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“Prematuro per ora parlare di domiciliari e braccialetto elettronico. E’ fissata un’udienza ma le carte dall’America non sono ancora arrivate.Stiamo valutando con le carte che abbiamo e ci affidiamo al giudizio della Corte.Noi abbiamo un trattato di estradizione con gli Stati Uniti però non sono ancora arrivati gli atti relativi alla richiesta, quindi attendiamo e quando arriverà sarà valutata secondo le procedure.Esiste un collegamento tra le vicende Sala e Abedini? No, sono due vicende parallele ma non congiunte. Due cose diverse, tanto è vero che come Ministro della Giustizia non ho mai partecipato alle questioni che riguardano la liberazione e di Cecilia Sala”.
Questo è quanto dichiarava giovedì scorso al Tg1, ventiquattr’ore dopo la liberazione di Cecilia Sala, il ministro della Giustizia Carlo Nordio commentando la presentazione di una nuova istanza di domiciliari e braccialetto elettronico da parte del legale del cittadino svizzero-iraniano Najafabadi Mohammad Abedini, accusato dagli USA di terrorismo.
Questa domenica, il ministero della Giustizia ha diffuso una nota per far sapere che il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per Abedini:
“Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad. In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente. La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’IEEPA’ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”.
Ricapitolando, Meloni è volata in Florida e ha anticipato a Trump questa soluzione per avere rassicurazioni di alcuna reprimenda dopo il suo ingresso in carica che avverrà tra poco più di una settimana. Ricevuto il placet dal presidente eletto, la premier ha parlato con gli iraniani che, sulla fiducia, hanno liberato la Sala innescando la catena di eventi che si concluderà definitivamente nelle prossime ore. Inutile dire che l’attuale amministrazione Biden non è stata coinvolta nella “trattativa”.
Si potrebbe anche aggiungere come mai i ministeri di Interno e Giustizia non si fossero accorti fin da subito di quanto ha riassunto Nordio nella nota odierna, evitando così tutto quello che è accaduto. L’unica risposta plausibile è che Meloni, pronta ad ubbidire a chi ritiene non si possa disubbidire (nel caso gli Stati Uniti), non abbia fatto fare alcuna valutazione preventiva rispetto alla documentazione relativa all’arresto di Abedini.
Aggiornamento.
Nel pomeriggio, Abedini è stato scarcerato ed è tornato in Iran. Così l’agenzia di stampa IRNA ha commentato il rilascio:
Il cittadino iraniano d’élite Mohammad Abedini, arrestato in Italia, è arrivato a Teheran domenica sera, secondo quanto annunciato dal Media Center della magistratura iraniana.Abedini, arrestato a seguito di un malinteso, è stato rilasciato dalla detenzione in Italia grazie agli sforzi del Ministero degli Esteri iraniano e in seguito alle negoziazioni tra i servizi segreti dei due Paesi.Secondo quanto affermato dalla magistratura iraniana, il malinteso è stato risolto e Abedini è stato scarcerato.Poche ore prima del suo ritorno a Teheran, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei aveva annunciato il rilascio di Abedini aggiungendo che sarebbe tornato in patria.Baghaei ha espresso soddisfazione per il suo rilascio e ha apprezzato tutti gli enti interessati per la loro collaborazione. Il portavoce ha ribadito che il Ministero degli Esteri non risparmierà alcuno sforzo per sostenere i diritti dei cittadini iraniani all’estero, che ha detto essere il dovere primario del ministero. Abedini, 38 anni, laureato in ingegneria meccanica presso la Sharif University of Technology, è stato fermato il 16 dicembre dalla polizia italiana all’aeroporto di Milano mentre si preparava a partire per la Svizzera.Il suo rilascio è avvenuto dopo che il Ministero della Giustizia italiano ha annunciato che il Ministro della Giustizia aveva presentato una richiesta di annullamento del mandato di arresto nei suoi confronti.Secondo la legge italiana, i tribunali sono tenuti a ottemperare alla richiesta del Ministro della Giustizia.In precedenza, il direttore generale per gli affari dell’Europa occidentale del ministero degli Esteri iraniano, Majid Nili Ahmadabadi, aveva affermato che l’arresto di Abedini era un’azione “illegale” intrapresa dall’Italia su richiesta del governo statunitense e in linea con le sue intenzioni “politiche ostili”.Ha aggiunto che il governo degli Stati Uniti cerca di prendere in ostaggio i cittadini iraniani in tutto il mondo imponendo l’applicazione extraterritoriale delle leggi interne del Paese.
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