La
situazione sanitaria in Emilia Romagna è ormai una delle più
critiche del paese. Ogni anno, il sistema sanitario peggiora in modo
sistematico e cronico, a causa di una gestione inefficace e di scelte
politiche e dirigenziali che non rispondono alle reali necessità del
settore. Nonostante i dirigenti siano ben retribuiti, molti di loro
sembrano incapaci di affrontare i problemi noti e risolverli in
maniera concreta. La carenza di personale, unita a un clima di lavoro
tossico – segnato da vessazioni, disprezzo per le normative e
personalizzazioni che minano il sistema – è solo uno degli aspetti
di una situazione ormai insostenibile.
Nei Paesi civili, quando la classe dirigente fallisce, si
dimette. In Italia, invece, i dirigenti vengono premiati con
bonus di produttività, mentre i professionisti vedono il loro
stipendio fermo da anni. Le statistiche europee e internazionali
ci pongono all’ultimo posto in numerosi settori:
dall’antibiotico-resistenza agli stipendi, dalla qualità della
vita alla gestione del sistema sanitario. In Italia si lavora troppo
e si guadagna troppo poco. Le ferie, i riposi e persino i turni
notturni sono sacrificati, come nel periodo natalizio, quando la
carenza di personale rende ancora più difficile sostenere il
sistema.
Molte aziende ci segnalano che i coordinatori pretendono una
“reperibilità non retribuita, spontanea e gratis”,
minacciando di emettere ordini di servizio. Invitiamo i colleghi a
chiedere gli ordini, poiché sono la prova lampante che
l’organizzazione non funziona e che esistono evidenti incompetenze
gestionali quando si è costretti a ricorrere a misure straordinarie.
Caro collega, non sei tenuto a rispondere quando non sei a lavoro,
nemmeno sui Social, che non sono un canale ufficiale.
La politica non investe come dovrebbe. A differenza di altri
Paesi europei, sembra ignorare questa realtà, continuando a fare
promesse mai tradotte in fatti concreti. La professione sanitaria sta
diventando sempre meno attrattiva, mentre la politica degli annunci è
ormai fallita.
Anche i sindacati tradizionali, che ogni anno proclamano
vittorie senza risultati tangibili, non sono riusciti a ottenere
miglioramenti significativi per la categoria. Stipendi fermi da
decenni, carichi di lavoro in continuo aumento e una crescente fuga
di professionisti sono il risultato di una gestione che non ascolta
il grido di dolore che arriva dalla base.
Infermieri, ostetriche, OSS e altri professionisti della salute
affrontano quotidianamente turni massacranti e pressioni
insostenibili. La dirigenza, invece di risolvere la carenza di
personale, chiede loro di garantire reperibilità gratuita,
aggravando ulteriormente lo stress e la precarietà. A tutto ciò si
somma il completo disinteresse dei sindacati tradizionali, della
politica e della stessa dirigenza per i sacrifici quotidiani di
questi professionisti. Le promesse di miglioramento restano vuote e
le condizioni di lavoro continuano a peggiorare.
Nel bolognese, la situazione è ancora più critica, con la
fuga degli infermieri diventata una vera piaga. Il blocco dei 5
anni, l’idoneità incondizionata inserita nei concorsi e le
condizioni di lavoro precarie continuano a esacerbare il contrasto
tra l’inefficienza gestionale e la crescente carenza di personale.
La politica, distratta e lontana dalla realtà del nostro lavoro,
continua a promettere senza concretizzare nulla, con il rischio che
il sistema sanitario, già fragile, collassi sotto il peso
dell’indifferenza e della cattiva gestione.
Per questo, Nursing Up Emilia Romagna lancia un appello a tutti
i professionisti del settore: è arrivato il momento di unirci in
un sindacato forte e determinato, capace di lottare per i nostri
diritti. Solo unendo le forze possiamo ottenere cambiamenti reali e
fermare il collasso del sistema sanitario. Il sistema sindacale
tradizionale ha fallito: le promesse sono rimaste vuote, i nostri
stipendi sono diminuiti mentre le responsabilità sono aumentate. Con
l’introduzione della figura dell’assistente infermiere, la
situazione rischia di peggiorare ulteriormente, minando la qualità
delle cure.
Solo uniti possiamo ottenere i seguenti obiettivi fondamentali:
-
Stipendi allineati alla media
OCSE. -
Riconoscimento della professione
infermieristica come usurante. -
Opportunità di carriera e
compensi adeguati. -
Libertà di mobilità
professionale. -
Riconoscimento del ruolo di
pubblico ufficiale. -
Tirocinio retribuito.
-
Rimozione o adeguamento dei vincoli di esclusività, come
avviene per i medici.
Il 2024 è stato un anno difficile, ma il 2025 offre l’opportunità
di cambiare. È essenziale che ci uniamo in un unico sindacato,
dando il 51% delle nostre forze a una sola voce forte e determinata.
Con il nostro impegno e il supporto dei professionisti, possiamo
trasformare il sistema sanitario e fermare la sua discesa. È il
momento di agire, far sentire la nostra voce e garantire un futuro
migliore per i cittadini e per chi lavora ogni giorno a loro
servizio.
Contatta Nursing Up Emilia Romagna
e unisciti a noi per cambiare la sanità. Scrivi
a: lapaginadinursingup@yahoo.it o inviaci un messaggio su
WhatsApp/Telegram al 3401210916. Inoltre, puoi compilare
il modulo online per entrare a far parte di questo movimento. Insieme
possiamo fare la differenza! Clicca qui!
Perché un unico sindacato?
-
Maggiore forza contrattuale:
unendo le forze, avremo una voce più forte e la capacità di
negoziare migliori condizioni lavorative. -
Azioni concrete: organizzando
manifestazioni e scioperi, possiamo ottenere risultati tangibili. -
Un obiettivo comune: salvare la sanità pubblica, migliorare
la qualità della vita dei pazienti e garantire un futuro migliore
per tutti i professionisti del settore.
Un recente sondaggio condotto da Nursing Up Emilia Romagna ha
rivelato che il 98,2% degli infermieri è insoddisfatto del proprio
stipendio e solo l’8% lavora in un ambiente sano. Il sovraccarico
di lavoro, i turni massacranti e il burnout sono ormai la norma. A
peggiorare la situazione, la mancanza di supporto psicologico spinge
molti professionisti a considerare l’abbandono della professione.
Secondo il report “European Work-Life Balance 2023” di
Remote, l’Italia si trova all’ultimo posto in Europa per
quanto riguarda l’equilibrio tra vita privata e lavoro, con ore di
lavoro eccessive e stipendi inadeguati. Questo deterioramento sta
mettendo a rischio la salute mentale dei lavoratori, un aspetto che
deve essere affrontato con urgenza.
Responsabile Regionale Nursing Up Emilia Romagna
Francesca Batani
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