I sindacati dell’Ivass hanno reagito con una dura nota inviata al governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta. In effetti, come riportato nei giorni scorsi su queste colonne, ha destato sorpresa la mancata operazione di aggregazione dell’Ivass, l’authority delle assicurazioni, nella Banca d’Italia, con la quale ora condivide una comunione di organi, con il presidente che è il direttore generale dell’istituto di Via Nazionale e il direttorio di quest’ultima, integrato con i componenti del consiglio dell’Ivass, che è competente ad adottare i provvedimenti istituzionali con rilevanza esterna.
La complessità della concentrazione
Da un po’ di tempo si sosteneva che tutto era stato predisposto per la piena aggregazione con la Banca d’Italia e si lasciava intendere che l’operazione sarebbe stata varata con la Legge di Bilancio, dimenticando però che una normativa ordinamentale mal si concilierebbe con la natura e i vincoli per materia della predetta legge. È stata una manifestazione di leggerezza dare indicazioni di rapida attuazione della concentrazione. I problemi giuridico-istituzionali di una tale operazione d’altro canto non sono semplici e in ogni caso, insieme con il vaglio del governo e quindi del Parlamento, va acquisito anche il parere della Bce, trattandosi dell’ampliamento delle funzioni di una banca centrale nazionale componente dell’Eurosistema. Data la complessità della concentrazione, era quasi scontato che non si sarebbe arrivati all’approdo desiderato in tempi molto brevi, ammesso che tutte le parti coinvolte condividano il disegno.
Errore di comunicazione
È stato quindi commesso un errore, quantomeno sul piano della comunicazione, dando per imminente l’incorporazione. Ciò ha comportato, per la disillusione, l’accennata dura reazione dei sindacati dell’authority, ai quali verosimilmente sarebbero state date in precedenza indicazioni che prospettavano una tempestiva confluenza nell’istituto di Palazzo Koch. In una nota le organizzazioni sindacali chiedono che comunque sia adeguato l’organico dell’Ivass ponendo fine ai distacchi di personale dalla Banca d’Italia e sollevano una questione da non sottovalutare, quella cioè della non assimilabilità della supervisione bancaria a quella assicurativa, anche per lo sviluppo in corso di caratteri distintivi tra i due settori: cosa, questa, che sembrerebbe essere evocata per sollevare dubbi sull’opportunità dell’integrazione in questione.
La storia dell’Ivass
L’Ivass fu costituito nel 2012, come trasformazione dell’Isvap, allorché la Banca d’Italia aveva da tempo dismesso la partecipazione – di secondo azionista – nelle Generali, per evitare che con la comunione organica si realizzasse una commistione di i ruoli controllore-controllato. Negli anni ‘70 l’allora governatore Guido Carli non aveva accolto la proposta di conferire alla Banca d’Italia la vigilanza sulle assicurazioni per non mutare l’identikit della stessa banca. Circa 13 anni fa si ritenne però che, per una migliore valorizzazione degli aspetti comuni o prossimi delle due supervisioni, era opportuna se non necessaria l’accennata comunione organica che rispondeva pure a esigenze di economicità. Ora, per ragioni di maggiore funzionalità ed efficacia nonché per l’esperienza fatta in questi anni con il netto avvicinamento tra le due istituzioni, si intenderebbe compiere un passo definitivo con l’integrazione. Le motivazioni non sono infondate, ma ci si deve chiedere se, nella riforma della autorità di regolazione, garanzia e controllo in generale si debba procedere a pezzi e bocconi e non in via organica con una riforma complessiva della quale si parla, per riferirci al periodo più vicino tralasciando fasi ancora più lontane, quello del secondo governo Prodi, da circa 17 anni, senza arrivare ad alcuna conclusione.
La revisione del settore delle authority
Un’operazione di reductio ad unum sarebbe importante ma dovrebbe tener conto anche di ciò che nel frattempo è intervenuto o si prevede, come nel caso dell’euro digitale, con gli impatti su sistema dei pagamenti, politica monetaria e vigilanza. Occorrerebbe, in particolare per le autorità operanti nel credito e nel risparmio, una possibile grande riforma che ne rafforzi il ruolo di contrappeso e muova da una revisione anche a livello europeo, in una con la rivisitazione della disorganica normativa di settore caratterizzata da differenze per giurisdizioni e da stratificazioni e sovrapposizioni. A tal proposito bisogna riflettere sugli studi e le proposte al riguardo del presidente della Consob Paolo Savona, che muovono da una visione organica dei settori coinvolti e della loro evoluzione. Sarebbe doveroso cogliere la questione Ivass-Bankitalia per un piano di generale revisione del settore delle authority, che ha la cruciale funzione nell’ambito dei pesi e contrappesi istituzionali. (riproduzione riservata)
Orario di pubblicazione: 07/01/2025 18:06
Ultimo aggiornamento: 07/01/2025 18:18
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