come il microbiota influenza il nostro umore

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


L’intestino è sempre più spesso chiamato “il secondo cervello“, ma quel è il motivo di questo appellativo? Sappiamo che l’intestino ospita un ecosistema invisibile, il microbiota intestinale, composto da una comunità sterminata di microrganismi che, oltre a supportare la digestione, mandano continui segnali al cervello attraverso l’asse intestino-cervello, che segue vie neuroendocrine, immunitarie e non solo. Studi recenti ci mostrano che questa comunicazione sia bidirezionale, dall’intestino al cervello e viceversa, e può influire sul nostro umore, sulle emozioni e persino sulla salute mentale. È una relazione simbiotica che sempre più ci rivela la complessa rete di interazioni che definisce non solo il nostro corpo, ma anche il nostro comportamento.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Come dialogano intestino e cervello?

La via più veloce e diretta tra intestino e cervello è il nervo vago, che è anche la via nervosa più lunga del corpo umano, e tramette segnali in entrambe le direzioni (cioè sia dall’intestino al cervello che viceversa). Parte dal midollo allungato, una zona profonda alla base della nostra testa che regola funzioni di base come battito cardiaco, respirazione e ritmi circadiani, e si estende attraverso il collo, il tronco e l’addome, diramandosi sul cuore, i polmoni, lo stomaco e, appunto, l’intestino. Essendo un nervo, la principale modalità di trasmissione della comunicazione è attraverso impulsi elettrici, che vengono influenzati dall’intestino tramite la capacità dei batteri intestinali di sintetizzare neurotrasmettitori come l’acido gamma amminobutirrico (per gli amici, il GABA), la serotonina, la dopamina e la noradrenalina.

Il nervo vago è la via nervosa più lunga dell’organismo e agisce su diversi organi responsabili di funzioni autonome

Al nervo vago e al sistema nervoso autonomo è collegato il sistema nervoso enterico che è, come suggerisce il nome, una rete di neuroni localizzata nel tratto gastrointestinale. Ci sono poi vie neuroendocrine, delle quali fa parte l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Lo stress cronico può attivare quest’asse e promuovere la secrezione di cortisolo chiamato, per l’appunto, l’ormone dello stress. Le vie immunitarie costituiscono un altro modo con il quale cervello e intestino comunicano: il microbiota intestinale influisce sul livello delle citochine infiammatorie e antinfiammatorie, che a loro volta influenzano la funzione cerebrale.

Più in generale, i batteri intestinali producono una varietà sorprendente di molecole che influiscono sul sistema nervoso centrale: alcuni importanti neurotrasmettitori, come abbiamo visto, ma anche neurotossine come l’acido D-lattico e l’ammoniaca che impattano negativamente sulle funzioni cognitive. Importantissimi anche gli acidi grassi a catena corta prodotti dai microorganismi intestinali che possono attraversare la barriera ematoencefalica del cervello e impattano su processi infiammatori e sulla plasticità neurale, ovvero la proprietà del cervello di creare nuove connessioni, quindi nuovi ricordi e conoscenze.

Il microbiota e i disturbi dell’umore

Quando l’equilibrio tra le varie popolazioni batteriche viene alterato si entra in una condizione chiamata disbiosi. Uno squilibrio nel microbiota può portare a una ridotta produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, aumentando al contempo l’infiammazione e, nel tempo, a un circolo vizioso che sempre più ricerche collegano ad un maggiore rischio di ansia e depressione. Alcuni studi hanno dimostrato che pazienti con una diagnosi di depressione hanno una minore diversità microbica nell’intestino rispetto agli individui sani, con alterazioni nella composizione della flora intestinale. Esperimenti condotti trapiantando parti di microbiota da pazienti depressi a cavie da laboratorio ha osservato in queste ultime comportamenti e caratteristiche fisiologiche ricollegabili alla depressione. Il microbiota “depresso” influenzava l’umore dei topi.

Anche squilibri nella regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene è associata a disturbi dell’umore, alla depressione e a un innalzamento dello stress. Il processo funziona come un circolo vizioso: lo stress cronico può alterare la composizione del microbiota, che a sua volta altera la risposta dell’asse e del nervo vago; questi, disregolandosi,  a loro volta retroagiscono su stress e intestino alterando il microbiota e producendo grandi quantità di cortisolo, che influenza la permeabilità intestinale favorendo l’infiammazione.

Microcredito

per le aziende

 

Così come la disbiosi peggiora il tono dell’umore, il microbiota sano favorisce una buona resistenza anche psicologica alle difficoltà della vita. Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali hanno infatti un deciso ruolo nel mantenimento dell’omeostasi organica e cerebrale: un esempio è il butirrato, che ha mostrato di avere effetti antinfiammatori e di contribuire a migliorare l’umore.

Studi mirati hanno rilevato un aumento di Actinobacteria e Enterobateriaceae all’interno del microbiota intestinale di persone con diagnosi di disturbo bipolare e depressione maggiore, e una diminuzione significativa di batteri del genere Faecalibacterium. 

In sintesi, le alterazioni del microbiota intestinale impattano sul sistema nervoso, sul sistema endocrino e sul sistema immunitario. Sia direttamente che indirettamente, lo stato di salute e di “convivenza” dei vari componenti del microbiota intestinale (batteri, virus e funghi), impatta sul nostro cervello, quindi sulle nostre percezioni, sulla nostra sensibilità e sul nostro stato psichico. Un’ultima curiosità non richiesta: uno dei modi con i quali la medicina affronta il problema della disbiosi è il trapianto di feci. Si, è proprio ciò che pensate.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Source link