UDINE – È un terremoto politico a tutti gli effetti quello che investe Palazzo D’Aronco alla notizia che il sindaco Alberto Felice De Toni e l’assessore Ivano Marchiol sarebbero stati iscritti, come atto dovuto, nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di corruzione elettorale, in seguito a un esposto presentato da alcuni consiglieri di centrodestra a giugno scorso, che riguardava l’accordo pre-ballottaggio siglato dai due esponenti nel 2023.
L’informazione, ottenuta dal centrodestra durante «un controllo effettuato in questi giorni» in Procura e veicolata ai media in una nota sottoscritta dai dodici firmatari dell’esposto (Michele Zanolla, Francesca Laudicina, Giovanni Barillari, Luca Onorio Vidoni, Gianni Croatto, Andrea Cunta, Loris Michelini, Antonio Pittioni, Pietro Fontanini, Giovanni Govetto, Giulia Manzan e Maurizio Franz) fa in tempo a deflagrare prima che appaiano le prime dichiarazioni ufficiali di peso.
IL SINDACO
Rompendo l’iniziale riserbo (condiviso peraltro con Marchiol) tenuto per non aver ricevuto comunicazioni ufficiali in merito, De Toni nel tardo pomeriggio ha fatto sapere che «riguardo alle notizie apparse sulla stampa quest’oggi posso dichiararmi estremamente tranquillo. L’accordo con Marchiol, di natura evidentemente politica, è stato pubblico e alla luce del sole e quindi ritengo non abbia alcuna rilevanza penale. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e ce l’ho anche oggi. L’iscrizione nel registro degli indagati inoltre è un atto dovuto, che fa seguito alla presentazione dell’esposto da parte dell’opposizione diversi mesi fa. Il fatto che la Procura abbia verificato il contenuto dello stesso significa che sta facendo semplicemente il suo lavoro. Attendo quindi con serenità la conclusione delle indagini, assieme al mio legale Luca Ponti, che ho comunque interessato della vicenda a mia piena tutela».
Per parte sua, l’avvocato Ponti ha spiegato che «siamo a completa disposizione dell’autorità giudiziaria, quando ci chiameranno, per chiarire la nostra posizione». Nel confermare la notizia alla Rai, la Procura aveva precisato proprio che l’iscrizione era avvenuta come atto dovuto sulla base della denuncia presentata dai rappresentanti del centrodestra a giugno.
LE REAZIONI
Se gli esponenti di centrodestra, dopo aver fatto scoppiare la “bomba” (politicamente parlando), sono parchi di dichiarazioni («Dal punto di vista politico la questione verrà trattata, con l’urgenza del caso, nelle competenti sedi istituzionali», fanno sapere), anche il centrosinistra, inizialmente, incassa il colpo in silenzio. I vertici del Pd cittadino restano muti, in attesa di sviluppi: nei ranghi interni la parola d’ordine sembra essere no comment. Interviene senza remore, invece, il detoniano Lorenzo Croattini, che ricorda un episodio del passato della sua carriera politica: «Non sono un esperto giurista delle norme elettorali, ma so che io sono stato indicato dall’allora candidato sindaco Cecotti quale possibile assessore all’ambiente, indicato dai Verdi Colomba, con un accordo politico prima delle elezioni senza apparentamento fatto alla luce del sole. La Lega appoggiava il sindaco Cecotti allora: forse il livore per aver perso le elezioni date per vinte con Fontanini gli ha fatto cambiare idea su tale meccanismo», conclude, con una punta sarcastica rivolta agli avversari politici.
Non entra nel merito giudiziario della questione neppure Andrea Di Lenardo (Avs e Possibile): «I magistrati sapranno faranno il loro lavoro e le indagini avranno il loro corso. Va però precisato che si tratta di indagini, nemmeno di un rinvio a giudizio». Di Lenardo ricorda che diversi mesi addietro c’era stato l’esposto del centrodestra «e quindi le indagini, che sono la notizia di oggi, sono semplicemente lo strumento che ha la magistratura per verificare se le accuse della minoranza abbiano o meno un fondamento. Dal punto di vista politico, invece, penso che questa denuncia della destra denoti una certa mancanza di argomenti e una mancata elaborazione della sconfitta elettorale. La politica si fa in consiglio comunale, negli spazi per il dibattito democratico, anche acceso, non nelle aule di tribunale». Come il sindaco, Claudio Vicentini, coportavoce di Europa Verde, si dice persuaso che «sia un atto dovuto. La Procura ha fatto il suo, ha dato seguito alla denuncia che è stata fatta. Ora speriamo che il sindaco chiarisca che è tutto regolare», come peraltro annunciato dall’interessato.
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