“Lo hanno portato al suicidio”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Avrebbe ricattato suo padre per estorcergli denaro utilizzato per andare a cena, ricaricare il telefono o acquistare uno scooter. E lo avrebbe minacciato di chiamare i servizi sociali, di danneggiargli l’auto ma anche di farlo pestare dal “consuocero”, generando un vortice di disperazione e sensi di colpa che, nel giro di qualche mese, avrebbe portato l’uomo, di 48 anni, a farla finita. È fissata per il prossimo 26 marzo l’udienza preliminare a carico di una ragazza, oggi quindicenne, e del suo fidanzato, di 3 anni più grande, accusati di averne causato la morte come conseguenza dei continui episodi estorsivi. Lei è stata collocata in una comunità nel Catanese visto che nel frattempo ha partorito un bambino mentre lui, diventato maggiorenne da qualche mese, è stato rinchiuso nel carcere Malaspina.

L’inchiesta è stata avviata a marzo scorso, dopo il suicidio del 48enne. A fare la tragica scoperta e chiamare la polizia era stato un altro dei suoi figli. Vicino al cadavere, come emerso durante i rilievi, c’erano due lettere e un testamento che, come accertato successivamente da un perito, erano stati scritti proprio da lui. Il giovane aveva raccontato agli investigatori del clima pesante che si respirava in casa ormai da qualche anno, soprattutto dopo la morte della madre. La prematura scomparsa aveva convinto l’uomo a trasferirsi nel Lazio per ricominciare una nuova vita insieme al resto della famiglia. Una scelta contestata dall’indagata che non avrebbe gradito la relazione tra un’altra persona e suo padre, in qualche modo poi costretto a tornare a Palermo.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Agli investigatori il figlio avrebbe raccontato anche della pretesa che sua sorella avrebbe avanzato nei confronti del padre, ovvero di consegnarle 5 mila euro come “eredità materna”. Alla luce di queste informazioni i poliziotti hanno sequestrato i cellulari della vittima, della figlia e del fidanzato ma anche i tre manoscritti. “Mi hai estorto non solo i tuoi soldi – scriveva l’uomo nella lettera destinata alla quindicenne – ma anche quelli dei tuoi fratelli. Sei una brava manipolatrice”. E ancora: “Estorcermi migliaia di euro, farmi gonfiare di botte, distruggermi la macchina, sputato, deriso, visto io come un mostro che non sono te la devi vedere con Dio e portarti per tutta la vita questo fardello. Vorrei perdonarti ma non ci riesco, non rabbia ma disprezzo, lo stesso disprezzo che hai per me”.

L’altra missiva era indirizzata ai fratelli, nei confronti dei quali l’uomo sentiva la necessità di scusarsi: “Non mi sono mai approfittato dei vostri soldi, Whatsapp parla chiaro. Sono troppo stanco di vivere, non riesco ad andare avanti così. Vi potrò sembrare codardo ma non è così. È una liberazione la morte”. A fornire riscontri sulla ricostruzione anche il contenuto della chat fra la vittima e la figlia che, per farsi consegnare i soldi, avrebbe detto all’uomo di aspettare un bambino utilizzando la gravidanza come scusa per ricattarlo. E di fronte allo sconforto dell’uomo, che meditava pure il suicidio, la ragazza gli avrebbe risposto: “Mentre sono incinta non devo avere questi dispiacere e manco dopo che partorisco. Morendo tu fai morire a tuo nipote, vuoi questo?”.

Significativi poi i messaggi estrapolati dai cellulari da un perito incaricato dal tribunale. Nelle varie conversazioni, durante i vari mesi, sono state trovate alcune espressioni utilizzate dalla ragazza che, rivolgendosi al padre, scriveva: “Mandameli che mi servono”, “mi fai fare abbili”, “ti farò morire”, “fai schifo”, “muori, “pezzo di merda”, “va iecca sangu”, “ti rinnego come padre”, “non ti devi lamentare”, “appena hai fatto (riferendosi al trasferimento di denaro, ndr) dimmelo”, “mettimi 10 euro che voglio le cocche e quando mi va una cosa poi se mangio altro mi viene da vomitare”, “tu mi vuoi solo rovinare”, “io pillole non ne prendo più ma ti giuro che se mi muore il bambino io quello che combino non lo so”, “non lo conoscerai mai mio figlio”, “ti giuro che non ti darò pace”, “non è che sei trattato come un mostro, sei trattato come meriti”, “per non dire magnaccio senza voglia di lavorare”.

In uno degli ultimi messaggi prima della morte, la ragazza aveva scritto al padre: “Tu vuoi di nuovo la guerra, non ti è bastato tutto quello che è successo vero, la macchina rotta, tu all’ospedale, mio fratello con il sangue in bocca, ma tu vuoi arrivare vero a cose più gravi e te ne puoi andare vero dall’Italia a dormire sotto un ponte ….. Ora ti faccio scrivere dal mio fidanzato anche se sta male scende e ti giuro a mia madre che sta volta lo faccio scendere vero”. E l’uomo, poche ore prima del suicidio, le aveva inviato un messaggio: “Volevi questo, sei arrivata al tuo scopo. Non mancheranno giorni e arriverà la triste notizia che non io non ci sono più”. E lei: “Addirittura per 100 euro ti ammazzi?”.

Dopo il ritrovamento del cadavere e mesi di indagini il gip del Tribunale per i minorenni, ha disposto per la quindicenne, che nel frattempo ha partorito, il collocamento in comunità e la custodia cautelare all’istituto penale minorile per il fidanzato.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link