Mps, il fronte immobiliare. Cinquecento edifici in vendita in tutta Italia

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Nel 2020, un’operazione su 26 edifici particolarmente rilevanti di Banca Monte dei Paschi, portò alla cessione di immobili sparsi in tutta Italia ad Ardian e DeA Capital Real Estate sgr, per un valore superiore ai 300 milioni di euro. Tra questi, si ricordano l’edificio in via del Corso a Roma o quello in via Santa Margherita a Milano, per cui Ardian ha annunciato nel 2023 un investimento di dieci milioni di euro per una rilevante operazione di recupero, considerato il pregio dell’edificio. Era, quel pacchetto di cessione, la punta dell’iceberg, il fiore all’occhiello di un patrimonio dalle vaste dimensioni che ovviamente ha dovuto essere rimodulato in seguito ai profondi cambiamenti che hanno riguardato l’istituto di credito senese negli ultimi quindici anni: dall’acquisizione di Antonveneta, al tracollo, al salvataggio, ora al consolidamento anche se sempre con un futuro da ridisegnare, tra discesa dello Stato nel capitale e voci ricorrenti di fusioni. Insomma l’eterno risiko bancario che vede Banca Mps sempre al centro.

Il patrimonio immobiliare l’anno scorso era valutato in 1,8 miliardi, ma senza considerare ciò che è sul mercato: circa cinquecento edifici sparsi in tutta Italia, dalle ex filiali agli ex centri direzionali, a strutture ancora parzialmente occupate ma in via di dismissione. Un po’ ovunque in tutta Italia – eccetto Basilicata, Liguria, Molise, Sicilia – ma con alcuni poli di concentrazione: prima la Toscana, ovviamente, con 161 immobili in vendita, poi il Veneto con 94 (eredità di Antonveneta), quindi la Lombardia con 65. Spiccano alcuni complessi direzionali o comunque di grandi contenitori, come i 18mila metri di via Caboto a Firenze, zona Novoli, o i 22mila metri quadri del centro direzionale “La cittadella“ a Padova, dove si trovano anche i 18mila metri quadri dello stabile di via Pellico, vuoto dal 2002 e al centro di progetti di riqualificazione dal 2009

Pillole di uno scenario amplissimo e diversificato, figlio della ristrutturazione che negli ultimi anni ha portato all’uscita di migliaia di dipendenti e alla chiusura di molte filiali. E che riguarda da vicino anche Siena e la sua provincia. Nel capoluogo figurano attualmente nell’elenco nove grandi immobili, in provincia altri ventitré. In alcuni casi il sito di Mps immobiliare riporta le quotazioni di partenza per la vendita, in quelli più rilevanti si rimanda a una trattativa privata.

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Che si tratti di un panorama che ha un impatto direttamente sull’assetto urbanistico della città è fuori di dubbio. Alcuni anni fa, passata amministrazione comunale e passata dirigenza a Rocca Salimbeni, la Banca tentò di far passare con il Piano operativo una collettiva trasformazione da direzionale a residenziale della destinazione d’uso di una parte di questo patrimonio.

Il Comune rispose che non si poteva procedere se non in presenza di singoli e dettagliati piani di trasformazione. Tradotto: l’ex sede in via Lippo Memmi, già sede della scuola Mattioli, potrà nel caso ospitare appartamenti se qualcuno chiederà la nuova destinazione con un progetto in mano. Allora non se ne fece di niente, bisognerà capire cosa succederà dopo l’approvazione del Piano strutturale, quando ripartirà il giro del Piano operativo con una variante resa necessaria dalla nuova previsione urbanistica.

Intanto resta la vetrina immobiliare, che a Siena ha come immobile di punta i quasi 4000 metri quadri in via Franci, adiacente al tribunale. Fu, quasi naturalmente, valutato per ospitare il polo civile che poi ha invece traslocato in via Camollia perché non si trovò una soluzione condivisa.

In vendita anche il grande immobile in piazza Amendola, su due piani più quello interrato, la porzione di palazzo Bargagli Petrucci con ingresso da via Montanini, il grande edificio in piazza dell’Abbadia per cui anni fa si vagheggiò un poco probabile sbarco di Zara a Siena. In vendita c’è anche una parte dell’immobile sul lato opposto, versante via dell’Abbadia, e anche la suddetta ex scuola Mattioli accanto al ponte di Ravacciano.

In provincia, la struttura più importante è quella di Monteriggioni, 2700 metri quadri in via Aldo Moro, poi ci sono una serie di ex filiali, da Colle Val d’Elsa a Sinalunga, a Montepulciano, per fare alcuni esempi. Il Monte dei Paschi cambia pelle e la cambiano anche porzioni delle nostre città e dei nostri paesi.



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