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La Galleria Nazionale dell’Umbria si conferma come uno dei poli culturali più attrattivi della regione, registrando numeri straordinari durante il periodo natalizio. La combinazione di un’offerta culturale ricca e diversificata, unita a strategie mirate per coinvolgere un pubblico ampio, ha reso questo museo una calamita per migliaia di visitatori.
Numeri da record per la Galleria Nazionale dell’Umbria durante le festività
Il periodo natalizio ha segnato un autentico boom di presenze per la Galleria Nazionale dell’Umbria. Tra il 24 e il 31 dicembre, il museo ha registrato ben 4.055 ingressi, un dato già di per sé impressionante. E’ nei primi giorni del 2025 che si è toccato il vero apice: dal 1° al 6 gennaio, sono stati 5.279 i visitatori che hanno varcato le soglie del prestigioso Palazzo dei Priori.
Due date, in particolare, hanno contribuito a questo successo. Il 3 gennaio, con 1.079 ingressi, e il 5 gennaio, giorno della “Domenica al Museo” con accesso gratuito, che ha visto la partecipazione di ben 1.888 visitatori. Questi numeri rappresentano un raddoppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando furono registrati 2.650 ingressi.
“Questo risultato ci riempie di orgoglio – ha commentato all’Ansa il direttore Costantino D’Orazio – e dimostra che il nostro lavoro per creare un’offerta culturale attrattiva sta portando i frutti sperati. La Galleria non è solo un luogo di esposizione, ma una piazza aperta a tutti, dove ciascuno può trovare un’esperienza su misura: dagli appassionati d’arte alle famiglie, fino ai bambini”.
Fondamentale è stata la capacità del personale di garantire l’apertura del museo anche nei giorni festivi, un impegno che ha permesso di accogliere turisti locali, nazionali e internazionali. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto D’Orazio – è rendere la Galleria un punto di riferimento stabile e dinamico per la cultura, non solo regionale ma anche oltre i confini umbri”.
La storia della Galleria Nazionale dell’Umbria: un patrimonio che attraversa i secoli
Le radici della Galleria Nazionale dell’Umbria affondano nel XVI secolo, quando l’Accademia del Disegno iniziò a raccogliere le prime opere d’arte presso il convento degli Olivetani a Montemorcino. Tuttavia, il patrimonio crebbe in maniera esponenziale a seguito della soppressione degli ordini religiosi imposta dall’Impero Napoleonico e successivamente dal Regno d’Italia, che portarono molte opere d’arte sotto la proprietà dello Stato.
Nel 1863 venne istituita una pinacoteca civica dedicata a Pietro Vannucci, il Perugino, ma fu solo nel 1878 che il patrimonio trovò una sede definitiva al terzo piano del Palazzo dei Priori, nel cuore di Perugia.
Nel 1918, la pinacoteca assunse il nome di Regia Galleria Vannucci, ampliando ulteriormente le sue collezioni attraverso donazioni e acquisizioni. La struttura è stata oggetto di numerosi interventi di consolidamento e allestimento museale, che hanno portato alla moderna organizzazione cronologica e tematica delle opere esposte.
La Galleria ospita capolavori di artisti di fama internazionale, tra cui Piero della Francesca, Beato Angelico, e ovviamente il Perugino, figura centrale della scuola umbra. Accanto alla collezione permanente, le sale temporanee accolgono mostre di respiro internazionale, rendendo la Galleria un punto di riferimento per la cultura a 360 gradi.
Grazie anche al contributo del Gioco del Lotto, regolato dalla legge 662/96, sono stati realizzati importanti interventi di restauro e valorizzazione. Nel 2018, in occasione del centenario della statalizzazione, la Galleria ha ospitato eventi di rilievo, confermando il suo ruolo centrale nel panorama culturale italiano.
Un futuro sempre più luminoso
Il successo registrato durante le festività natalizie non è che l’ultimo capitolo di una crescita costante per la Galleria Nazionale dell’Umbria. Grazie a una programmazione che unisce tradizione e innovazione, il museo perugino è oggi una realtà capace di attrarre non solo turisti ma anche cittadini desiderosi di riscoprire il proprio patrimonio culturale.
La strategia di diversificazione dell’offerta, pensata per coinvolgere pubblici di ogni età, rappresenta un modello virtuoso che altre istituzioni culturali potrebbero seguire. I numeri straordinari raggiunti sono la dimostrazione che la cultura, quando resa accessibile e inclusiva, diventa una leva potente per il rilancio sociale ed economico di un territorio.
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