Imprenditoria femminile, il ruolo delle donne siciliane come esempio di forza e innovazione: un manifesto d’arte e cuore

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La catanese Giorgia Caruso nella sua tesi di laurea ha affrontato il tema del gap di genere.: «La ricerca del lavoro tende a divenire estenuante»

Più che una tesi di laurea è un manifesto di rivalsa e speranza. Così Giorgia Caruso, trent’anni, neo laureata in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e giovane mamma “racconta” il suo elaborato, che va oltre un semplice scritto accademico. Con “Imprenditrici d’arte e cuore – Il coraggio e il successo delle donne nel processo di imprenditorialità dal dopoguerra all’Agenda 2030” Giorgia ha affrontato il tema dell’imprenditoria femminile, focalizzato sul ruolo delle donne siciliane come esempio di forza e innovazione.

Cosa significa essere imprenditrici in Italia? Per rispondere, ha intrecciato storie di coraggio con un’analisi delle politiche regionali e statali, in un territorio complesso, segnato da ostacoli economici e culturali, dove le iniziative pubbliche volte a sostenere l’imprenditoria femminile si rivelano cruciali. Il cuore pulsante della tesi è costituito dalle interviste a due imprenditrici di rilievo internazionale: Gabriella Favara, legata all’iconico marchio Donnafugata e Sarah Spampinato, fondatrice del Sicily Pop Market e del celebre Sicily Fest di Londra. Le storie di Gabriella e Sarah sono una testimonianza di quanto sia possibile superare le barriere.

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«Queste donne – dice Giorgia a La Sicilia – non sono solo imprenditrici, ma ambasciatrici di un cambiamento profondo, che vede nella determinazione femminile un motore di sviluppo sociale ed economico. Ho voluto che il mio elaborato fosse un grido di determinazione e speranza per l’immenso desiderio di affermazione in una società che troppo spesso sottovaluta il potenziale delle donne e non concede il giusto spazio a noi giovani inducendo a pensare di essere fuori tempo. Personalmente ho sentito spesso il peso degli anni accademici fuori corso, pensando di perdere tempo e di non valere abbastanza, riscontrando difficoltà ad accedere nel mondo del lavoro tradizionale. La ricerca del lavoro tende a divenire estenuante, difficile e demoralizzante, poiché, prima di immettersi in un portale di ricerca, bisogna innanzi tutto sperare che il territorio scelto sia attivo e, che sia un’offerta che possa soddisfare almeno in parte la domanda, questo purtroppo non sempre accade, conducendo molti giovani ad abbandonare la propria terra, allontanandoli dagli affetti più cari. Progredire con gli studi si rivela la scelta più frequente, aumentando così le aspettative dei settori che non sempre soddisfano invece quelle dei giovani».

«In un mercato del lavoro in cui gli standard sono elevati bisogna dare il meglio, impegnarsi e oltre ad avere i titoli, spesso è importante possedere l’esperienza. Su quest’ultimo punto, negli anni ho riscontrato delle contraddizioni che spingono i giovani a demoralizzarsi e non candidarsi per mancanza di alcuni requisiti, come nel caso dell’esperienza lavorativa pregressa richiesta ad un giovane neolaureato o diplomato. Questa dissonanza conduce le aziende ad attivare tirocini o stage spesso non retribuiti che creano, difatti, delle diseguaglianze, escludendo coloro che si orientano verso il mondo del lavoro per sostentarsi economicamente. Il mercato del lavoro contemporaneo è caratterizzato da contratti atipici e forme di lavoro flessibili, introdotte per incentivare l’occupazione giovanile e rispondere a esigenze economiche del governo. Nonostante queste nuove forme di occupazione siano nate per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, sembrano indurre la società verso precarietà, instabilità economica e professionale. Questo conduce all’ammirazione nei confronti di quelle donne che hanno scelto di credere in se stesse e mirare a progetti ambiziosi, senza il timore di fallire o di non essere all’altezza».

Con la laurea in tasca e un figlioletto di dieci mesi da crescere, Giorgia immagina il 2025 come l’anno giusto per lanciare la start up che ha in mente: la produzione di “Ice roll” una tecnica thailandese di gelato che viene mantecato su una piastra refrigerata. Un show cooking da riservare al settore del wedding e dei party.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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