Il nuovo anno per il settore dell’autotrasporto si è aperto con nuovi rincari: «Il possibile aumento delle accise e l’aumento dei pedaggi autostradali potrebbero generare una tempesta perfetta e mettere in ginocchio le imprese di trasporto» avvisa Giovanni Rosso il presidente Autotrasporto Confartigianato Piemonte.
A spiegare la situazione del settore e a lanciare qualche proposta concreta per lo sviluppo del territorio biellese è Federico Maio, vicepresidente Nazionale Fiap e amministratore unico di Monteleone Trasporti.
Autostrade: più costi, ma servizi scadenti
«Le aziende strutturate riversano gli incrementi dei costi sul consumatore finale. E quindi se il trasportatore paga di più l’autostrada, il costo finale del prodotto aumenterà ricadendo sull’anello finale della catena» spiega Maio.
«Se gli aumenti almeno fossero giustificati da una buona manutenzione delle autostrade, potremmo anche accettarli. Il problema è che attualmente ci ritroviamo con infrastrutture caratterizzate da qualità carente, infiniti cantieri, code che allungano i tempi di percorrenza: un esempio vicino a noi è l’autostrada ligure. La conseguenza evidente di questi disservizi è che un tempo di percorrenza maggiore aumenta i costi per l’azienda di trasporti e di nuovo questi rincari vanno a ricadere sul consumatore finale.
«Se un autista impiega un’ora in più, quel tempo sprecato deve essere pagato» spiega Maio.
Le accise
«La questione delle accise sul carburante è un problema più strettamente politico. Mi ricordo quando Salvini invitava a toglierle… Certo, fa indignare il fatto che si tratta di accise vecchie, che però finanziano problemi e necessità di oggi. Certo è che rappresentano un pesante costo per il trasportatore e quindi per il consumatore finale: non cadiamo però nell’errore di pensare che l’Italia sia diversa dal resto d’Europa, dove il prezzo dei carburanti è simile se non maggiore».
Il costo dei carburanti
«Il costo della benzina e del gasolio sono sotto controllo e negli ultimi mesi sono anche diminuiti» spiega Federico Maio. «In questo momento ci troviamo al minimo storico. Noi applichiamo il fuel surcharge (ndr: l’aumento automatico applicato alle sole voci tariffarie legate al trasporto; viene calcolato in base alla variazione del prezzo del carburante rispetto ad un prezzo base di riferimento) che negli ultimi 2/3 mesi è quasi nullo».
L’ETS per i trasporti marittimi
A preoccupare gli operatori del settore trasporti sono gli aumenti legati all’Ets, il Sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE. Si tratta di una delle principali misure dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nei settori industriali a maggior impatto sui cambiamenti climatici.
«Pesano gli Ets che riguardano i trasporti navali verso Sardegna e Sicilia. L’Ets è il costo che ci tocca pagare perché abbiamo le navi obsolete che consumano e inquinano di più e come sappiamo, chi inquina paga. Un bancale portato in Sicilia o Sardegna ha un costo di Ets che dobbiamo riversare a Grandi Navi Veloci da 5 a 11 euro in più a bancale».
Aumento Istat contenuto
Quest’anno l’incremento Istat si è limitato all’ 1 per cento; tre anni fa il settore aveva dovuto gestire un’impennata dell’Istat dell’8 per cento.
Timori per l’andamento del lavoro
«Respiriamo una generale preoccupazione legata alla difficile situazione del mercato interno» continua Maio. «Nel mio ruolo di vice presidente nazionale della Federazione autotrasportatori, a Roma di questi temi abbiamo abbondantemente parlato: la fine dell’anno 2024 non ha registrato quel picco di lavoro che si era invece riscontrato nel dicembre precedente e anche ora, a inizio 2025, la situazione non è facile, con evidenti cali degli acquisti. Siamo partiti a rilento ma speriamo di riprenderci».
Nonostante le difficoltà, quella degli Autotrasportatori è una delle poche federazioni ad avere già firmato il nuovo contratto di lavoro: «Lo abbiamo chiuso il 12 dicembre con un buon incremento economico per i dipendenti» spiega Maio.
Un nuovo polo logistico
«Nel nostro settore abbiamo bisogno di formazione, di scuola» continua. «E spiego perché: l’area di Novara- San Pietro Mosezzo-Biandrate nel giro di qualche anno diventerà il polo logistico più grande d’Italia. L’intento è quello di battere Piacenza che oggi è leader in Italia. Il Corridoio 5 delle ferrovie ha dato al polo novarese questa occasione. Noi biellesi siamo a due passi, abbiamo grandi aree disponibili, con la possibilità di utilizzare i tanti capannoni dismessi, di fare logistica moderna. Se non facciamo in fretta a creare le basi per organizzare un nuovo polo logistico biellese perderemo un altro treno. E per farlo, come dicevamo poco fa, servono persone preparate: personale qualificato, magazzinieri che sappiano utilizzare l’informatica; tecnici che siano in grado di gestire e programmare con l’intelligenza artificiale».
Treni o strade?
«Quando parliamo di ferrovia dobbiamo essere realisti» continua Maio «quando abbiamo ottenuto l’elettrificazione della Biella Santhià sapevamo che la linea Milano Torino era satura e sarebbe stato praticamente impossibile inserire altri treni senza prima chiudere un accordo con Chivasso. La politica regionale e l’Agenzia della mobilita ci considera una piccola provincia e le conseguenze le abbiamo viste. E non vorrei che la stessa cosa accadesse verso Milano con l’elettrificazione della Biella Novara: potremmo trovarci allo stesso punto, riuscendo poi a portare a casa nella realtà soltanto un paio di corse dirette e magari in orari che servono poco».
Raddoppio della Trossi
«Se parliamo invece di strade, si aprono a mio parere più possibilità» spiega ancora Maio. «Mi sono battuto per il raddoppio della Trossi che renderebbe più fluido il traffico. Dobbiamo affrontare il problema in questo modo: non possiamo pensare al risparmio di tre minuti di percorrenza della singola auto che compie il tragitto da Biella a Carisio: dobbiamo invece calcolare i tre minuti risparmiati dalle 20.000 macchine che ogni giorno percorrono quella strada, moltiplicate per i 365 giorni dell’anno. Solo considerando il problema da questo punto di vista possiamo intuire l’enorme risparmio di tempo che verrebbe dal raddoppio della strada. Le opere si ripagherebbero in brevissimo tempo. Se poi aggiungiamo il fatto che quell’area del Biellese potrebbe diventare un moderno polo logistico collegato a Novara» conclude «è assolutamente evidente il vantaggio per il territorio e la sua economia».
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