ll presidente caccia il premier, crisi istituzionale a São Tomé e Principe

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08 Gennaio 2025

Articolo di Luca Bussotti

Tempo di lettura 4 minuti

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Il palazzo presidenziale a São Tomé. Foto da Wikimedia Commons

Che non corresse buon sangue fra il presidente della Repubblica di São Tomé e Príncipe, Carlos Vila Nova, e il primo ministro, Patrice Trovoada, non era un mistero per nessuno; tuttavia, una decisione così drastica (dimissioni in blocco di tutto il governo guidato dall’uomo più potente del Partito azione democratica indipendente – ADI a cui appartiene lo stesso capo dello stato) non era prevedibile.

Invece, dopo aver riunito il Consiglio di stato, Vila Nova – eletto alla presidenza della repubblica nel 2021 col 57,54% dei voti – ha deciso di far cessare la convivenza col suo compagno di partito, chiamando l’ADI a indicare una nuova figura per ricoprire la carica di premier. Va ricordato che a São Tomé e Principe vige un sistema semi-presidenziale, con elezione diretta del presidente della repubblica. È il primo ministro però – indicato dal partito che ha vinto le elezioni, ma nominato formalmente dal capo di stato – a guidare il governo a tutti gli effetti.

La mossa di Vila Nova, quindi, è risultata sorprendente anche a causa del sistema istituzionale di questo piccolo paese insulare dell’Africa Occidentale, che concentra nelle mani del primo ministro la gran parte dei poteri esecutivi per guidare il governo.

I motivi delle dimissioni

Quanto comunicato dalla presidenza della repubblica non lascia adito a dubbi: l’attuale governo avrebbe dato prova di inefficienza nella risoluzione dei problemi del paese, situazione aggravata dai continui (e inutili, secondo Vila Nova) viaggi all’estero di Trovoada. Il premier per altro ha preso spesso parte a incontri riservati a capi di stato, sovrapponendosi e andando oltre alle sue competenze istituzionali e di rappresentanza politica di primo ministro e togliendo spazio al presidente.

Da tempo il maggior partito di opposizione, il Movimento di liberazione di São Tomé e Principe – Partito social-democratico (MLSTP-PSD) – aveva chiesto senza successo le dimissioni di Trovoada.

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In realtà, la mossa di Vila Nova rivela contrasti molto seri all’interno della maggioranza: se, da un lato, Trovoada aveva da tempo occupato tutti gli spazi politico-istituzionali del paese, dall’altro va evidenziato che la scintilla che ha fatto degenerare la situazione si è verificata a novembre dello scorso anno. In quella circostanza, Trovoada aveva fatto votare al parlamento un aumento significativo delle tasse aeroportuali di São Tomé e Principe. Misura questa, a cui il capo di stato aveva opposto il veto presidenziale.

Per Vila Nova, l’incremento delle imposte era eccessivo e poi non coerente al tentativo in corso nel paese di incentivare il turismo e diversificare l’economia. Da quel momento, i rapporti fra le due figure di spicco della politica di São Tomé e Principe sono precipitati, fino all’inevitabile epilogo dello scioglimento del governo da parte del presidente Vila Nova.

Scenari possibili

La patata bollente, adesso, sta tutta nelle mani dell’ADI. Solo che il presidente di questo partito – eletto per acclamazione nel febbraio dello scorso anno – è lo stesso Trovoada… Tutto lascia pensare che il premier uscente si rifiuterà di indicare un altro nome al suo posto, riaffermandosi come l’unica figura spendibile per il suo partito nel ruolo di primo ministro.

Nel caso di ulteriore rifiuto, da parte di Vila Nova, nel confermare Trovoada come primo ministro, il presidente della repubblica potrà chiedere al MLSTP-PSD di provare a formare un nuovo governo; una soluzione improbabile, visto che la salda maggioranza parlamentare è in mano all’ADI, a meno di defezioni significative e passaggi di casacca dal partito attualmente in maggioranza all’opposizione.

In questo caso, entro tre mesi, il presidente della repubblica dovrà convocare nuove elezioni, in uno scenario tutto da decifrare, visti i contrasti insanabili all’interno dell’ADI.
Occorre infine evidenziare come São Tomé e Principe abbia visto crescere in misura notevole la percezione dei cittadini di pratiche di nepotismo e di corruzione da parte dei governanti. L’esecutivo è poi visto da molti come incapace di affrontare alcune delle problematiche principali del paese, fra cui l’accesso all’energia da parte della grande maggioranza dei cittadini, che ne sta frenando lo sviluppo.

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