Michele Fazio, ucciso (per sbaglio) dalla mafia a 15 anni mentre tornava a casa. «Così iniziò il cambiamento di Bari»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


di
Davide Grittani

Nel 2001, tra i vicoli di Bari vecchia, il 15enne rimase vittima della guerra di mafia tra Capriati e Strisciuglio. Ma con il suo omicidio iniziò anche il cambiamento di Bari e del suo borgo antico, oggi meta turistica gettonata

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

In ossequio a un’usanza più barbara che tribale, la scarcerazione di un detenuto spesso viene celebrata con fuochi d’artificio che interpretano la dura prossemica della malavita. Secondo l’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano, questa specie di «danza bellica» è stata debellata ovunque, tranne che in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. 

In particolare quella del 30 agosto 2022 conteneva un significato oltraggioso e insieme inquietante. Bari vecchia si fermò e accese fuochi in onore di Raffaele (detto Lello) Capriati: nipote del boss Tonino, fratello di Filippo e Domenico. Libero dopo aver scontato 17 anni, mentre in un video che fece il giro del mondo s’udiva «finalmente a casa, cor mij». 
Raffaele Capriati era stato condannato per l’omicidio di Michele Fazio, un ragazzo al quale il destino aveva teso una trappola degna di William Shakespeare. 




















































Il ragazzo che lavorava per aiutare la famiglia

Terminata la terza media, Michele (15 anni) aveva deciso di lasciare la scuola per aiutare la famiglia. La sera del 12 luglio 2001 stava lavorando in un bar della città vecchia, aspettava la fine del turno per portare a casa delle pizze (come gli aveva chiesto suo padre): avrebbe «bussato al portone coi piedi», come si usa dire per quelli che, portando da mangiare, hanno braccia e mani occupate. 
Come avvenne nei cieli di Ustica, quella sera a Bari si consumò una rappresaglia militare per marcare l’egemonia nel ventre urbano. Qualche settimana prima era stato ucciso Francesco Capriati, per mano del clan rivale Strisciuglio. La spedizione era dunque finalizzata a riscrivere i codici del terrore, per mezzo di una sassaiola di proiettili che ai più sembrò non riguardare nessun altro se non i diretti interessati. Fin quando il corpo di Michele Fazio, steso in terra in mezzo a una pozza di sangue, cambiò la vita dei baresi.

L’omicidio del “uagnon bun”

Sono stati in molti, a cominciare dal sociologo Franco Cassano, a ritenere che Bari «divenne veramente città quella maledetta sera di luglio». Fu così forte l’assestamento conseguente all’omicidio che persino gli autori – mandanti, esecutori materiali e affiliati al clan che lo commise – si convinsero che la morte di Michele Fazio avrebbe sancito anche la loro: non solo simbolica, soprattutto ideologica (e quindi fisica). 
«Sim accis o uagnon bun» ripetè uno del commando, col corpo di Michele ancora a terra. Quasi una resa alle enormi ripercussioni che si sarebbero abbattute sulla malavita barese, in quegli anni vera proprietaria dell’anima della città.

Cosa accadde la sera del 12 luglio 2001

«Mia figlia dalla finestra vide Michele da solo, nella piazza deserta, steso per terra col sangue che scorreva dappertutto – il racconto del padre, Pinuccio Fazio –. Non ci credetti subito, ma poi cominciai a capire. Ci abbiamo messo una vita per creare una famiglia, degli assassini l’hanno distrutta in una manciata di secondi». Da lì a poco sarebbe cominciata la bonifica della città vecchia, la riconquista degli spazi che oggi sono destinati all’accoglienza, ma un quarto di secolo fa erano liane di una giungla inespugnabile. 

Diversi aneddoti suggellano l’impenetrabilità di quei vicoli, uno riguarda nientemeno che Luciano Canfora. Il quale, interpellato da una studentessa a cui serviva consultare testi custoditi nel complesso di Santa Teresa dei Maschi (oggi De Gemmis), le consigliò di «lasciar perdere, quelle zone non sono adatte a giovani fanciulle e io non intendo assumermi la responsabilità di quello che potrebbe succederle». Un avvertimento in rima con l’adagio che gli studenti universitari avevano assunto come antesignano dei moderni antifurti, ovvero «se vuoi che Bari non ti salti addosso, togliti l’oro di dosso». 

Il cambiamento di Bari 

Aveva ragione Cassano, Bari divenne città in seguito all’omicidio Fazio. Quella tragedia che da subito divenne collettiva, dolore di tutte le madri e i padri baresi, assunse i connotati dell’ultima chiamata alla dignità: come le stragi Falcone e Borsellino (e delle loro scorte) resero Palermo una città consapevole, così Bari colse l’ultimo tram utile per ribellarsi alla propria reticenza e incarnare il ruolo che l’intera Puglia le chiedeva di interpretare. «Bari, esci dal letargo» tuonò l’allora capo del governo Silvio Berlusconi, intervenendo il 9 settembre 2001 all’inaugurazione della Fiera del Levante.

Raffaele Capriati è stato ucciso l’1 aprile 2024, lunedì dell’angelo. L’intero commando della sparatoria in cui perse la vita Michele Fazio, o è tornato in carcere (per altri reati) o è stato a sua volta ucciso. Lella e Pinuccio Fazio oggi vanno per scuole, università e circoli a parlare di mafia, portando la struggente testimonianza di chi «aspettava delle pizze e invece ha visto arrivare una bara». Da allora Bari è cambiata, la Puglia pure. Ciò nonostante, ogni tanto si odono fuochi d’artificio apparentemente immotivati. Mentre navigando in rete si trovano – spesso in relazione tra loro – immagini di Michele col berretto da Carabiniere (si tratta di un fotomontaggio, poiché desiderava diventarlo) e altre relative alla scarcerazione di Capriati. E forse è a questo punto che Shakespeare chiederebbe al Lettore, secondo voi quali sono le più viste?

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

9 gennaio 2025 ( modifica il 9 gennaio 2025 | 09:57)

Carta di credito con fido

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link