TRENTO. Rette delle Rsa che aumentano e allo stesso tempo servizi o prestazioni messi a pagamento aggiuntivo con un ulteriore costo per gli utenti. Un anziano in una struttura convenzionata “arriva a pagare nei casi limite fino a 70/80 euro al giorno” ben lontani dalla retta media di 50,51 euro.
Una situazione che è stata denunciata dalla consigliera provinciale del Partito Democratico, Francesca Parolari che ha deciso presentare una interrogazione in consiglio provinciale attraverso la quale punta il dito contro la Provincia che fino ad oggi “non è arrivata a definire il costo standard delle rette alberghiere delle Rsa”.
Estrapolando i dati dai recenti provvedimenti di approvazione dei budget delle Rsa e dalle carte dei servizi, c’è chi non garantisce gratuitamente il parrucchiere, oppure garantisce un intervento ogni due mesi (tendenzialmente solo taglio e piega, mentre tinta e permanente sono generalmente a pagamento). In alcuni casi la barba viene messa a pagamento e lo stesso vale per il podologo. Molti enti caricano sull’anziano anche il costo per il trasporto a visite specialistiche.
In alcune strutture la maggiorazione per avere una stanza singola arriva a 20 euro. “Se è comprensibile e corretto che un supplemento sia previsto – spiega Parolari – non è giustificato che per accedere alla singola si spenda fino a 20 euro al giorno in più, quasi metà della retta giornaliera. Perché, a questo punto, significa che il servizio fornito e fruito dipende dalla disponibilità economica e ciò non è ammissibile quando parliamo di servizio pubblico”.
Per Parolari “c’è chi fa pagare l’etichettatura dei vestiti all’ingresso, chi mette in fattura i certificati medici emessi dal medico della struttura, la pratica per l’amministratore di sostegno, le torte per il compleanno, il coperto della sala prenotata per il pranzo con i familiari, il rinnovo della carta d’identità, le gite, la richiesta della cartella sanitaria, i servizi conseguenti al decesso”
Costi, questi che l’utente deve pagare in aggiunta alla rette che già sostiene e che negli ultimi temi ha subito anche degli aumenti. Ad oggi, secondi i dati forniti da Upipa, sono 7 su 41 le Rsa in Trentino che hanno deciso per il 2025 di non effettuare aumenti alle rette alberghiere nonostante questo sia consentito dalla Pat. Gli aumenti posso andare dai 50 centesimi al giorno fino a 3 euro al giorno.
“La Provincia, che ha in mano i dati ma che fa finta da cinque anni di non vedere ciò che succede, deve urgentemente esercitare il proprio ruolo di regolatore e controllore, per far tornare il sistema pubblico di assistenza residenziale a ciò che deve essere: uguale per tutti” ha spiegato Francesca Parolari.
Qui gli aumenti delle rette secondo il prospetto di Upipa
L’INTERVENTO DI UPIPA
Con riferimento all’interrogazione depositata dalla consigliera provinciale del Partito democratico, Francesca Parolari, la presidente di Upipa Michela Chiogna precisa alcuni elementi.
“Va anzitutto detto che l’interrogazione è rivolta alla Provincia e non a Upipa, per cui i nostri chiarimenti vengono forniti più che altro per portare chiarezza e tranquillità al sistema, laddove forse vi è un intento in senso opposto da parte di chi interroga”.
Connesso a tale fatto, viene spiegato in una nota Upipa “preme sottolineare che le porte dei nostri uffici sono aperte per collaboratori, utenti, familiari, cittadini e – è ovvio e lapalissiano – anche per i consiglieri provinciali che nello svolgimento del proprio alto compito vogliano avere informazioni o, in ogni modo, confrontarsi con noi”.
In questo caso, continua “viene il sospetto che l’interrogazione provinciale sia utile soprattutto per ottenere visibilità mediatica, più che per avere informazioni: a leggerlo bene, infatti, il testo contiene non solo le domande ma anche le risposte. Del resto, i dati riportati nella tabella allegata all’interrogazione erano già stati diffusi da Upipa in varie occasioni. Unica voce nuova rispetto ai dati già da noi forniti, quella dell’ultima colonna, con l’indicazione del contributo per i pasti a carico del dipendente”.
Entrando nel merito, spiega sempre Upipa “differenze nelle tariffe applicate dalle diverse Apsp sono sempre esistite, anche nel pur lodevole e complesso periodo in cui a presiedere Upipa era proprio Francesca Parolari”.
Detto questo, vanno fatte due considerazioni. “La prima è quella che le discrepanze tra le tariffe stanno diminuendo rapidamente, in un percorso che sta andando verso una sempre maggiore uniformità: lo si vede dal grafico allegato, che indica le distanze dal valore medio. Si nota che l’area di ‘dispersione’ si fa sempre più ristretta. La seconda è che al tavolo di lavoro, di cui si parla già nelle direttive, si darà avvio su iniziativa della Provincia. Il gruppo si occuperà esattamente di questo tema e gli esiti saranno comunicati tempestivamente”.
In conclusione, la presidente Chiogna si concede una battuta: “Se il tema sul tavolo è ‘quante messe in piega si fanno nelle Rsa’, questo ci consente di dormire sonni tranquilli. Ad ogni modo ci occupiamo e ci occuperemo anche di questo elemento”.
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