“È di quarantanove milioni e duecentomila euro” – Lavocedigenova.it

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Dopo mesi di silenzi e risposte a metà, la giunta regionale ligure ha finalmente svelato a quanto ammonta il buco di bilancio della sanità regionale. “Il disavanzo odierno è attorno ai 49,2 milioni di euro, pari all’1% della spesa complessiva”, così l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, ha risposto alle interrogazioni presentate dai consiglieri di minoranza del Pd e da Stefano Giordano (M5S).

Non sono mancate le polemiche tra l’opposizione, pronta a rinfacciare la promessa dell’azzeramento entro la fine del 2024, e il presidente Marco Bucci che ha accusato i consiglieri di Pd e M5S di dire il falso. “Serve fare un po’ di luce sulle dichiarazioni sul “buchino” – ha detto Giordano (M5S) presentando il documento – penso che sia d’obbligo portare alla luce un bilancio sulla sanità che occupa l’80% delle risorse della Regione”.
Vorremmo capire la circonferenza del buco – ha aggiunto Ioculano (Pd) – l’ammontare era conosciuto da tempo, già da settembre/ottobre era importante. Poi troviamo un’altra narrazione che si rivale sui direttori generali delle Asl come colpevoli del disavanzo”.

Nella propria risposta, l’assessore Nicolò ha detto che “è emersa una stima fondata sui valori potenziali che non hanno trovato corrispondenza con i valori che stanno emergendo” e che “la previsione del 2024 era di 66,2 milioni di euro. Era scongiurato il commissariamento e l’aumento di Irpef e Irap”.

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Nel procedere alla chiusura dell’esercizio, le aziende sanitarie hanno rilevato anche gli effetti delle azioni di efficientamento e dei risparmi a parità di prestazioni rese – ha concluso Nicolò – continueranno a generare effetti positivi”.

Il macrotema sanità ha impegnato il consiglio regionale anche con altre due interrogazioni sul congestionamento dei pronto soccorso (al collasso nelle vacanze di fine anno) e sulle liste d’attesa, uno dei cavalli di battaglia di Marco Bucci in campagna elettorale.

A oggi sono 3.341 gli accessi agli Influenza Point, sono tutte persone in meno nei pronto soccorso – così l’assessore alla Sanità, Massimo Nicolò, ha risposto all’interrogazione del Partito Democratico in merito alle criticità dei pronto soccorso – è in opera un piano di emergenza per l’alta complessità, ora è il momento di mettere in atto un protocollo per l’emergenza di bassa complessità che prevede una serie di azioni anche di comunicazione. In questi giorni stiamo anche mettendo le prime basi per riorganizzare le RSA, siamo d’accordo con i direttori generali per una cinquantina di posti letto”.

 

Le azioni che stiamo pianificando in questi giorni riguardano le visite specialistiche e la diagnostica strumentale – così, invece, l’assessore Nicolò ha risposto all’interrogazione di Stefano Giordano (M5S) sulle liste d’attesa – per le visite specialistiche le azioni sono quelle di aumentare l’offerta sul territorio che significa assumere medici, che sono merce rara. Serve poi arricchire la specialistica ambulatoriale di quella diagnostica strumentale, piccola strumentazione che spesso si aggiunge a una visita la cui presenza velocizzerebbe e aumenterebbe l’offerta. A questo si devono affiancare delle misure immediate che diano risposta a quelle persone che, a seguito di una richiesta per le prenotazioni “B” entro dieci giorni, non riescono ad avere un appuntamento in tempi idonei. Stiamo riorganizzando il percorso di tutela che è già presente nelle Asl, la persona viene inserita e vengono attivate le agende per l’esecuzione della prestazione a gettone o nell’ambito dell’intramoenia in un percorso in cui il paziente pagherà soltanto il ticket. Serve un passaggio simile anche per la diagnostica strumentale”.

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