Il Giappone si allontana dagli Usa e studia l’abbraccio cinese

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Attenzione al calendario e a queste tre date. Il 3 gennaio, in uno dei suoi ultimi provvedimenti prima di lasciare il posto a Donald Trump, Joe Biden ha bloccato l’acquisizione del terzo produttore di acciaio nordamericano U.S. Steel da parte di Nippon Steel. Il colosso nipponico aveva messo sul piatto 14,9 miliardi di dollari ed era pronto a completare la trattativa del secolo. Sembrava tutto fatto, fino al definitivo stop deciso dall’amministrazione statunitense a guida democratica. Il motivo? Nippon Steel avrebbe potuto intraprendere azioni in grado di compromettere la sicurezza nazionale degli Usa. Sono seguite accese proteste da parte dei rappresentanti delle due aziende – entrambe d’accordo sul completamento dell’affare – culminate, il 6 gennaio, in una causa federale contro l’amministrazione Biden.

Arriviamo così al 7 gennaio: sarà un caso, ma pochi giorni dopo il muro issato da Washington il Governo giapponese ha iniziato a gettare le basi per una visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping in Giappone, che dovrebbe concretizzarsi a febbraio.

La variabile Trump e la guerra dell’acciaio

Presumibilmente frustrato dal trattamento ricevuto dal partner americano, il Governo nipponico di Ishiba Shigeru sta studiando come presentarsi in occasione dell’abbraccio cinese. Nelle prossime settimane, non a caso, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, è atteso a Tokyo per gettare le basi della visita di Xi.

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L’interesse del Giappone a riavvicinarsi alla Cina ha preso piede in concomitanza con il naufragio della trattativa dell’acciaio e con l’avvicinarsi della presidenza 2.0 di Trump. Ricordiamo che, durante il suo primo mandato, The Donald aveva più volte criticato la partnership militare tra le due nazioni. Al tycoon, infatti, il trattato di difesa tra Stati Uniti e Giappone non piace e non è mai piaciuto.

Nel 2019 pare che Trump avesse confessato ad alcuni confidenti di volersi ritirare da questo patto, considerato uno dei tanti “ingiusti” accordi che incatenano gli Usa a responsabilità diventate ormai troppo pesanti. Uscire dal trattato, però, scatenerebbe un vero e proprio effetto domino diplomatico, in primis perché è proprio su quel trattato che si basa (di fatto dal termine della Seconda Guerra Mondiale) la solida alleanza tra americani e giapponesi, nonché lo status quo dell’intera regione asiatica. L’ombra di Trump e la guerra dell’acciaio rappresentano, dunque, un doppio ostacolo per le future relazioni diplomatiche tra Washington e Tokyo.

L’abbraccio cinese

Preso atto dell’ostilità mostrata da Biden, e in attesa dell’onda d’urto del Trump bis, Tokyo lavora insomma al riavvicinamento con Pechino. Da quando è entrato in carica come presidente nel 2013, Xi ha visitato il Giappone solo per il vertice del G20 del 2019, a Osaka, e non ha mai fatto un viaggio istituzionale in solitaria. Dal canto suo, il Governo di Ishiba ha intenzione di stabilizzare i rapporti con il Dragone per evitare tensioni e conflitti in Asia. “È molto importante per me andare in Cina”, ha dichiarato il leader giapponese. Intanto, i due Paesi stanno alleggerendo i requisiti per il rilascio dei visti, e questo indica che la cooperazione economica sta progredendo.

Tuttavia, restano ancora molte questioni da affrontare. In particolare, non ci sono vie d’uscita per risolvere le annose questioni sul fronte militare e della sicurezza. Non solo: da quando la Cina, nel 2015, ha promulgato la sua legge sul “controspionaggio”, ben 17 cittadini giapponesi, tra cui un dipendente di Astellas, sono stati arrestati e risultano ancora oggi detenuti.

Il contesto è dunque particolare visto che, mentre Ishiba ha definito sconcertante la decisione di Biden di bloccare la trattativa di Nippon Steel, i ministri degli Esteri di Tokyo e Washington, Takashi Iwaya e Antony Blinken, hanno affermato che i legami tra le rispettive nazioni sono più forti che mai. La sensazione è che, di questo passo, gli Stati Uniti possano rischiare di perdere la marcatura su un partner asiatico fondamentale per contenere il Dragone.

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