ultimo anno senza aumenti anche se mi auguro che non sia così. Non possiamo nemmeno puntare sul recupero dell’evasione perché non è molta, visto che gli uffici sollecitano più volte il pagamento”.
Guardando alla matematica, si potrebbe pensare che il sistema del <pasto pronto > sia migliore. C’è però da augurarsi, per il benessere dei giovani utenti, che l’attuale sistema possa proseguire: un pasto fresco, cucinato sul momento, non ha nulla a che vedere con quelli già preparati. E’ questo uno dei casi in cui vale la pena far passare il risparmio in secondo piano.
Opere pubbliche rinviate “sine die”
Con i tagli ai fondi destinati ai Comuni, molti lavori pubblici verranno rinviati sine die o depositati nel dimenticatoio. E’ quanto si è appreso nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Cuorgnè, dedicato all’approvazione del Bilancio.
“Non ci saranno più – ha detto il sindaco Cresto – i 70.000 euro dell’efficientamento energetico perché nessuno si è preso la briga di riproporre questa misura, rimasta in vigore dal 2020 al 2024 e che rappresentava una boccata d’aria per tutti i comuni. Con quei soldi (70.000 euro era la somma spettante ai centri compresi fra i 5.000 ed i 10.000 abitanti) avevamo cominciato a cambiare gli infissi del palazzo municipale. Nel 2024 – pur sapendo che erano gli ultimi – abbiamo invece preferito utilizzarli per la messa in sicurezza della Scuola Primaria <Aldo Peno>. Gli infissi attenderanno…”.
Oltre ai finanziamenti aboliti, ce ne sono altri che dovrebbero arrivare dal governo centrale ma chissà quando: “Siamo in grandi difficoltà con la nuova scuola media perché i costi sono aumentati di 817.000 euro. Dovrebbero pervenirci dal Fondo per il Rincaro Prezzi: li abbiamo chiesti in tutte le tranche disponibili ma i decreti arrivano con grande ritardo, fai la domanda e nessuno ti dice se sei stato ammesso e quando. Ti devi arrangiare per capirlo ma non si sa come effettuare la ricerca e ci è capitato di essere superati da comuni che avevano presentato la domanda dopo di noi. Adesso dovrebbe arrivare una tranche da 248.000 euro ed ovviamente non basterà: la ditta ha il diritto di chiedere i soldi e noi non abbiamo le risorse per pagarla. E’ stata molto collaborativa ma giustamente ci ha fatto rilevare che questo discorso lo fanno tutti i comuni e loro lavorano solo per gli enti pubblici!”.
Lavori per i danni da maltempo
Sono tanti a Cuorgnè i lavori – iniziati o da iniziare – che si sono resi necessari per rimediare ai danni causati dal maltempo tra la primavera e l’inizio dell’estate 2024. In sede di esame del Bilancio, il sindaco ha tracciato un quadro della situazione cominciando dal Palazzo Comunale: dopo le piogge di maggio, l’ala prospiciente Via Nigra – dove si trova anche la sala consiliare -era stata dichiarata inagibile. “Dalla Regione – ha spiegato il sindaco – attendiamo l’arrivo di 300.000 euro per la messa in sicurezza. Stiamo procedendo con i lavori di somma urgenza, cercando di fare il minimo indispensabile per la quota già coperta. La sala polivalente al pianterreno è tornata utilizzabile, la sala consiliare sovrastante no anche perché ci sono i tiranti. Questo stato di cose impedirà l’effettuazione dei lavori su Via Nigra e Via Famiglia Ruatti, compresi nel 2° lotto di Via Arduino. Era sembrato che si potesse procedere ma l’ingegnere li ha subordinati all’assenza di vibrazioni. Impossibile effettuare lavori di quel tipo senza provocare vibrazioni! Sposteremo quei fondi su un’altra area, già individuata”.
Altri guai causati dal maltempo, questa volta dalla violentissima grandinata del 29 giugno, riguardano le coperture di vari edifici di proprietà comunali. Il sindaco ha comunicato che dalla Regione è arrivata conferma dell’arrivo di 100.000 euro per il 2025 ed ha dichiarato: “Avevamo ritenuto, seppur con qualche timore, di fare subito un Provvedimento di Somma Urgenza. Si è trattato di una scelta appropriata perché così siamo stati inseriti fra i beneficiari mentre altri comuni qui intorno, che non si erano mossi subito, non hanno ottenuto nulla, I lavori sono praticamente stati fatti tutti, anticipando noi le spese: del resto non si poteva aspettare a sostituire le innumerevoli tegole rotte sui tetti delle scuole. Resta ancora da sistemare buona parte del palazzo comunale; siamo solo intervenuti sulle infiltrazioni maggiori per far sì che i dipendenti non dovessero lavorare con la bacinella a fianco…”.
Restano i cimiteri. “Sono gravemente danneggiati – ha detto il sindaco – e tante le edicole con copiose infiltrazioni. Con recente provvedimento abbiamo finanziato, a Salto, il rifacimento completo della copertura di una delle <pagode> sostituendo il catrame (che richiedeva interventi almeno ogni 3-4 anni) con la lamiera. Quel tetto è fatto al contrario ma dovremo tenercelo com’è!”. Il suo vice Crisapulli ha aggiunto: “Realizzare una copertura normale avrebbe costi elevatissimi. Questa manterrà la medesima pendenza dell’attuale con raccolta delle acque al centro ma durerà almeno dieci o vent’anni”.
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