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Rigettate le richieste di domiciliari per il sindaco Nicola Pirozzi e per il suo predecessore
Turbativa d’asta e corruzione in relazione a gare d’appalto nell’ambito dell’affidamento del servizio integrato di raccolta dei rifiuti: sono i reati contestati a un ex assessore all’Ambiente del Comune di Giugliano in Campania – oggi Consigliere comunale presso il Comune di Napoli e Consigliere della Città metropolitana di Napoli – e di un dipendente comunale di Marano di Napoli con mansioni all’epoca dei fatti di sorvegliante. I due, su provvedimento del tribunale di Napoli nord, sono stati raggiunti da divieto di dimora nel Comune di Napoli e sospensione dai pubblici uffici. Si tratta di Luigi Grimaldi e Domenico Abbatiello.
Sono stati i carabinieri del gruppo carabinieri di Castello di Cisterna a dare esecuzione ai due provvedimenti cautelari, emessi dal Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura. Sono stati inoltre disposti sette sequestri preventivi, nei confronti di altrettanti indagati, per un totale di circa 200.000 euro, corrispondenti alle somme che sarebbero state indebitamente percepite a titolo corruttivo.
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Nell’ambito della medesima attività risultano indagati, per turbativa d’asta e corruzione a gare d’appalto, altri soggetti vicini alle amministrazioni nonché responsabili delle società di rifiuti che operavano ed operano tra Marano e Giugliano, per i quali non è stata ravvisata la sussistenza delle esigenze cautelari.
Il «sistema» a Marano
Le indagini, condotte per circa tre anni a partire dal 2018, hanno rilevato l’esistenza di un «sistema» costituito da dipendenti ed amministratori che, con la complicità di alcuni imprenditori e faccendieri, avrebbero conseguito l’aggiudicazione di appalti attraverso condotte corruttive e di turbata libertà degli incanti.
In particolare, l’inchiesta, avviata nei confronti del Comune di Marano di Napoli, si è successivamente estesa al Comune di Giugliano in Campania e ha consentito di svelare nel comune di Marano di Napoli, l’esistenza di un gruppo finalizzato alla consumazione di un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione, quali la corruzione, la turbata libertà degli incanti, la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, la concussione e la truffa ai danni della pubblica amministrazione, e contro la fede pubblica, quali il falso materiale e il falso ideologico in atto pubblico con coinvolgimento di esponenti del Comune e di ditte interessate all’affidamento dei vari servizi aventi ad oggetto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
L’inchiesta a Giugliano
A Giugliano invece, sono state scoperte plurime condotte corruttive relative a una gara d’appalto per il servizio integrato di raccolta dei rifiuti solidi urbani dell’importo complessivo di 122 milioni di euro (settennato 2020-2027) ma anche il coinvolgimento, tra gli altri, dell’allora Provveditore alle Opere Pubbliche di Napoli e dell’ex sindaco di Giugliano in Campania (Antonio Poziello), destinatari di decreto di sequestro preventivo di circa 45mila euro ciascuno.
Nel corso delle attività investigative, sono stati già sequestrati 60.000 euro e un orologio di valore, conseguenti alla promessa, a titolo corruttivo, in favore di un ex assessore del Comune di Giugliano in Campania per favorire una azienda nell’aggiudicazione di un appalto connesso alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, nonché sequestrati circa 350.000 euro ritenuti frutto di tangenti destinate a dirigenti del settore custoditi presso terzi.
Le posizioni di Pirozzi e Poziello
Il gip del tribunale di Napoli Nord ha rigettato le richieste di arresti domiciliari avanzate dalla Procura per il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, e per il suo predecessore Antonio Poziello, entrambi tra gli indagati. La posizione di Poziello e di Pirozzi sono diversificate. Quest’ultimo, quando ha saputo di essere indagato, (due mesi fa quando sono stati fissati gli interrogatori preventivi dinanzi al Gip per effetto della riforma Nordio) si è sospeso anche dal Pd; mentre Poziello si è dimesso dall’incarico di consigliere comunale. Ora bisogna attendere se la Procura di Napoli Nord deciderà di fare ricorso al tribunale del Riesame.
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