Fratelli pestati a sangue al Megalò per uno sguardo a un ragazza: ora i due aggressori rischiano l’arresto

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CHIETI. La procura di Chieti vuole arrestare i giovani che, durante il pomeriggio della vigilia di Natale, hanno pestato a sangue due fratelli, all’interno del centro commerciale Megalò, per uno sguardo a una ragazza. Il pubblico ministero Marika Ponziani ha chiesto i domiciliari nei confronti dei teatini Giuseppe Mammarella, 21 anni, e Leo Parisio, 20 anni, accusati di concorso nei reati di lesioni personali e lesioni personali gravi, entrambi aggravati dai «futili motivi». I feriti hanno 17 e 26 anni e sono residenti in un paese dell’area frentana.

FISSATI GLI INTERROGATORI

Il giudice Andrea Di Berardino, come prevedono le nuove norme volute dal ministro Carlo Nordio, prima di applicare eventuali misure cautelari, ha convocato gli indagati per l’interrogatorio «anticipato». Tra gli articoli del disegno di legge che porta il nome del guardasigilli, infatti, c’è quello che contempla – tranne in particolari circostanze – una sorta di «difesa preventiva», consentendo agli accusati e ai loro legali di prendere visione ed estrarre copia di tutti gli atti depositati in tribunale. Ed è esattamente ciò che è accaduto nell’ambito dell’inchiesta-lampo portata avanti dalla polizia di Stato, che ha identificato quelli che sono ritenuti gli autori di un’aggressione che ha colpito l’opinione pubblica per ferocia e banalità del movente. Un’aggressione avvenuta, peraltro, in una fascia oraria in cui il centro commerciale era pieno di clienti impegnati nello shopping natalizio. I presunti picchiatori, assistiti dagli avvocati Marco Femminella e Pierluigi De Virgiliis, saranno ascoltati venerdì mattina: potranno decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere oppure di fornire la loro versione dei fatti.

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LE PRIME AMMISSIONI

Parisio, tre giorni dopo le botte, si è presentato spontaneamente in questura, ammettendo di essersi trovato all’interno del Megalò al momento dell’episodio. Le indagini sono state condotte nell’immediatezza dagli agenti della volante e, successivamente, dagli investigatori della squadra mobile. A inguaiare i violenti sono state le immagini delle telecamere e le testimonianze raccolte dai poliziotti.

LA RICOSTRUZIONE

In base a quanto ricostruito finora, tutto comincia nel primo pomeriggio del 24 dicembre scorso. Una famiglia che vive vicino a Lanciano deve acquistare gli ultimi regali prima della festa e decide di raggiungere il megastore più grande d’Abruzzo. I genitori entrano in un negozio, mentre i figli attendono all’esterno, all’altezza del punto vendita Bijou Brigitte. Intorno alle 14, davanti ai due fratelli passa un ragazzo in compagnia di una coetanea, quasi sicuramente la fidanzata. Secondo le testimonianze, il ventiseienne guarda la giovane. O almeno è questo ciò che gli contesta il ragazzo di cui sopra, che va inspiegabilmente su tutte le furie e minaccia di picchiarlo. Subito dopo, senza dire altro, lo sconosciuto si allontana. Ma non è finita qui. Trascorrono pochi minuti, forse neanche dieci, e il giovane che ha pronunciato le intimidazioni si ripresenta davanti ai due fratelli insieme a un amico.

LE BOTTE
L’aggressione parte immediatamente. Il ventiseienne viene preso a calci e pugni in pieno volto, al punto tale da crollare a terra. La coppia di amici si accanisce su di lui, con una rabbia inspiegabile, pure quando è dietro a un pannello pubblicitario, ormai incapace anche solo di accennare una minima difesa. Il fratello minore interviene per interrompere il pestaggio, ma i picchiatori lo colpiscono. Sul pavimento restano evidenti tracce di sangue. Gli aggressori si allontanano prima dell’arrivo dei poliziotti della squadra volante e dell’ambulanza del 118.

IL RICOVERO IN OSPEDALE
Ad avere le peggio è il fratello maggiore, che riporta fratture al volto: dopo un iniziale ricovero al Santissima Annunziata di Chieti, viene trasferito nel reparto di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale di Pescara; la prognosi iniziale è di un mese, ma servirà molto più tempo per guarire. Il diciassettenne, invece, se la cava con ferite giudicate guaribili in dieci giorni. La polizia, nel giro di poche ore, chiude il cerchio intorno ai due violenti. E adesso entrambi rischiano di finire in manette.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



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