Scudo penale per le forze dell’ordine: in cosa consiste

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L’idea iniziale era quella di inserire la misura nel Ddl Sicurezza, ancora fermo in commissione al Senato. Ma alla fine sembra che lo scudo penale per gli agenti nell’esercizio delle loro funzioni possa essere inserito in decreto ad hoc. Tutto da vedere. Senza però spostare lo sguardo dal Quirinale dove, per ora, si esercita il silenzio in attesa che un’eventuale testo assuma concretezza. Il delicato compito è affidato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, fedelissimo della premier Giorgia Meloni e puntuale interprete dei perimetri ideologici propri di Fratelli d’Italia. La discussione (e le polemiche) intorno al tema si è già attivata anche per i possibili profili di incostituzionalità che il testo potrebbe portarsi dietro.

Ma andando con ordine, va detto che la necessità di porre uno scudo a protezione dell’attività delle forze dell’ordine nasce dall’idea di limitare le indagini giudiziarie sull’operato di polizia e carabinieri, per esempio durante i disordini di piazza o le operazioni con risvolti penali. Il senso è quello di escludere che vengano iscritti nel registro degli indagati in caso di lesioni o anche omicidio avvenuti durante il servizio. La verifica dei fatti potrebbe essere affidata alle Corti d’appello. Le perplessità riguardano il fatto che se la legge è uguale per tutti, come da dettato costituzionale, risulta difficile approvare una scriminante che valga solo per le forze dell’ordine. Anche perché, fanno notare diversi giuristi, verrebbe meno il diritto di difesa: con l’iscrizione nel registro degli indagati l’agente può difendersi assistito da un avvocato, scegliendo di stare in silenzio per esempio, mentre nel caso contrario verrebbe sentito comunque dal giudice come teste e, per effetto del giuramento, sarebbe tenuto a dire la verità. Anche a suo discapito. 

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Palazzo Chigi chiede lo scudo penale: il caso Masini

Da una parte Meloni che, quindi, vuole intervenire sollecitata dal caso del maresciallo Luciano Masini che, a Rimini al notte del 31 dicembre ha sparato a un uomo che aveva tentato di accoltellare quattro passanti, uccidendolo. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, senza aspettare l’esito dell’inchiesta giudiziaria, ha annunciato di volerlo encomiare solennemente perché intervenuto “con coraggio e professionalità nella piazza del paese, a rischio della propria incolumità, per fermare un pericoloso individuo che aveva già tentato di accoltellare a morte quattro persone”. 

I nodi del ddl Sicurezza e i rilievi del Colle

Un incontro tra Mantovano e il Guardasigilli Nordio, avvenuto lunedì scorso, determina l’avvicinamento tra l’indirizzo politico e l’azione tecnica con successiva traduzione in testo di legge. La parola passa quindi a via Arenula che, sembra assodato, agirà indipendentemente dal Ddl Sicurezza.

Anche perché su quest’ultimo grava la pressione della Lega, interessata ad avere quanto prima l’approvazione del testo, nonostante i rilievi del Quirinale. Che cadono, in particolare, su due punti: la negazione delle schede sim ai migranti irregolari e la previsione del carcere per le donne incinte. Ma nelle note del Colle c’è anche la mancata previsione delle attenuanti in caso di aggressione alle forze dell’ordine, per bilanciare l’immediata previsione delle aggravanti, e la possibilità di impedire con atto amministrativo le manifestazioni davanti a opere pubbliche in coostruzione. Tutto nel rispetto della Carta costituzionale, a cui si deve far tornare anche un altro punto, ovvero la trasformazione in reato della resistenza passiva dei detenuti o dei mirgranti nei Cpr, come per esempio lo sciopero della fame. Il Quirinale vigilerà, non c’è dubbio, sul rispetto delle osservazioni.

Scudo agli agenti: vertice a Palazzo Chigi

Scrive Repubblica che Manovano ha convocato un vertice a Palazzo Chigi in settimana per dare un timing al testo e capire meglio come strutturare lo scudo penale per le forze dell’ordine. Su cui l’opposizione promette di dare battaglia per “evidente incostituzionalità” di un testo così congegnato. Ma a quanto riportano diversi organi di stampa nemmeno Lega e Forza Italia sembrano entuasti. Anche perché, come rileva il giornale romano, uno “scudo” alle forze dell’ordine è già concesso dalla legge Cartabia che prevede che la mera iscrizione nel registro degli indagati non possa avere riflessi negativi in ambito civile, penale, amministrativo e disciplinare. Vale per tutti, quindi anche per le forze dell’ordine. 





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