Come ogni anno centinaia di neofascisti si sono riuniti davanti la sede dell’Msi in via Acca Larentia per ricordare Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi il 7 aprile 1978.
Il rito del ‘Presente’ ad Acca Larentia
Sono centinaia i neofascisti che, nel pomeriggio di oggi, si sono recati davanti la storica sezione del Movimento sociale italiano in via Acca Larentia per commemorare – a 42 anni dagli omicidi – Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Un appuntamento annuale per l’estrema destra, che mette in scena il rito del ‘presente’ per i ‘camerati caduti’, tra saluti romani che ogni anno non smettono di scatenare polemiche. Per la commemorazione dello scorso anno sono trentuno gli attivisti di estrema destra – la maggior parte di CasaPound – che rischiano il processo per “manifestazione riflettente la liturgia delle adunanze usuali del disciolto partito Fascista”: ossia la violazione dell’articolo 5 della legge Scelba e dell’articolo 2 della legge Mancino.
Anche quest’anno, dopo la cerimonia istituzionale andata in scena la mattina, si è tenuta la commemorazione gestita praticamente in toto da CasaPound, che ha visto centinaia di neofascisti fare il saluto romano durante il tradizionale rito dell’appello per Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni. I primi due furono uccisi il 7 gennaio 1978 da un commando di estrema sinistra davanti la sede dell’Msi, il terzo fu assassinato durante gli scontri con le forze dell’ordine nel corso della manifestazione indetta per Bigonzetti e Ciavatta.
In corso identificazioni da parte della Digos
Sono al vaglio della Digos le immagini del rito del ‘presente’ di Acca Larentia, al fine di identificare i manifestanti che hanno fatto il saluto romano. “Si è svolta nel pomeriggio odierno la manifestazione che ha commemorato i 47 anni dell’eccidio di Acca Larentia, in cui persero la vita Bigonzetti Franco, Ciavatta Francesco e Recchioni Stefano, appartenenti al Movimento Sociale Italiano, a cui hanno partecipato militanti provenienti da tutta Italia – fa sapere la Questura di Roma in una nota – Nel corso della commemorazione, organizzata da Casapound, a cui hanno partecipato circa 1300 persone, è stato chiamato il “presente” ed è stato effettuato il saluto romano dalla maggior parte degli astanti. È già in corso, da parte degli agenti della Digos capitolina, la visione dei filmati della manifestazione al fine di identificare coloro che si sono resi responsabili di condotte apologetiche del fascismo”.
La cerimonia divisa di Comune e Regione
Questa mattina la cerimonia istituzionale, con la deposizione delle corone di fiori per le tre vittime. Una cerimonia divisa, non condivisa come quella dello scorso anno, dopo il caso della targa distrutta e poi apposta nuovamente da parte del Comune di Roma. “L’anno scorso eravamo insieme – le parole del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca – Certo, l’atteggiamento per la targa non mi ha messo in condizioni di poter avere una commemorazione. Mi sono sentito con il sindaco e l’assessore Smeriglio. Se si avvierà realmente un percorso condiviso la mia disponibilità è ovviamente totale, ci mancherebbe. Non ci sono morti di serie A e morti di serie B quando dobbiamo ricordare. Le polemiche di questi giorni per me sono vergognose. Io non mi sono sentito di commemorare con il comune in questa giornata”. Per il Comune di Roma era presente l’assessore al Personale Giulio Bugarini, che ha deposto una corona di fiori in ricordo dei tre ragazzi uccisi.
Rampelli: “Ognuno commemora come preferisce”
Rampelli, presente alla commemorazione di questa mattina, ha dichiarato, in merito alla cerimonia del pomeriggio con il rito del ‘presente’ e i saluti romani che “ognuno commemora come crede e preferisce. Noi abbiamo scelto di non farlo in quella maniera, non adesso che siamo al governo ma quando ancora c’erano il Movimento Sociale Italiano e il Fronte della Gioventù. Perché non esiste nostalgia che possa dare un senso alla morte a tanti ragazzi di 20 anni. Bisogna guardare avanti e non indietro”.
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