Attacco all’Europa (vincono i Re Leone)

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difficile da pignorare

 


Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Adolfo Lippi – giornalista, scrittore,
regista tv – che sarà pubblicato sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il periodico di economia e finanza diretto da Gianfranco Antognoli.

Subito dopo l’ultima tragica guerra mondiale alcuni grandi uomini, De Gasperi, Adenauer, Schuman e altri immaginarono che, dopo secoli di belligeranza tra nazioni, si potesse istituire un’unione dei popoli europei. Il loro sogno si avverò e si costituì l’Unione Europea che, bene o male, prese e funzionare fino ai giorni nostri. Ma negli ultimi tempi si assiste ad un sempre più massiccio attacco contro l’Unione. L’attacco accomuna gli imperialismi mondiali, americano, russo, cinese, e i loro servitori sciocchi, partitini ed estremisti di destra e di sinistra che tornano a predicare il ritorno al nazionalismo, al provincialismo, al localismo, al potere delle “pance” periferiche contro quel bellissimo sogno di un universo che andava dalla Sicilia a Stoccolma, dalla Spagna all’Ucraina. E che aveva messo fine alle lotte storiche tra Francia e Germania, tra Italia e Austria, tra nord e sud.

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In un acuto e brillante studio-libro, Maurizio Molinari (“La nuova guerra contro le democrazie”, Rizzoli ed.) esamina ampiamente i fenomeni che stanno accadendo. E sono fenomeni che vedono concentrarsi contro i sistemi democratici, soprattutto europei, gli autocrati del mondo, da Putin a Kim Jong-un… Ma con chi ce l’hanno? Ce l’hanno soprattutto con l’Europa considerata, così come avviene in Africa, nuova terra di conquista perché indebolita nel suo interno grazie anche al lavoro subdolo dei tirapiedi locali, dalla francese Le Pen all’italiano Salvini, dai nazisti tedeschi ai vecchi cospiratori nei Balcani…

Quando il mondo fu bi-polare, di qua l’Occidente, di là il Comunismo, l’Europa trovò negli Stati Uniti un forte alleato. Ma ora che accade? Che il trionfatore delle elezioni americane, Donald Trump, vede anch’egli nella Europa un avversario da indebolire, coi dazi e con l’assenza di aiuti, curandosi lui di sostenere un nuovo isolazionismo Usa favorendo così il disegno putiniano di arrivare, finalmente per lui, magari al porto di Trieste.

Nel volume di Molinari sono benissimo descritti gli scenari. Ma egli vede lo scontro tra autocrazie e democrazie nel mondo. Secondo me, invece, è bene accorgersi di ciò che avviene nel cortile di casa, cioè in Europa. Senza sottovalutare gli eventi in Argentina, in Venezuela, in Corea del Sud, tutti luoghi dove la democrazia retrocede, teniamo di conto di ciò che ci riguarda da vicino e cioè il pericolo che l’Unione Europea frani. Se ciò accadesse e tornassero a trionfare i nazionalismi, così come auspicano le destre e le estreme sinistre in Francia, Germania, Spagna, Austria, Italia, noi saremmo preda di Trump (di Musk) o di Putin, colonie deboli, insignificanti, destinate a scomparire. Ha ragione Prodi quando auspica il rafforzamento dell’Europa, con esercito comune e comune diplomazia.

Purtroppo non viene ascoltato perché alcuni continuano a immaginare che lo scontro sia tra Occidente ed Oriente e noi saremmo parte dell’ombrello americano. Non è così. Gli Usa, con Trump, odiano l’Europa, vogliono anch’essi, e Musk lo dice spesso, intervenendo su fatti di casa nostra, che si rifacciano piccole patrie così da assoggettarle meglio. La Grande Europa che, democratica e autonoma, tenesse lontani gli imperialismi russo, cinese e americano è destinata a rimanere un sogno?

Eppoi nel libro di Molinari c’è di più. La democrazia, come istituzione millenaria (nacque in Grecia ai tempi di Pericle e Alcipiade) sta spegnendosi. Vincono, ovunque, i Re Leone (da Trump a Putìn a Xi alla Meloni) e perché? Perché sta trionfando non l’individualismo ma, favorito dalla diffusione dei social, una polverizzazione delle decisioni. Mentre coi partiti le persone si confrontavano e trovavano minimi comuni denominatori, adesso ognuno che possiede un computer o un telefonino crede di poter imporre una propria volontà. E non si accorge invece di fare la volontà delle multinazionali (vedi Musk), senza confronto e senza discussione, mettendosi nelle mani, nelle menti sofisticate dei nuovi Re Leone.

L’attacco all’Europa è allora l’attacco contro l’interesse dei popoli che è interesse alla pace, al benessere, all’educazione, alla cultura, tutte aspirazioni che vengono soffocate sempre più in ogni parte del mondo costretto di nuovo ad inchinarsi alla volontà di lor signori.

Adolfo Lippi



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