il riavvio 2025 premia le prime abitazioni

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Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


17 GENNAIO 2025

Dalla manovra 2025 arriva un secco ridimensionamento su tutta la “galassia” dei bonus casa, prorogati comunque per il triennio 2025-26 e 27. Ridimensionamento che in pratica fa rima con allineamento, perché di questo si tratta: cioè di una complessiva riduzione e uniformità di aliquote che dal 1° gennaio 2025 si allineano, appunto, rendendo le detrazioni su lavori edili, riqualifica energetica e interventi antisismici (fino al 31.12.24 applicate con aliquote differenziate) un unico grande bonus indistinto. A fare eccezione sarà ancora il Superbonus, che pur nel decalage innescato nel 2023 dalla vetta del caro vecchio 110%, manterrà comunque un’aliquota rialzata al 65% rispetto agli altri bonus, ma dal 2026 dovrebbe comunque decadere, salvo ulteriori proroghe.

Vediamo allora singolarmente i vari bonus, anche se le differenze, come già accennato, sono minime se non pari a zero. Ultima premessa da fare: il regolamento di per sé resta invariato, cioè nessun cambiamento “operativo”, per così dire, è stato introdotto sulle modalità di pagamento, sulla durata dell’arco rateale delle detrazioni o sulla natura dei diversi lavori suscettibili di bonus, come anche sulla platea dei beneficiari che rimane anch’essa invariata.

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Bonus Ristrutturazioni ed Ecobonus: proroga di tre anni fino al 2027

Il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus mantengono il loro assetto decennale: continueranno perciò a essere suddivisi in dieci rate di pari importo nelle altrettante dichiarazioni dei redditi presentate a partire dall’anno successivo al pagamento dei lavori. La vera scossa di assestamento è sulle aliquote. Là dove fino al 31 dicembre 2024 veniva riconosciuto il 50 e 65% (senza distinzione fra prime e seconde case), rispettivamente su ristrutturazioni edili e opere di risparmio energetico, adesso il tutto si uniforma a una doppia aliquota valevole sia per le ristrutturazioni che per il risparmio energetico.

Doppia perché subentra appunto la distinzione fra abitazioni principali e tutti gli altri fabbricati: le prime, allora, “premiate” nel biennio 2025-26 con un bonus del 50%, mentre i secondi destinatari di un’aliquota al 36%, che di fatto, se ricordate, era il livello del primissimo bonus ristrutturazioni quando fu introdotto nel 2007, prima ancora di essere rialzato al 50%. Nel solo 2027, invece, l’attuale 50% sulle abitazioni principali scalerà al 36%, mentre l’attuale 36% su seconde case e altre abitazioni scalerà al 30%.

I due bonus mantengono però l’abituale differenza rispetto ai volumi di spesa soggetti a detrazione. Il bonus ristrutturazioni continuerà quindi a essere applicato entro l’ordinaria soglia di spesa pari a 96.000 euro, mentre l’Ecobonus (di cui decade non solo l’aliquota ordinaria al 65%, ma anche le altre maggiorazioni fino al 75-85% che erano assicurate sui lavori condominiali) manterrà comunque la distinzione fra le tre soglie massime di spesa a seconda della tipologia dei lavori eseguiti:

  • 153.846 euro per la riqualificazione energetica dell’edificio;
  • 92.307 euro per l’involucro degli edifici, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda o l’acquisto e posa in opera di schermature solari;
  • 46.153 euro per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

 

Sismabonus 2025: stesse aliquote di ristrutturazioni e risparmio energetico

Anche per il Sismabonus, nel triennio 2025-2027, è previsto lo stesso identico schema delle aliquote applicate per Ecobonus e Bonus ristrutturazioni. Quindi: nel 2025-26 doppia aliquota al 50 e 36% rispettivamente su abitazioni principali e altri fabbricati, mentre nel 2027 sconti ribassati al 36 e 30%. Nessun cambiamento invece né sul piano rateale, stabilizzato sulle cinque quote annue ordinarie, né sulla soglia di spesa detraibile, stabile anch’essa a 96.000 euro.

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Superbonus ribassato al 65%: chi lo può chiedere

Un capitolo a parte invece è il Superbonus, “mostro” fiscale che anno dopo anno, un pezzo alla volta – ormai dal 2023 –, è in continua fase di smantellamento. Il 2022 fu infatti l’ultimo anno della maxi formula pari al 110%, cui subentrò nel 2023 un primo ribasso al 90%, seguito poi nel 2024 da un’ulteriore riduzione al 70%. Il 2025 dovrebbe essere quindi l’anno del definitivo de profundis: il vecchio 70% si abbassa infatti al 65%, con applicazione decennale analogamente a quanto disposto per il 2024. C’è però un confine netto, passato il quale il Superbonus non sarà comunque applicabile nemmeno per le spese che dovessero essere sostenute nel 2025. Il legislatore della manovra ha infatti innalzato una barriera divisoria con la data del 15 ottobre 2024. Questo significa che per l’anno 2025 il Superbonus:

  • spetterà esclusivamente per quegli interventi già avviati alla data del 15 ottobre 2024;
  • non spetterà invece per quegli interventi che, avviati dal 16 ottobre 2024, dovessero poi proseguire nel 2025.

 

Bonus Mobili 2025: stesse identiche regole ancora per un anno

L’unica detrazione che invece non cambia di una virgola rispetto al 2024 è proprio lui, il Bonus mobili. Lo sconto fiscale viene infatti mantenuto alle stesse identiche condizioni rimaste valide fino al 31.12.24 e adesso prorogate di altri 12 mesi: cioè 50% di detrazione suddivisa in 10 anni entro una soglia di spesa pari a 8.000 euro sull’acquisto di arredi o elettrodomestici di classe A, ovviamente a patto di aver eseguito una ristrutturazione o manutenzione straordinaria nello stesso immobile cui sono destinati i nuovi arredi/elettrodomestici.

Bonus Verde non prorogato nel 2025

Il 2025 dice invece addio al Bonus Verde, che il 31 dicembre 2024 ha chiuso definitivamente la sua corsa.



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