l’imprenditore sarà processato per l’omicidio volontario del bracciante agricolo

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Antonello Lovato sarà processato per omicidio volontario con giudizio immediato davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Latina. L’udienza è stata fissata per il prossimo primo aprile.

Il giudice Barbara Cortegiano ha accolto la richiesta della Procura di Latina che ha indagato sulla terribile morte del bracciante indiano Satnam Singh, abbandonato in strada con il braccio amputato dall’imprenditore agricolo di Borgo Santa Maria e successivamente morto in ospedale a Roma. Per l’imprenditore di 38 anni il Procuratore capo Giuseppe De Falco e il sostituto Marina Marra avevano chiesto il giudizio immediato per omicidio volontario. Satnam era stato lasciato davanti alla sua abitazione dopo un terribile infortunio sul lavoro nell’azienda di Lovato. Ma il titolare, anziché portarlo in ospedale o chiamare il 118, lo aveva fatto salire sul suo furgone per poi lasciarlo davanti casa in un lago di sangue, con la compagna Soni. L’incidente è avvenuto lo scorso giugno nelle campagne pontine. Due giorni dopo il ricovero Satnam Singh è morto in ospedale a Roma. Secondo la ricostruzione, se fosse stato soccorso subito forse si sarebbe potuto salvare.

L’arresto di Antonello Lovato è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese il 2 luglio, dopo la richiesta del sostituto procuratore titolare delle indagini, Marina Marra.

Dopo la chiusura delle indagini e la richiesta di giudizio immediato, ora arriva il via libera e la fissazione dell’udienza il primo aprile al tribunale di Latina.

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LA RICOSTRUZIONE

La dinamica dell’incidente è basata soprattutto sulle parole della compagna della vittima, Soni, già ascoltata in tribunale in un incidente probatorio durato oltre tre ore. L’obiettivo era quello di cristallizzare la testimonianza fondamentale della donna che il 17 giugno aveva assistito all’infortunio di Satnam, rimasto incastrato nel macchinario avvolgi plastica dell’azienda agricola di Borgo Santa Maria. «Soni è rimasta molto lucida e ha fornito una testimonianza precisa – spiega l’avvocato Gianni Lauretti – ha saputo ricostruire perfettamente tutte le fasi dell’incidente e quello che è successo dopo con il successivo trasporto. Ha ricordato che quando era nel furgone toccava la testa del compagno e non sanguinava, mentre quando è stato lasciato davanti alla loro abitazione la testa sanguinava, quindi probabilmente mentre è stato scaricato dal furgone ha battuto il capo sul cordolo di cemento del marciapiede». In tribunale era stato ascoltato anche un altro testimone presente il 17 giugno nell’azienda di Borgo Santa Maria, un bracciante anche lui di origine indiana che ha confermato la dinamica dell’incidente e gli avvenimenti successivi, così come ricostruiti dalla moglie di Satnam.

L’INCIDENTE

Secondo la Procura Antonello Lovato ha provocato la morte di Satnam innazitutto violando una serie di norme di sicurezza che hanno portato al ferimento del bracciante. Quel giorno Satnam lavorava privo di qualsiasi protezione ed era rimasto impigliato mentre manovrava l’attrezzo “avvolgitelo”. Dopo essere stato trascinato dal macchinario ha subito l’amputazione totale dell’arto destro e altre lesioni. Lovato, secondo l’accusa, avrebbe dovuto innanzitutto chiamare i soccorsi, cosa che non ha fatto. Inoltre, scrive la Procura, ha messo in atto una serie di azioni per occultare quanto avvenuto: ha caricato Satnam sul furgone mentre perdeva grosse quantità di sangue riponendo il braccio amputato in una cassetta per gli ortaggi. Poi si è diretto verso casa del lavoratore, abbandonandolo lì vicino, agonizzante, insieme alla cassetta con dentro l’arto amputato. Poi si è impegnato per eliminare le tracce procedendo al lavaggio accurato del furgone, spostando gli attrezzi coinvolti nell’incidente e pulendo tuttele tracce di sangue presenti sulla scena. Non solo, ha anche preso i telefonini di Satnam e della moglie Soni. Tutto ciò, sottolinea la Procura, evidenzia la volontà di nascondere l’incidente per evitare conseguenze gravi. I magistrati sottolinenao anche che un intervento di soccorso tempestivo avrebbe potuto salvare la vita di Satnam che è morto per shock emorragico dovuto all’amputazione dle braccio.      

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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