Il passaggio fornale, in qualche modo, vale quello di fase politica. Questa mattina, il Consiglio regionale della Liguria ha votato all’unanimità contro il progetto di trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra dal porto di Piombino all’impianto progettato al largo di Vado Ligure, neanche tre chilometri da Savona. Un piano diventato simbolo della stagione di governo (e della caduta, in parte) dell’ex governatore Giovanni Toti, e oggi rinnegato dallo stesso centrodestra che fino a sei mesi fa lo sosteneva.
Il documento impegna il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e la sua giunta “a trasformare in atti concreti ed ufficiali della Regione Liguria le dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla collocazione del rigassificatore Golar Tundra nello specchio acqueo antistante Savona/Vado Ligure, esprimendo nelle sedi più opportune le valutazioni su cui trova fondamento la propria contrarietà al fine di bloccare l’iter di trasferimento del suddetto impianto in Liguria”. Il testo è stato concordato dai consiglieri di minoranza e maggioranza.
Frutto della sintesi tra le due mozioni portate in aula a dicembre dal forzista Angelo Vaccarezza e dal dem Roberto Arboscello, il documento è passato con 30 voti favorevoli, compreso quello del presidente Marco Bucci, che già in campagna elettorale si era espresso contro il progetto sostenuto da Toti. Unico assente in aula al momento del voto l’ex candidato presidente del centrosinistra, Andrea Orlando.
“Arrivare a un testo unico in Consiglio regionale è il risultato che la provincia di Savona aspettava – ha dichiarato Vaccarezza – Questa mozione chiude la porta non solo al trasferimento della Golar Tundra oggi da qualsiasi parte sia, ma chiude la porta al trasferimento di qualsiasi rigassificatore nello specchio acqueo della Regione Liguria“.
“Lei oggi è investito di una grande responsabilità – ha detto Arboscello rivolgendosi al governatore Bucci – Si mette un punto fermo politico in questo consiglio ma la partita non è chiusa del tutto, l’ultima parola spetta al governo. Il vero vincitore di questa vicenda è il territorio unito che si è speso un anno e mezzo per una battaglia giusta. Un ringraziamento a tutti coloro che si sono schierati contro una scelta scellerata“.
E mentre il commento dello stesso Toti arriva a distanza, sui social (“Un miliardo e mezzo di euro in più. Tanto pagheranno le imprese italiane l’aumento del gas! Aspetto trepidante le proteste contro il caro bollette di chi manifesta contro rigassificatori, pale eoliche, dighe! Se protestare producesse calore, saremmo imbattibili!”, il post dell’ex governatore), Bucci rimanda al mittente i dubbi di chi fa notare come ad avere l’ultima parola sullo scenario futuro del progetto sarà comunque il governo. “Se la Regione dice di no non si va avanti, non ha senso, sono 450 milioni da spendere per niente, al governo ci sono persone intelligenti, non penso che faranno mai una cosa del genere”.
“Il funerale politico di dieci anni di governo della Liguria è stato celebrato, tutto il centrodestra che aveva sostenuto a spada tratta e con molta convinzione le posizioni sul rigassificatore hanno fatto un’inversione a U – commenta invece il segretario del Pd Davide Natale – Quanto accaduto dal punto di vista politico è molto significativo perché molti degli assessori oggi in carica lo erano anche nello scorso mandato e ciò vale anche per molti consiglieri di maggioranza”.
“Chi lasciò la sede della Provincia di Savona al termine della presentazione del progetto inseguito dalle urla dei manifestanti oggi è diventato il paladino del ‘no al rigassificatore’. Dopo che Toti aveva definito terrapiattisti chi da un ruolo istituzionale si era dichiarato contrario al progetto, accostandoli addirittura ai no vax, oggi quello stesso centrodestra ha radicalmente cambiato posizione sbugiardando e sconfessando le proprie posizioni. Abbiamo voluto dare un segnale forte di contrarietà al progetto di un nuovo rigassificatore e abbiamo portato anche Bucci sulle nostre posizioni. Pensare che non molto tempo fa il presidente Bucci diceva che “un rigassificatore con tecnologie galleggianti può andare sulla nuova diga del porto di Genova. Noi ci stiamo pensando…”. Ora ha cambiato idea, e sentire delle lezioni da chi non cambia idea in base al vento, è insopportabile.
“Come Partito Democratico abbiamo sempre saputo senza esitazione qual era la parte da cui stare: il futuro di un territorio insieme a tantissimi cittadini, associazioni, amministratori che si erano schierati contro il trasferimento di un rigassificatore che avrebbe compromesso l’ambiente e l’economia.Ora bisogna lavorare affinché in Liguria si pensi a un superamento degli impianti di rigassificazione sul nostro territorio. È impossibile che l’impianto di Panigaglia non abbia una scadenza della sua permanenza sul sito”.
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