Nane Zavagno è morto a 92 anni, il Friuli perde l’artista del mosaico famoso nel mondo

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SPILIMBERGO (PORDENONE) – «Tutta la mia arte va nella stessa direzione: costruire l’equilibrio tra le forme, che si tratti di scultura, pittura, disegno o mosaico. Ogni modalità di espressione ha delle regole e dei principi: devi avere rispetto del materiale che stai usando. Tutto ciò che so l’ho imparato con l’esperienza: ho conosciuto i materiali, i loro limiti e le loro regole affrontandoli e lavorandoli». Lo diceva, un paio d’anni fa, il grande artista Nane Zavagno, in una delle sue ultime interviste, rilasciata proprio al Gazzettino.

Zavagno – una delle figure artistiche di maggior spicco del Friuli Venezia Giulia nel Novecento e nei primi anni Duemila – è morto a 92 anni nella sua Spilimbergo. L’annuncio è stato dato dal figlio Antonio.

 

Il personaggio

Zavagno, la cui reputazione si estende a livello globale, è sempre stato un artista sui generis, in qualunque campo. Se nel mosaico la prassi vuole che si esegua l’opera su carta per poi ribaltarla su un supporto, lui invece incollava direttamente le tessere sulla malta.

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Anche la scelta dei materiali era particolare: per le tessere colorate utilizzava gli scarti di lavorazione del vetro. La sua firma è più riconoscibile che mai nei celebri rosoni di ciottoli del Tagliamento.

«Quando insegnavo alla Scuola del mosaico, portavo i ragazzi a raccogliere le pietre al fiume. Un giorno, parlando con gli studenti, gettai un ciottolo in una pozza: i cerchi concentrici che ne risultarono mi furono d’ispirazione. Niente nella mia arte è distante dalla natura», raccontava nel 2022.

Anche i famosi reticoli di Zavagno nascono da una riflessione. «Quando si fa scultura, si ambisce a fare cose grandi per esporle all’esterno: ma se la struttura è piena, nasconde ciò che c’è dietro. Volevo creare delle opere che lasciassero trasparire l’ambiente circostante e si fondessero con esso, permettendo di vedere oltre». Altra peculiarità della produzione di Zavagno era il fatto che non attribuisse mai titoli alle proprie opere. «Che si chiami Giuditta o Filomena, una bella donna resta una bella donna: lo stesso vale per le opere d’arte. Non serve dar loro un nome per attribuirgli un valore».

Zavagno ha esposto in tutto il mondo, tanto in luoghi pubblici quanto in gallerie d’arte. La mostra di cui andava più fiero era quella del Gran Palais di Parigi: «Ogni artista esponeva in un box composto da tre pareti: io ero nel primo, assieme ad artisti del calibro di Vasarely e Soto».

Anche dopo aver compiuto i novant’anni, la sua routine era rimasta la stessa di sempre: trascorreva ogni giorno otto ore nel proprio laboratorio. «Creo personalmente tutte le tessere che uso per i miei mosaici: passo interi mesi tagliandole», ricordava un paio d’anni fa. Se le cose fossero andate diversamente, Zavagno avrebbe vissuto in Russia nell’ultimo periodo della sua lunga e brillante esistenza. Una dozzina di anni fa, infatti, venne contattato da un mecenate russo, il quale aveva acquistato 200 ettari di terreno a Mosca, per realizzarvi il più grande museo del mosaico del mondo. Zavagno, oltre ad esporre le proprie opere, avrebbe dovuto occuparsi della pavimentazione e di aiutare il proprietario nella selezione degli artisti. Lo scoppio della guerra in Crimea e Donbass, e la conseguente svalutazione del rublo, fecero tuttavia desistere l’ideatore dal portare avanti il progetto.


Il ricordo

Grande cordoglio è stato espresso anche dal mondo della politica: «Attraverso un recente progetto con “mostra itinerante” tra palazzo Tadea, la Loggia e la ex palazzina Somsi di viale Barbacane, con splendido catalogo, l’amministrazione e la comunità spilimberghese hanno potuto e fortemente voluto celebrarlo – le parole del sindaco Enrico Sarcinelli -. Grande personaggio della cultura e dell’arte nazionale e internazionale che ricordiamo con ammirazione, stima e affetto, capace di dar lustro a Spilimbergo “Città del Mosaico e delle Arti”. Una sua opera, da Nane donata al Comune, valorizza il belvedere del municipio sul Tagliamento. Ho avuto l’onore di essere ospitato nella sua dimora, quando ipotizzammo l’iniziativa celebrativa. Dipinti, mosaici, sculture ovunque: una vita e una casa/studio pervasi dalla bellezza dal lavoro e dall’entusiasmo. Sentite condoglianze alla famiglia di Nane».

Il feretro sarà esposto mercoledì 15 gennaio, dalle 11 alle 14, nella sede della sua mostra permanente, in via Val Montanaia 7 a Spilimbergo. Seguirà la cremazione. 

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