Sabrina Tacchi, coordinatrice di Pagine Sì! per Rovigo, Venezia e Belluno, è diventata un punto di riferimento per l’adozione dell’intelligenza artificiale per aziende del Veneto. Con una carriera dedicata alla consulenza digitale a 360 gradi, Sabrina ha mostrato come l’IA possa essere uno strumento accessibile e rivoluzionario, capace di trasformare profondamente il modo di fare impresa. In questa intervista ci racconta la sua esperienza, le sfide culturali che ha affrontato e i benefici concreti di una tecnologia spesso fraintesa, ma destinata a cambiare il panorama imprenditoriale italiano.
Sabrina, come ti sei avvicinata all’intelligenza artificiale e cosa ha contribuito a sviluppare il tuo interesse per questo campo?
La mia passione per queste tecnologie risale a diversi anni fa, quando ancora non si parlava di intelligenza artificiale generativa ma cominciavano a diffondersi gli assistenti vocali come Siri, lanciata in Italia nel 2012, e Alexa, lanciata in Italia nel 2018. Questi strumenti, che per me in un certo senso sono gli “antenati spirituali” dell’IA, mi hanno semplificato la vita quotidiana rendendo la mia casa domotica. Da lì, il passo verso la scoperta dell’IA vera e propria e dell’applicazione di queste tecnologie nel mondo professionale è stato naturale.
Quali sono stati i principali ostacoli nel proporre queste tecnologie innovative alle PMI del tuo territorio?
Uno dei maggiori ostacoli è stata la percezione iniziale delle PMI, spesso influenzata da preconcetti. Molti imprenditori pensavano che l’intelligenza artificiale per aziende fosse troppo complessa o lontana dalle loro necessità. Opero in un contesto come il Veneto, dove le aziende, pur essendo tra le più dinamiche in Italia, possono mostrarsi diffidenti verso innovazioni che sembrano “lontane” dalla quotidianità. La mia strategia è stata quella di semplificare: ho mostrato loro come una tecnologia di customer service basata sull’IA possa rispondere a domande frequenti e gestire richieste ripetitive, liberando tempo per attività più creative e strategiche.
Si sente a volte dire che le soluzioni IA, come appunto il customer service digitale che proponi, possano essere percepite come una minaccia per i posti di lavoro. Come affronti questo argomento?
È una preoccupazione che sento spesso. Tuttavia, spiego sempre che il nostro servizio non sostituisce le persone, ma le affianca. Ad esempio, molte PMI non hanno personale dedicato per rispondere a richieste ripetitive; con il nostro servizio, possono garantire un’assistenza continua, 24 ore su 24, anche nei fine settimana, lasciando al personale umano compiti più complessi e creativi. In questo modo, l’intelligenza artificiale diventa un valore aggiunto, non una minaccia.
Decisamente. Quali vantaggi concreti hai osservato per le PMI che hanno adottato il sistema di customer service IA, ossia “l’Assistente Digitale Intelligente”?
I benefici sono molteplici. Uno dei principali è la velocità nelle risposte: i clienti ormai si aspettano risposte immediate, e un ritardo anche di poche ore può portarli a rivolgersi alla concorrenza. Inoltre, il sistema raccoglie e organizza automaticamente i dati, facilitando la gestione dei contatti e migliorando l’efficienza operativa dell’azienda. Raccoglie anche automaticamente i lead, un valore aggiunto che le aziende apprezzano moltissimo.
Quali categorie di imprese hanno apprezzato di più l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei loro processi?
Ho riscontrato un grande interesse in categorie molto diverse tra loro: gelaterie, ristoranti, aziende metalmeccaniche, officine, trasporti e persino attività legate all’edilizia come posatori di porfido. Questo dimostra come l’intelligenza artificiale possa adattarsi alle esigenze più disparate, migliorando sia la gestione interna che il rapporto con i clienti. Ogni settore trova un’applicazione specifica che porta valore aggiunto: in realtà, sono convinta che non esista una categoria che non possa trarre vantaggio da questa innovazione, una volta che ne abbia compreso il valore.
Quindi, secondo te, le sfide principali nell’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle PMI sono soprattutto culturali?
Sì, direi proprio di sì. Una delle sfide principali è il preconcetto che l’IA sia troppo costosa o complessa. Molti imprenditori vedono ancora queste tecnologie come qualcosa di distante o non applicabile alla loro realtà, mentre, come dicevo, sono sicuramente applicabili e portano grandi vantaggi, per non parlare del costo che è davvero alla portata di tutti. Un altro ostacolo è la scarsa consapevolezza dell’importanza di un sito web ben strutturato: spesso incontro aziende con siti poco aggiornati o poveri di contenuti, che limitano l’efficacia delle soluzioni di IA. Il mio approccio è quello di informare i clienti, spiegando come un sito ottimizzato sia fondamentale per sfruttare appieno queste tecnologie.
A tuo avviso, qual è il futuro dell’intelligenza artificiale per aziende?
Credo che l’intelligenza artificiale diventerà una componente necessaria per qualsiasi azienda o professione. Siamo ancora agli inizi, ma è evidente che i clienti si stanno abituando a interagire con strumenti di IA. Nel prossimo futuro, tutte le categorie merceologiche troveranno applicazioni utili per ottimizzare i processi e migliorare l’esperienza d’acquisto dei loro clienti.
Quale consiglio daresti ai consulenti che vogliono proporre soluzioni simili?
Consiglio di innamorarsi della tecnologia e di comprenderne a fondo i vantaggi. La passione e la competenza sono contagiose: se ci credi tu, puoi trasmettere fiducia anche ai clienti più scettici. Inoltre, è importante proporre queste soluzioni a tutti, senza timori, perché il futuro è già qui e le PMI che adotteranno per prime queste tecnologie saranno quelle che guideranno il cambiamento.
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