di Andrea Cegna dal Chiapas
Nel 2006, il 6 gennaio, 19 anni fa, moriva la Comandanta Ramona (nella foto di copertina). Mi trovo alla Cooperativa El Paraiso, che è a pochi chilometri da Tonala dove quello che oggi è il Capitan Marcos, all’epoca, Subcomandante Marcos, diede la notizia così “In questo caso mi è molto difficile parlare, perchè ciò che posso dire è che il Mondo ha perso una donna esemplare. Che il Mondo, che il Messico ha perso una di quelle donne che lottano. A tutti noi è stato strappato un pezzetto di cuore. Entro pochi minuti si chiuderà il Caracol di Oventic, e andiamo per la morte di questa compagna in privato. Speriamo che i media rispettino ciò. In vista di questo cancelliamo la nostra partecipazione agli atti di oggi e domani, e adesso ritorniamo là per aspettare gli ordini dei compagni, del Comando e del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno. La Comandante Ramona c’era alla chiusura della Plenaria. Scusate, quando iniziò la Plenaria ne La Garrucha. Abbiamo scherzato con lei. Ancora pochi giorni fa l’hanno vista i compagni, il primo di gennaio. Mi mandò un saluto e scherzò. Però adesso ricordo che quel giorno della Plenaria ci ha dato un ricamo che aveva fatto lei, mentre era convalescente dell’operazione che ha subito quasi dieci anni fa. Me lo consegnò e mi disse che sperava che l’Altra Campagna fosse come quel ricamo. Questo è quello che dobbiamo fare. Grazie, compagni”.
Prima dell’operazione al rene, in quel 1996 citato da Marcos, Ramona aveva guidato la fondazione del Congresso Nazionale Indigeno. Era andata a Città del Messico e li aveva detto “Attraverso la mia voce parla la voce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Oggi siamo venuti qui, nel centro di questo Paese chiamato Messico, per dire a tutti i messicani alcune parole che noi, gli zapatisti, abbiamo. In sé la nostra parola di zapatisti è molto piccola, ma il suo passo è molto grande e cammina molto lontano ed entra in molti cuori.
Questi cuori che ci hanno ascoltato sono i cuori di uomini, donne, bambini e anziani che vogliono un Paese democratico, libero e giusto. Questi cuori sono quelli che ci hanno aiutato a raggiungere lo Zócalo di Città del Messico. Questi cuori vogliono quello che vogliamo noi zapatisti e quello che vogliamo tutti. Vogliamo un Messico che ci tenga in considerazione come esseri umani, che ci rispetti e riconosca la nostra dignità. Per questo vogliamo unire la nostra piccola voce di zapatisti alla grande voce di tutti coloro che lottano per un nuovo Messico.
Siamo venuti qui per gridare, insieme a tutti gli altri, che non ci sarà mai più un Messico senza di noi. Questo è ciò che vogliamo, un Messico in cui tutti abbiamo un posto dignitoso. Per questo siamo pronti a partecipare a un grande dialogo nazionale con tutti. Un dialogo in cui la nostra parola sia una parola in più in tante parole e il nostro cuore sia un cuore in più in tanti cuori. Per questo dialogo nazionale cammineremo a lungo e faremo molti passi. Siamo pronti a fare di tutto per compiere questi passi. Ma abbiamo bisogno di tutti voi per aiutare tutti gli zapatisti a camminare, così come avete aiutato me a camminare qui.
Fratelli e sorelle messicani: Sono la Comandanta Ramona dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Sono il primo di molti passi degli zapatisti verso il Distretto Federale e verso tutti i luoghi del Messico. Speriamo che tutti voi camminiate insieme a noi. Questa è la nostra parola, fratelli e sorelle messicani”.
La Comandanta Ramona è stata un personaggio fondamentale nella storia dell’EZLN. E’ stata tra le prime donne ad entrare nell’organizzazione, è stata colei che ha voluto “la legge rivoluzionaria delle donne”. La donna indigena Tzotzil così è stata descritta dal sociologo Raul Romero “Ramona divenne la figura più visibile di diverse generazioni di donne zapatiste maya che passarono dal vivere in sottomissione alle strutture colonialiste, patriarcali e capitaliste all’essere a capo di un’organizzazione politico-militare insurrezionale. Ricordiamo, ad esempio, che nel 1993, in pieno Chiapas, i contadini esercitavano il diritto di pernazione nelle famiglie dei loro peones, cioè esercitavano il diritto di stuprare le donne che sposavano uno dei loro peones. Nel 2013, durante l’escuelita zapatista – un’iniziativa in cui le comunità zapatiste hanno mostrato a migliaia di persone provenienti da tutto il mondo ciò che hanno realizzato quotidianamente – diverse basi di appoggio femminili hanno raccontato come è stato messo in pratica il diritto rivoluzionario delle donne. L’esercizio è stato fantastico e ha portato anche alla proposta di ampliare la legge con 33 nuovi articoli”.
Ramona ha aperto una porta che oggi migliaia di donne percorrono. Non solo le donne dell’EZLN ed indigene che si riflettono nel suo esempio, ma donne di tutto il Messico che leggono le parole di quell’immensa piccola donna che solo un tumore ha potuto fermare.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link