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Tra le varie misure introdotte, la Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024), in linea con gli obiettivi del PNRR, ha riformato le procedure e i tempi di pagamento per l’equa riparazione nei casi di processi irragionevolmente lunghi, puntando a ridurre l’arretrato e ottimizzare la gestione delle pratiche, con risparmi attesi per la finanza pubblica.
Ldb 2025 su Legge pinto: misure per snellire le procedure
Obbligo di istanze telematiche
La riforma in tema di equa riparazione, in primo luogo, prevede che i creditori presentino istanze corredate della documentazione necessaria esclusivamente in formato digitale, utilizzando i modelli pubblicati sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. È obbligatorio comunicare tempestivamente eventuali variazioni dei dati o della documentazione.
I creditori devono inviare la dichiarazione sostitutiva entro un anno dalla pubblicazione del decreto di accoglimento della domanda.
In caso di ritardo, gli interessi cessano di maturare fino alla presentazione della documentazione tardiva.
La validità della dichiarazione è stata estesa da sei mesi a due anni, con possibilità per l’amministrazione di richiederne il rinnovo, che deve anch’esso avvenire telematicamente.
Nel caso di trasmissione incompleta o irregolare, gli interessi sono sospesi fino alla regolarizzazione.
Pagamenti integrali e delega ai rappresentanti legali
I pagamenti saranno effettuati esclusivamente per l’intera somma dovuta, nei limiti delle risorse disponibili, e solo tramite accredito su conti correnti. Non sono più ammessi pagamenti in contanti o tramite vaglia cambiario.
I creditori potranno inoltre delegare un rappresentante legale alla ricezione della somma tramite procura speciale.
Ruolo dei commissari ad acta
La riforma prevede anche la nomina di commissari ad acta, che possono essere scelti anche tra i funzionari dell’amministrazione. Questi svolgeranno l’incarico su base volontaria, al di fuori dell’orario di lavoro, con un compenso massimo di 150 euro lordi per incarico, classificato come reddito assimilato a lavoro dipendente e soggetto a ritenuta IRPEF.
Misure per i creditori con somme già liquidate
Per smaltire l’arretrato relativo ai decreti emessi fino al 31 dicembre 2021, i creditori possono rinnovare la domanda di pagamento utilizzando le modalità telematiche.
Il Ministero della Giustizia pubblicherà avvisi sul proprio sito istituzionale per informare i soggetti interessati.
È inoltre previsto che i pagamenti di tali crediti siano completati entro il 31 dicembre 2026.
PintoPaga: avviato il progetto del ministero della Giustizia
Proprio a seguito delle novità introdotte dalla Legge di bilancio 2025, il Ministero della Giustizia ha provveduto ad avviare il progetto PintoPaga che mira a eliminare l’arretrato degli indennizzi dovuti dallo Stato italiano ai sensi della Legge Pinto entro il termine di due anni, dal gennaio 2025 al dicembre 2026.
E’ quanto reso noto da un comunicato pubblicato sul sito del dicastero di Via Arenula il 2 gennaio 2025.
Implementazione risorse
La legge di bilancio – viene ricordato nella nota – introduce misure che consentono l’attuazione della Convenzione tra il Ministero della Giustizia e Formez Pa, società pubblica legata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’accordo prevede il reclutamento di nuovo personale per accelerare la liquidazione delle somme attribuite ai richiedenti.
Nel dettaglio, l’organico dell’Ufficio I della Direzione Generale Affari Giuridici e Legali sarà potenziato: alle 15 unità attualmente operative si aggiungeranno 59 nuovi addetti, che saranno assunti a tempo determinato entro la fine di gennaio 2025.
Questa forza lavoro aggiuntiva consentirà di gestire l’ arretrato dei decreti emessi tra il 2015 e il 2022, integrando l’uso della piattaforma SIAMM PINTO DIGITALE , già operativa per i decreti emessi dal 2023 e competenza delle Corti d’Appello.
Procedura per i creditori
Per accedere alla nuova procedura, i creditori dovranno inoltrare nuovamente, esclusivamente in formato telematico, la richiesta di liquidazione insieme alla documentazione necessaria.
Tale modalità è volta a garantire la verifica dell’attualità delle richieste e la regolarità delle dichiarazioni presentate.
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