Cartelle, la rateizzazione sale a 10 anni

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Chi ha debiti con l’Erario datati 2025 potrà pagarli in dieci anni se dimostra lo stato di difficoltà. Se si dichiara (e basta) la crisi temporanea di liquidità le rate massime diventano comunque da subito 84 da 72. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è già disponibile il modulo per chiedere la rateizzazione dei debiti pregressi «in caso di temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria». È la riforma della riscossione voluta dal governo di Giorgia Meloni che inizia dopo le dimissioni dall’Agenzia (a sorpresa) di Enrico Maria Ruffini a cui è subentrato per un anno Vincenzo Carbone: per chi ha debiti inferiori a 120mila euro Agenzia delle Entrate – Riscossione ha previsto a regime fino a 84 rate per chi presenta domanda nel 2025 e nel 2026, a 96 per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028 e fino a 108 dal 1° gennaio 2029. Per la rateizzazione delle somme iscritte a ruolo che non superino i 120mila euro, il contribuente che documenta la situazione di difficoltà economica può accedere sin da subito a un piano più favorevole. Agenzia delle Entrate – Riscossione, dopo aver valutato le richieste in base ai criteri definiti dal decreto del 27 dicembre 2024, può concedere minimo 85 rate per chi fa domanda nel 2025 e nel 2026, almeno 97 per il 2027 e il 2028, da 109 a un massimo di 120 rate dal 1° gennaio 2029.

Per le somme iscritte a ruolo della singola istanza di rateizzazione sopra i 120mila euro, in caso di temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione concede la ripartizione fino a 120 rate mensili «indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta». I criteri per definire l’effettiva esistenza della difficoltà economica sono quelli fisati dal decreto del 27 dicembre 2024 (Isee per le persone fisiche, indice Alfa per le persone giuridiche e indice Beta per i condomini). «È l’Isee che permette di dimostrare il reddito e il patrimonio familiare, e viene utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per valutare la possibilità di concedere un piano di rateizzazione più lungo», sottolinea al Giornale il commercialista romano Gianluca Timpone. Anche le pubbliche amministrazioni dovranno corredare la richiesta di rateazione di una dichiarazione del legale rappresentante che attesti la carenza della liquidità necessaria a effettuare il pagamento in unica soluzione. «Per le società – aggiunge Timpone – la rateizzazione può essere concessa sulla solvibilità dell’impresa, basata sul rapporto tra debito e capacità di far fronte agli obblighi finanziari».

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Per i condomini invece l’accoglimento della richiesta dipende dal rapporto tra debito e entrate, come da ultimo rendiconto approvato. «Più alta è la capacità del condominio di far fronte al debito, maggiore sarà la probabilità di ottenere una rateizzazione favorevole», ricorda il professionista romano. In caso di calamità naturali o altri eventi che abbiano reso inagibile abitazione di residenza o sede dell’impresa, per la temporanea situazione di difficoltà basta la certificazione di inagibilità totale dell’immobile. «Bisogna migliorare il sistema di riscossione dei debiti fiscali e le opportunità di adempimento – è la critica del commercialista milanese Francesco Zappia di Milano PerCorsi- vige ancora la preclusione per i debitori decaduti da piani di rateizzazione di accedere ad una nuova concessione della dilazione sui medesimi carichi, con conseguente esigibilità in un’unica soluzione del debito stesso», conclude.

«Il prossimo passo sarà la rottamazione delle cartelle esattoriali», aveva detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini in una diretta social a inizio anno, tanto che il Carroccio ha (ri)presentato una proposta di legge firmata da Alberto Gusmeroli e Massimo Bitonci (stralciata dalla commissione Bilancio per la manovra 2024 in cambio del concordato fiscale) per parificare in termini di anni rateizzazione e rottamazione.

Come ricorda l’avvocato Claudio Defilippi «dovrebbe avere cadenza mensile, prima rata al 10% e perdita di beneficio dopo otto rate non pagate». Sulla rottamazione spinge anche Forza Italia pur di trovare risorse per ridurre l’Irpef.



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