Lo Scarpone – CORTALP 2024: nella categoria “Sport e Innovazione” vince “Carsica”

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Dopo il corto vincitore nella categoria “Ambiente e Paesaggio” tocca oggi al primo classificato nella categoria “Sport e Innovazione” del festival CORTALP: “Carsica” di Vincenzo Vavalle, Giuseppe Martiradonna e Graziano Montel.

CORTALP è il Festival del Cortometraggio di Montagna Milano, un evento dedicato agli studenti che esplora il rapporto tra montagna, architettura, design, cultura e tradizioni. La terza edizione si è tenuta l’11 dicembre 2024 presso l’Auditorium Testori in Piazza Città di Lombardia, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna. Organizzato dal Politecnico di Milano – Scuola del Design e dal Club Alpino Italiano, con il supporto di ALPI+MILANO aps e Regione Lombardia, il festival si distingue per il prestigioso Premio “Manlio Armellini”, che celebra i migliori cortometraggi di montagna prodotti dai giovani designer. I cortometraggi, della durata massima di cinque minuti, sono realizzati dagli studenti e trattano temi legati alla montagna in chiave creativa e digitale.

 

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Il corto vincitore

Carsica, “la montagna che non c’è”, è un cortometraggio documentaristico scritto e diretto da Vincenzo Vavalle, che si inserisce nella sezione Paesaggio e Ambiente. Questo progetto si propone di raccontare una storia inedita e profondamente diversa rispetto a quelle che ci si aspetta di vedere in un festival dedicato all’alpinismo. Carsica esplora infatti l’alpinismo dove l’ambiente alpino è assente, offrendo una visione della montagna non come luogo fisico, ma come una necessità di libertà intrinseca nell’essere umano. È una poetica ricerca interiore della montagna che ciascuno porta dentro di sé. Il documentario ci porta in Puglia, una penisola circondata da due mari, conosciuta per le sue spiagge più che per l’alpinismo. Questa regione è nota per avere le “montagne” più basse d’Italia: un paesaggio dominato da pianure, uliveti, campi di grano e qualche timida collina. Tuttavia, ciò che molti ignorano è ciò che si cela sotto questa terra: la Puglia ospita alcuni dei canyon più grandi d’Europa, luoghi straordinari sia per vastità sia per biodiversità. Questi scenari mozzafiato offrono alla ristretta nicchia di arrampicatori pugliesi l’opportunità di vivere il mondo della montagna in modo unico, scalando su pareti di roccia quasi vergine in ambienti eccezionali, caldi e incontaminati. Un’esperienza che si discosta dalle dinamiche tradizionali dell’alpinismo: nel “tacco” d’Italia, dove le montagne non ci sono, è necessario scendere per poter salire, immergersi nei canyon e nelle gravine per scalarne le pareti e risalirle. A raccontare la storia dell’arrampicata in Puglia e di come questi luoghi siano stati scoperti è Graziano Montel, figura centrale del film. Classe 1971, Montel non è solo un formidabile scalatore pugliese, ma anche un visionario. Più di trent’anni fa, è stato il pioniere dell’arrampicata nella regione, fissando i primi spit, esplorando e chiodando luoghi dimenticati e spesso sconosciuti. Con approccio pionieristico, ha tracciato le prime linee su falesie allora intonse. Nel documentario, Graziano ci guida alla scoperta di questi luoghi incantevoli, “scendendo” insieme a noi nei canyon per raccontare la nascita dell’arrampicata in Puglia. Attraverso settori e vie che sono ormai diventati simboli, esploriamo gli straordinari canyon di calcare pugliese, luoghi di rara bellezza e di grande significato per gli appassionati di questa disciplina.

 

La motivazione della giuria

Il corto esplora la storia di uno dei pionieri del climbing pugliese, in quella terra nota nel paese come l’unica regione senza montagne e allora dove rivolgersi? Vincenzo, autore e regista, si fa accompagnare in questo cortometraggio documentaristico, da un icona del climbing salentino, Graziano Montel, che la passione congiunta dello sport e della terra natia lo porteranno a “chiodare” linee in quelle spettacolari depressioni che sono le “gravine”, , autentiche montagne sprofondate nella crosta terrestre. Il corto vuole essere testimonianza di azioni virtuose che lasciano certo segni sul territorio, ma nel contempo disvelano bellezze anche poco accessibili e che, grazie all’azione congiunta di alpinisti-ambientalisti, mantengono la presenza discreta dell’uomo in questi lembi di wildness del sud Italia. Il film, molto ben documentato, interpreta il tema di categoria con efficacia, esaltando il valore del gesto atletico con passaggi e prese su piccole pareti ma anche la ricerca di ambienti incontaminati come i “canyon” pugliesi.

 



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