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Reati ambientali e sequestro probatorio (Cass. Pen., Sez. III, 18 dicembre 2024, n. 46549)

L’avv. Alessandro De Nicola ci segnala la pronuncia in esame: la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società avverso il decreto di sequestro probatorio per l’illecito amministrativo di cui all’art. 25-undecies, comma 2, lett. c), D. Lgs. 231/2001. In particolare, alla società veniva contestata l’omessa comunicazione agli enti preposti in caso di imminente minaccia di danno ambientale (artt. 242 e 257 D. Lgs. 152/2006).
La Suprema Corte, nel rigettare il ricorso della società, ha precisato come, in tema di legittimità del sequestro probatorio, “non è necessario che il titolare del bene sottoposto a vincolo reale coincida con l’autore del reato per il quale si procede, in quanto il sequestro probatorio, quale mezzo di ricerca e assicurazione della prova, prescinde dalla necessità che titolare del bene e autore del reato coincidano, essendo sufficiente la relazione tra la cosa e il reato e la sua necessità a fine di prova, non occorrendo, invece, come sostenuto dalla ricorrente, una relazione tra la cosa e l’indagato o autore del fatto”.
Per i Giudici di legittimità, dunque, in sede cautelare, il sequestro a fini di prova potrà essere disposto anche nei confronti di terzi estranei al reato.

Esaminiamo il problema. Elementi essenziali dell’illecito

L’art. 25-undecies del D.Lgs. 231/2001 disciplina i reati ambientali rilevanti ai fini della responsabilità amministrativa degli enti. In particolare, il comma 2, lett. c) si riferisce alla violazione dell’art. 137 del D.Lgs. 152/2006, che riguarda l’illecito di scarico non autorizzato di acque reflue industriali.

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Scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione: si verifica quando un’azienda effettua uno scarico senza aver ottenuto i permessi previsti dalla normativa ambientale.
Sanzione amministrativa a carico dell’ente: la responsabilità amministrativa sorge se il reato è stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
In base al D.Lgs. 231/2001, le sanzioni possono includere una sanzione pecuniaria determinata secondo i criteri previsti dal decreto, calcolata in “quote” e sanzioni interdittive, ad esempio: sospensione o revoca delle autorizzazioni, divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, o interdizione dall’esercizio dell’attività.

Misure preventive

Per evitare il rischio di incorrere in questo illecito, l’ente dovrebbe implementare un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) conforme al D.Lgs. 231/2001, effettuare regolarmente controlli e verifiche sul rispetto delle normative ambientali, garantire una corretta gestione degli scarichi industriali, ottenendo le necessarie autorizzazioni.

La gestione della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 richiede un approccio strutturato per prevenire, rilevare e mitigare il rischio di commissione di reati nell’interesse o a vantaggio dell’ente.

Adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG): il MOG è il cuore del sistema di prevenzione dei reati. Deve essere personalizzato sulle caratteristiche dell’ente e contenere:

  • Mappatura dei rischi: Identificazione delle aree e attività a rischio reato.
  • Protocolli operativi: Regole e procedure per prevenire comportamenti illeciti.
  • Codice etico: Principi e valori che guidano l’operato dell’ente.
  • Sistema disciplinare: Sanzioni per il mancato rispetto del MOG.
  • Procedure di segnalazione: Canali di whistleblowing per segnalare condotte illecite.

Nomina dell’Organismo di Vigilanza (OdV) che ha il compito di:

  • Vigilare sull’efficace attuazione del MOG.
  • Verificare il rispetto delle procedure e l’adeguatezza dei controlli.
  • Aggiornare il modello in caso di modifiche normative o organizzative.

L’OdV deve essere autonomo, indipendente, e composto da persone con competenze in materia legale, organizzativa e gestionale.

Formazione e sensibilizzazione del personale

  • Organizzare corsi di formazione periodici per dirigenti, dipendenti e collaboratori.
  • Diffondere il Codice Etico e il MOG a tutti i livelli aziendali.
  • Garantire che tutti siano consapevoli delle conseguenze legali e disciplinari di comportamenti illeciti.

Monitoraggio e aggiornamento continuo

  • Effettuare controlli periodici sull’efficacia del MOG.
  • Aggiornare il modello in base a cambiamenti normativi, modifiche organizzative ed emergenza di nuovi rischi.
  • Documentare tutte le attività di verifica e aggiornamento.

Canali di segnalazione (Whistleblowing)

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Saldo e stralcio

 

  • Garantire la riservatezza delle segnalazioni.
  • Predisporre un sistema per gestire in modo tempestivo ed efficace le denunce.
  • Proteggere i segnalanti da eventuali ritorsioni.

La gestione della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 richiede un approccio strutturato per prevenire, rilevare e mitigare il rischio di commissione di reati nell’interesse o a vantaggio dell’ente. La redazione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) ai sensi del D.Lgs. 231/2001 è un processo complesso che richiede un’analisi dettagliata dell’organizzazione aziendale e dei rischi correlati. Il MOG deve essere personalizzato sulla base delle specificità dell’ente e conforme alle disposizioni normative.



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