Airbnb e Booking, le nuove regole dopo stop a self check-in e key box


Gli affitti brevi sono un pilastro del turismo in Italia perché milioni di viaggiatori che scelgono questa opzione per la flessibilità e i prezzi competitivi rispetto agli alberghi tradizionali. La crescita esponenziale di questo settore ha portato con sé numerose problematiche, sia in termini di sicurezza che di gestione del territorio. Di recente, il Viminale ha introdotto nuove regole che vietano l’uso del self check-in e delle key box, strumenti fino ad ora fondamentali per molti proprietari di immobili destinati agli affitti brevi. Queste norme stanno suscitando un dibattito acceso tra proprietari, ospiti e intere comunità.

Affitti brevi, l’intervento del Viminale e le motivazioni del divieto

Il Ministero dell’Interno ha deciso di vietare l’uso di sistemi di self check-in, come serrature elettroniche o cassette per la consegna automatizzata delle chiavi, citando preoccupazioni legate alla sicurezza. Secondo il Viminale, questi metodi non garantiscono un controllo adeguato sull’identità degli ospiti, rendendo più difficile prevenire attività illecite o abusi delle proprietà. La mancanza di un’interazione diretta tra ospite e proprietario o gestore è considerata un rischio concreto, soprattutto in contesti urbani ad alta densità turistica, dove il monitoraggio degli accessi è importante per la sicurezza pubblica.

Il provvedimento sugli affitti brevi risponde anche alla necessità di migliorare la trasparenza del settore, contrastando fenomeni come l’evasione fiscale e l’uso degli affitti brevi per attività non dichiarate. In un momento storico in cui la sicurezza è al centro dell’agenda politica, il divieto vuole anche rispondere alle preoccupazioni delle comunità locali, spesso critiche verso la percepita mancanza di regolamentazione del settore.

L’introduzione di queste regole è un cambiamento per i proprietari e gli operatori del settore. Molti di loro si affidavano al self check-in per semplificare la gestione degli immobili, soprattutto in caso di ospiti che arrivano in orari non convenzionali o quando i proprietari non risiedono nelle vicinanze. Con le nuove norme sarà obbligatorio un controllo diretto dell’identità degli ospiti al momento del check-in, aumentando così i carichi gestionali per i proprietari.

Questo cambiamento potrebbe avere effetti negativi sulla competitività degli affitti brevi rispetto ad altre soluzioni di alloggio. Gli ospiti che cercano flessibilità potrebbero preferire hotel o strutture che continuano a offrire soluzioni automatizzate. Da parte loro, i sostenitori delle nuove regole ritengono che queste misure possano contribuire a rendere il mercato più sicuro e affidabile, aumentando la fiducia dei consumatori e riducendo le tensioni con i residenti locali.

Soluzioni per i proprietari e nuove opportunità di gestione

Per far fronte alle nuove regole, molti proprietari stanno valutando l’affidamento della gestione a agenzie specializzate, che offrono servizi di accoglienza e verifica documenti. Queste agenzie sono una soluzione per rispettare le normative senza sacrificare la flessibilità degli ospiti. Altre alternative includono l’utilizzo di piattaforme digitali che facilitano il coordinamento tra ospiti e personale locale per la gestione del check-in.

Un altro aspetto è l’opportunità di migliorare l’esperienza degli ospiti attraverso un’accoglienza più personalizzata. L’interazione diretta con i proprietari o i gestori può trasformarsi in un valore aggiunto, permettendo agli ospiti di ricevere informazioni e consigli utili per il soggiorno. Questo approccio potrebbe contribuire a differenziare gli affitti brevi da altre soluzioni, rendendoli più attrattivi per determinate tipologie di viaggiatori.

Le nuove regole hanno suscitato reazioni contrastanti tra gli operatori del settore. Molti proprietari temono che l’aumento delle responsabilità e dei costi di gestione possa ridurre la redditività degli affitti brevi, spingendoli a riconsiderare il modello di business. Alcuni esperti ritengono che queste misure possano contribuire a una maggiore professionalizzazione del settore, eliminando pratiche scorrette e aumentando la qualità complessiva dell’offerta.



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