Guerra al cordolo di viale Marche, ma c’è anche nel PUT

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In mattinata si è svolta la nuova riunione in Commissione Lavori Pubblici del Comune di Lecce, alla presenza del Comitato di esercenti e residenti che mettono in discussione gli interventi sulla viabilità fatti in viale Marche. Il centrosinistra ha continuato a difendere ciò che è stato realizzato dalla precedente amministrazione.

L’ex assessore alla Mobilità, Marco De Matteis, ha difeso con veemenza il suo lavoro: “Il progetto aveva l’obiettivo della riqualificazione ambientale con il massimo risalto al mezzo pubblico. Abbiamo sostituito le alberature, rifatto i marciapiedi, eliminato le barriere architettoniche, rifatto l’asfalto e tolto il chiosco che era ormai abbandonato. Il principale problema di incidentalità erano le svolte e le inversioni e da lì nasce l’idea di inserire il cordolo. La strada è a norma: la misura minima è di 3,5 metri. L’attuale piano, a pagina 119, adottato dalla giunta Poli, prevede il cordolo in viale Marche e c’è anche l’intenzione di chiudere gli ultimi due accessi rimasti. Quindi è la maggioranza che deve intervenire: i cittadini possono ancora presentare osservazioni”.

Il consigliere di minoranza Antonio De Matteis pone l’accento sul fatto che anche l’assessore ai Lavori Pubblici abbia ammesso che tutto è stato fatto seguendo le norme e le regole del codice della strada e poi lancia una provocazione: “Non ci sono problemi sul piano della progettazione e del rispetto delle norme, ma se ci sono problemi di sicurezza, l’assessore intervenga pure con le modifiche necessarie”.

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Il presidente della commissione, Roberto Russo, lancia una frecciatina: “Mi sembra assurdo che i problemi di sicurezza si debbano scoprire dopo, quando l’opera è già fatta”.

A lamentarsi diverse attività commerciali è persino il gestore di una società di autotrasporti che mette in luce diverse criticità nel prestare il servizio ai residenti che devono raggiungere la stazione. “La larghezza della strada – spiega il signor Tarantini – è stata calibrata in base a quella dei bus di città, penalizzando tutti gli altri. Ogni sabato e domenica ci sono arrivi in stazione di atleti da tutta Italia ed i bus privati lavorano con grande difficoltà in viale Marche. Per gli autisti di questi bus privati, il cordolo in cemento è un grande rischio”.

“Il nostro ingresso fornitori – spiega la dottoressa Elena Galluccio, responsabile casa di cura Villa  Bianca – è su viale Marche e questo cordolo ci crea non pochi problemi. Per fare lo scarico dell’ossigeno fino al prelevamento dei rifiuti speciali (e tanto altro) siamo costretti ad arrivare fino al Galateo e poi a tornare indietro. Tra l’altro, se passa un’ambulanza mentre l’autobus carica i passeggeri, è costretta, anche in emergenza, a stare ferma in attesa che salgano tutti. Noi chiediamo insieme a tutto il quartiere la rimozione del cordolo, perché dà delle difficoltà oggettive: ha ristretto troppo le carreggiate”.

Franco Romeo racconta di un calvario cominciato a febbraio del 2024: un cantiere che per otto mesi ha fermato le attività perché c’era un errore. È stata fatta una variante in corsa. “Siamo stati un mese fermi, visto che non si poteva entrare né da una parte né dall’altra di viale Marche – spiega il commerciante – Poi una nuova variante costata intorno ai 300.000 euro, dopo una serie di danni alle attività. I lavori sono stati fatti due volte per un errore tecnico e vorrei capire chi ha pagato per questo. Non ci voleva un genio per capire che ogni volta che l’autobus si ferma le macchine restano in coda. Tra clacson che suonano, traffico infernale  e autoambulanze che per passare vanno contromano nell’altra corsia, la situazione è drammatica”.

Giovanni Manzo ricorda che c’è un problema di sicurezza, ma anche il problema di rendere la vita più facile ai cittadini che per accedere alle proprie residenze, oppure per poter fare operazioni di carico scarico devo fare dei giri immensi a causa di quel cordolo. “A questo si aggiungono i 18 parcheggi persi e le difficoltà dei disabili che si recano all’Inps nel raggiungere l’altra parte della carreggiata” – spiega il presidente del Comitato di cittadini.

Sotto accusa anche una pensilina messa all’ingresso di un’abitazione. Anche il signor Saracino, titolare di una pescheria dall’81 in quel quartiere, ha esposto le sue lamentele a palazzo Carafa: “Le nostre attività sono state penalizzate negli ultimi otto mesi per la mancanza di parcheggi: i danni sono enormi”.

Il consigliere di maggioranza Massimo Fragola spiega che il progetto di Viale Marche nasce da una visione della città che demonizza il mezzo privato.

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Per il consigliere dì maggioranza Luigi Quarta Colosso è necessario intervenire con urgenza per evitare incolonnamenti dei mezzi di soccorso. Nei prossimi giorni si riuniranno assessori interessati e Comitato di cittadini per un piano operativo, con il parere dei tecnici, perché bisogna evitare il danno erariale.

“Le responsabilità dell’attuale situazione sono dovute a delle scelte politiche”, secondo il vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici Roberto Giordano Anguilla, che ha ricordato come il centrodestra abbia modificato in corsa gli interventi pianificati dal centrosinistra, conservando i parcheggi tra via Merine e Viale Gioacchino Rossini: “Se non vi foste impegnati a realizzare così male quelle opere, forse oggi non avremmo vinto”.

G.G.



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