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Il regista la regalò all’attrice tre volte premio Oscar nella metà degli anni Cinquanta. Il valore dell’auto: 30 milioni di euro. Sigilli per altre tre
Dal jet-set della «dolce vita» ai sigilli in Tribunale: è la nuova avventura della Ferrari 375 MM Mille Miglia «Rossellini», sempre stata un’auto da film non solo perché esemplare unico al mondo e valevole 30 milioni di euro, ma proprio nel senso letterale della parola, visto che a metà degli anni ‘50 fu il regalo d’amore del regista Roberto Rossellini all’attrice tre volte premio Oscar Ingrid Bergman. Un gioiello (ridisegnato e riverniciato argento da Pinfarina) appetito da collezionisti di tutto il mondo, come l’attuale proprietario Timm Arno Bergold, console onorario della Germania nel Principato di Monaco. E che ora – con altre tre supercar come l’Alfa Romeo Berlinetta 8C 2900B Lungo quotata 27 milioni – finisce sotto sequestro del gip milanese Alberto Carboni in una inchiesta del pm Giovanni Tarzia e della GdF, mentre 6 avvocati, commercialisti, dipendenti di Motorizzazione/Agenzia Entrate e titolari di agenzie auto ricevono richiesta di arresti domiciliari o misure interdittive subordinata a interrogatori preventivi dal gip il 30 gennaio.
Per poter reimmatricolare l’auto con la targa storica originale occorreva la serie continua di trascrizioni di proprietà, e su altre auto c’era un tema di fiscalità tra Usa e Europa da 12 milioni: a studiare come fare per Bergold (non indagato) si danno da fare il collezionista Simon Kidston, il suo broker Emanuele Collo, il titolare Angelo Torre di un’agenzia pratiche auto, l’avvocati d’affari Riccardo Roversi, il commercialista Stefano Sciacchitano. Oltre a costituire una società ad hoc, Roversi (procuratore della «Destriero Ltd» di Bergold) l’1 dicembre 2020 denuncia lo smarrimento di un documento dell’auto, e il 4 dicembre l’agenzia di Torre emette il duplicato del certificato di proprietà a nome «Rossellini Roberto». Che è morto da quasi mezzo secolo, mentre il pm, notando il ripetersi di smarrimenti, trova «statisticamente perlomeno improbabile che Bergold possa aver smarrito un numero così elevato di documenti di sue auto di grandissimo pregio».
In più nel 2023 viene instaurato al Tribunale di Biella un lodo arbitrale tra un rappresentante di Bergold (Sciacchitano, commercialista nello studio internazionale di Roversi) e Collo («avente causa» dell’ultimo proprietario): Roversi fa l’arbitro, in una mail però svelando «naturalmente non ci sarebbe un vero contenzioso, il caso si risolverà sulla base del consenso delle parti, ma formalmente avremo un lodo» da registrare all’Aci/ Pra. La Procura, nella richiesta cautelare al gip, valorizza i timori di Collo in una mail a Roversi («sono molto felice di firmare documenti senza capirne alcun senso ma percependo chiaramente il rischio implicito»), e la risposta che Roversi prima offre («le manette le forniscono loro») e poi in una terza mail minimizza («a parte gli scherzi»). Qui ci sarà materia per le difese, perché l’orario dela seconda delle tre mail (le 13.00 del 26 luglio 2023) appare precedere la prima a cui risponderebbe (14.59).
Avvocato e commercialista, difesi da Roberto Losengo, respingono le accuse di falso, e assicurano disponibilità a chiarire con il gip i rapporti contrattuali che affermano di essersi visti demandare come professionisti e di aver eseguito senza alcun atto contrario alle norme. Reati fiscali sono contestati a due manager della «Destriero» di Bergold, Colin Richard Walker e Tracey Michelle McFarlane; all’agente di pratiche auto Torre è contestata (con Walker, Kidston e Collo) anche la corruzione per due parcelle di 25.000 e 5.000 euro.
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