Tabacco vietato nei dehors: a Milano scatta il divieto tra lo sdegno e le proteste di ristoratori e clienti

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ATTUALITÀ – Il Sindaco Beppe Sala lo aveva promesso e (questa volta!) ha mantenuto la parola: dal primo gennaio 2025 ha bandito a Milano le sigarette dai dehors e le ha vietate anche in strada, a una distanza di dieci metri dagli altri. Il tutto senza pensare ad aree free smoking né a concessioni. Ufficialmente, è una delibera pensata nel segno della sostenibilità, finalizzata ad abbassare il livello di pm10 nell’aria di una città dove, dopo le restrizioni, il traffico è sempre congestionato e l’aria puzza come non mai. In pochi ci credono e in generale il divieto non convince. Anzi. Tra accuse di propaganda, difficoltà di applicazione e paure per l’impatto su turismo e ristorazione, il provvedimento del Comune è osteggiato dai più. Anche da chi non fuma.

La parola ai professionisti del settore 

Accolta con disappunto e incredulità da tabagisti e operatori del mondo dell’ospedalità, per fortuna la delibera – adottata ufficialmente con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da PM10 – sembra che non implicherà cambiamenti rilevanti, a fare un bilancio dopo i primi 10 giorni. 
Tuttavia, titolari e gestori di pubblici esercizi restano compatti nel bocciare senza appello il provvedimento.

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LUCA HU
“Sono allibito! In democrazia non si dovrebbe imporre ai cittadini una regola di questo genere”, sbotta Luca Hu, titolare con il fratello Michele di Chinese Box, BoB, Agua Sancta e Percento Lab. Che prosegue: “Personalmente, mi rifiuto di fare il vigile con i clienti nel dehors. Sala parla di scelta green, a me però pare pura propaganda. Se davvero si volesse seriamente scoraggiare il fumo, allora si dovrebbe alzare il prezzo delle sigarette a 10 euro a pacchetto, devolvendo i ricavi alla cura delle malattie provocate dal tabagismo”, afferma con sguardo cupo. “Non si capisce infine perché ci si accanisca contro il tabacco negli spazi aperti, ma non contro le sigarette elettroniche”, conclude.

GABRIELE RONDANI
Sulla stessa linea Gabriele Rondani, direttore commerciale e marketing di Spirits & Colori, importante società di importazione e distribuzione di distillati. “Non fumo, eppure sono contrario alla decisione del Comune di Milano. Vietare le sigarette anche negli spazi esterni potrebbe scoraggiare una parte significativa della clientela di bar e ristoranti, già messi a dura prova da anni di pandemia e dall’aumento dei costi operativi, spingendola verso altre soluzioni o semplicemente a ridurre tempo e denaro speso nei locali. Tra l’altro, Milano è una meta turistica e cosmopolita: restrizioni così rigide rischiano di rendere meno attraente l’esperienza gastronomica e conviviale rispetto ad altre città italiane o europee, portando molti turisti a preferire destinazioni con regole meno stringenti”.
Secondo Rondani, “piuttosto che imporre un divieto assoluto, si potrebbero esplorare soluzioni più equilibrate, come la creazione di aree dedicate ai fumatori all’interno dei dehors o l’adozione di linee guida meno invasive, così da tutelare i non fumatori senza danneggiare il tessuto economico locale”.

MINT GARDEN CAFÈ
Anche i titolari del Mint Garden Cafè Bistrot di via Lecco, in Porta Venezia, non nascondono il loro netto disappunto: “Questa delibera è antidemocratica e stupida”, commentano senza mezzi termini Lucia e Roberto Tarricone. “Fa sorridere che la delibera vieti solo il tabacco, tra l’altro. Di fronte a scelte così assurde nom stupisce che qualcuno possa malignare che la decisione sia stata presa per ragioni economiche. In ogni caso, noi non abbiamo alcuna intenzione di togliere il posacenere dal dehors”.

NORAH WAS DRUNK
Del resto, non è ai proprietari degli esercizi che spetta il ruolo di “sceriffi antifumo”, come sottolinea Stefano Rollo, co-titolare di Norah Was Drunk e Cactus Joe: “Sinceramente, non ho tempo di guardare cosa fanno i clienti fuori dal locale, a meno che non causino rumore. Sarò contento se rispetteranno le regole, anche se mi pare che non lo faccia nessuno, ma io di certo non mi metto a controllarli”.

LA POSIZIONE MORBIDA DI GRAMM CAFÈ E VAILATI
Sia chiaro: non è che tutti facciano finta di niente. In alcuni locali i posaceneri dopo il 1° gennaio sono spariti dai tavoli all’aperto: è il caso ad esempio del Gramm Cafè, sui Navigli, o di Vailati in via Vitruvio. In entrambi i casi, però, i gestori non vogliono imporre diktat ai clienti desiderosi di accendersi una sigaretta.

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