Decentramento, dalla farsa al paradosso: nei Municipi ora c’è una commissione sul tema

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A Bari, oltre ad una commissione speciale al decentramento di livello comunale, ora ce n’è anche una omonima ed omologa nel Consiglio del “Municipio 1”. A dare notizia dell’insediamento di detta Commissione speciale all’interno della mini-assemblea che rappresenta il maggior numero di quartieri baresi è stato lo stesso “Municipio 1”, guidato dalla neo presidente Annamaria Ferretti, che al riguardo ha dichiarato: “Il percorso che comincia oggi è finalizzato alla costruzione di un processo partecipativo su un tema complesso, che consiste nell’elaborazione di una proposta di modifica dell’attuale Regolamento dei Municipi”. “La scelta di indirizzare la commissione speciale su questo programma di lavoro – ha sottolineato, inoltre, Ferretti – pone le basi per il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi che insieme alle altre quattro presidenti ho condiviso con il sindaco Vito Leccese a inizio mandato, nel solco della valorizzazione di autonomia, deleghe, competenze e responsabilità dei cinque Municipi”. Per la presidente del Municipio di decentramento comunale che, con i suoi 110mila abitanti circa, è il più grande di Bari, “l’attuazione di questo processo non è più rinviabile per la città, perché i portatori delle esigenze e dei bisogni delle comunità territoriali devono poter agire autonomamente e integrarsi contestualmente ai processi decisionali centrali”. E ciò, sempre secondo la presidente Ferretti, è sufficiente per poter affermare che a Bari “siamo in una storia nuova” con il decentramento amministrativo. Non dello stesso avviso, però, molti cittadini baresi che – come è noto – ritengo gli istituti politici di decentramento amministrativo degli organi ormai anacronistici per una città come Bari, che conta meno di 320mila abitanti, e che, da quando il Primo cittadino è eletto direttamente dal popolo, la presenza di strutture politiche comunali sotto ordinate sono del tutto prive di significato, oltre che rappresentare, per il loro esoso costo alla cassa cittadina, uno scandaloso spreco e sperpero di denaro pubblico. “E questo – esclamano i bene informati sulla situazione finanziaria del Comune di Bari – in una città come Bari, dove le imposte e tasse comunali sono ormai da tempo al massimo consentito e taluni servizi reali ai cittadini al minimo possibile o, peggio, inesistenti!”, come nel caso della popolosa periferia a nord del Capoluogo, che da anni non ha più un presidio fisso di Polizia urbana e per fare una carta d’identità, o altri atti di stato civile, occorre spostarsi in città, se non addirittura in uffici dislocati dalla parte opposta del luogo dove si risiede. Ma tralasciando questi ultimi aspetti, i costi per il Comune (e quindi per i cittadini!) dei politici “occupati” nei cinque Consigli baresi di Municipio costituiscono – a detta di molti baresi – un vero scandalo per le cifre corrisposte per remunerare ruoli istituzionali senza alcuna effettiva funzione e, di conseguenza, senza una reale responsabilità di governo del territorio. Per la cronaca, non è forse superfluo ricordare che l’amministrazione Leccese, ai presidenti del cinque Municipi baresi, lo scorso ottobre ha ripristinato in maniera integrale un compenso lordo mensile di euro 5382,50 Euro, che supera di gran lunga (ossia di circa 1000 euro mensili) quello dei sindaci di Comuni delle dimensioni di Bitonto, Corato, Gravina di Puglia, Monopoli, Modugno e tanti altri meno popolosi di questi, ma che comunque trattasi di realtà comunali autonome di rilevanza costituzionale e non cero di “istituti” interni alla realtà comunale, per giunta facoltativi per la presenza e per gli emolumenti da corrispondere ai politici in essi impegnati. Un analogo rilievo vale per gli emolumenti erogati dal Comune di Bari ai complessivi 76 consiglieri dei cinque Consigli baresi di Municipio. Infatti questi ultimi, in base a quanto deliberato ultimamente dall’amministrazione Leccese, possono cumulare mensilmente fino a 1.350 Euro lordi di “gettoni” di presenza a fronte di compensi ben più bassi conseguiti dai consiglieri di realtà comunali autonome, come quelle innanzi citate. Pertanto, a Bari anziché prendere atto della realtà fallimentare dei Municipi di decentramento cittadino e, conseguentemente, di abolirli o quantomeno limitarne i costi, l’amministrazione Leccese sta continuando con lo spreco, considerata sia la facoltatività, dal 2010, degli istituti politici di decentramento amministrativo per i grandi Comuni che, dal 2024, degli emolumenti per gli amministratori di quartiere, spesso privi – come nel caso di Bari – anche di reali funzioni a favore della collettività di cui sono emanazione elettorale. Infatti, a Bari pur di continuare nella “farsa” dei Municipi di decentramento c’è chi tenta di giustificarne l’esistenza, parlando di “storia nuova” ed inventando l’istituzione (all’interno dello stesso Municipio!) di una speciale Commissione sul decentramento, con la prospettiva che ben presto anche gli altri 4 Municipi baresi di decentramento amministrativo ne seguano l’esempio e che anche questi altri verosimilmente istituiranno una propria Commissione speciale al decentramento.  E, al cospetto di tale notizia, non ci si può di certo meravigliare se poi a Bari qualche cittadino si chiede sbigottito e con evidente ironia: “Siamo forse su ‘Scherzi a parte’ o alla trasmissione televisiva ‘Oggi le comiche’?” Infatti, al Comune in ogni consigliatura che si è susseguita negli ultimi decenni si è sempre istituita una speciale Commissione al decentramento, ma che concretamente non ha mai portato a risultati tangibili sulla questione, se non quello di tenere in piedi un argomento perennemente irrisolto per la Città di Bari e finora gli unici veri obiettivi raggiunti da detta Commissione speciale sono stati quello della sua “autoconservazione” nell’istituzione consigliare e quello di avallare un finto e falso decentramento comunale. Spintosi al punto, nella scorsa consigliatura, da aver chiesto ed ottenuto il riconoscimento della possibilità di svolgimento dei Consigli e delle sedute di Commissione a distanza, ossia via web, anche per i consiglieri di Municipio. Modalità invece negata per il pubblico eventualmente interessato ad assistere a tali lavori. E dire che questi in teoria sono gli “organi” di quartiere che devono avvicinare i cittadini all’istituzione comunale! E ora i baresi si vedono istituire anche una speciale Commissione sul decentramento di livello municipale. Un paradosso che rappresenta un’evidente contraddizione, non solo perché esiste un’apposita analoga Commissione a livello centrale, che è quello di cui i Municipio sono diretta emanazione, ma appare a dir poco assurdo che a debbano essere gli stessi Municipi a dover trattare il “tema” del loro stesso funzionamento. Infatti, a questo punto, il dubbio di qualcuno è “se sarebbe legittima una Commissione sul decentramento all’interno di un’Assemblea, quella di Municipio per l’appunto, che è essa stessa un organo di decentramento” e che, in base al Regolamento comunale, non ha di certo tra i temi di sua competenza quello di occuparsi del proprio assetto istituzionale. A meno che il vero fine della “novità” recentemente introdotta nel “Municipio 1”, con l’istituzione della Commissione sul decentramento, non sia quello di voler “autodenunciare” in maniera eclatante e contraddittoria il fallimento di un istituto che al Comune di Bari, a livello centrale, nessuno ha mai fatto, preferendo invece continuare “a nascondere la polvere sotto il tappeto”, perché tanto a pagare è sempre e solo Pantalone!

 

Giuseppe Palella

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Pubblicato il 8 Gennaio 2025





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