Sono gli Ultra-High Net Worth Individual ovvero i 580 mila super-ricchi del pianeta che possono contare su oltre 30 milioni di dollari di patrimonio. Le classifiche più conosciute, in primis quella di Forbes, citano i loro nomi e quelli più conosciuti agli occhi del grande pubblico, sono quelli di Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos. In particolare Elon Musk nutre grande fiducia nel suo impero dal momento che SpaceX, Neuralink, The Boring Company e Tesla coprono la maggior parte del suo portafoglio.
Interessante, però, guardando nel tempo proprio queste classifiche, scoprire che se in passato la maggior parte comprendeva nomi dell’industria, oggi, invece, Internet è il settore che ha permesso a degli illustri sconosciuti spesso giovanissimi (vedi Mark Zuckerberg) di entrare nell’Olimpo della finanza.
La conferma arriva anche dal Billionaire Ambition Report secondo cui la ricchezza dei componenti del comparto tech è passata da 788,9 miliardi a 2.400 miliardi. Tra i rami più remunerativi non solo l’ecommerce ma anche i pagamenti digitali, l’IA generativa, la cybersecurity e la fintech. Nel comparto industriale il livello di ricchezza è passato da 480,4 a 1.300 miliardi di dollari. Da qui la facile deduzione che sia ieri che oggi per diventare super ricchi è necessario saper trovare la giusta idea e il canale commercialmente più utile per sfruttarla.
Nel caso, però, si voglia replicare strategie di investimento già rodate, molti guardano al famoso modulo 13F, il documento trimestrale che chi ha in gestione oltre 100 milioni di dollari di asset deve presentare alla SEC USA. Il documento elenca ed illustra le maggiori partecipazioni degli investitori di riferimento e spesso è stato definito un elemento non utile per replicare strategie di investimento utili nel passato. Per chi, invece, vuole comprendere la natura degli investimenti stessi, anche solo a scopo antropologico, il modulo 13F resta un documento interessante.
Da queste pagine, ad esempio, si scopre che nel 2022 Warren Buffett, per esempio, ha investito in azioni la cifra record di 68 miliardi di dollari. E sono proprio le azioni, ed il mercato azionario in generale, ad essere tra i preferiti, soprattutto in un’epoca come la nostra dove la Federal Reserve si trova a dover calibrare il tasso di interesse in maniera sostanziale. Non perde fascino, inoltre, il settore immobiliare dal momento che il 34% della totalità di questi portafoglio si concentra proprio su questa voce.
Reggono bene anche i cosiddetti investimenti alternativi anche se restano relegati al 5% del totale. Arte, vini, orologi, come anche articoli di lusso in generale, restano un punto di investimento ancora apprezzato, sebbene riservato agli appassionati, trattandosi di settori spesso di nicchia. Protagonista, ma soprattutto elemento di investimento al limite dello scaramantico, è l’oro al 3% degli investimenti dei super-ricchi, anche in virtù dei recenti rialzi registrati dal metallo giallo. Il lingotto, infatti, negli ultimi tempi ha registrato una serie di quotazioni che di volta in volta hanno infranto non pochi record.
Stesso discorso per le criptovalute che, complici il rialzo record del Bitcoin e l’entrata in scena degli ETF focalizzati sulla maggiore delle criptovalute, stanno ritrovando un nuovo allure, con tutte le conseguenze del caso.
Interessante anche scoprire che molti dei miliardari in questione non si trovano più solo in USA. Anche la Cina, a dispetto del comunismo che, in teoria, dovrebbe governare la nazione, vanta la presenza (in aumento) di molti miliardari. In particolare i Paperoni cinesi hanno sfruttato, dal 2015 al 2020, un incremento del 137,6% della loro ricchezza che, sebbene con un andamento altalenante, è passata da 887,3 miliardi di dollari a 2.100 miliardi di dollari per poi cedere il 16%, assestandosi a 1.800 miliardi di dollari.
Non solo ma l’ultimo decennio ha registrato a livello globale anche un discreto aumento sia dei componenti del club dei supermiliardari che del peso dei rispettivi patrimoni. Infatti, numeri alla mano, un report di UBS parla di un +121% (da 6.300 miliardi a 14mila miliardi di dollari) che includeva 2.682 fortunati, in rialzo rispetto ai precedenti 1.757.
FOTO: shutterstock
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