Libano. «Tra Israele e Hezbollah noi cristiani testimoniamo la pace»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Prosegue il viaggio di Tempi in Libano per raccontare come il paese sta cercando di rialzarsi dopo la devastante guerra tra Hezbollah e Israele scoppiata in mezzo a una drammatica crisi economica. Puoi aiutarci a sostenere le spese per il reportage attraverso una donazione al Fondo Più Tempi. Per leggere tutti gli articoli della serie clicca qui.

* * *

Rmeish e Kawzah, Libano. I segni della presenza di Hezbollah sono ancora dappertutto. Mimetiche verdi sbrindellate e abbandonate con caschetti e scarponi. Pezzi di razzi sepolti tra le macerie. Telecamere con potenti obiettivi per spiare le postazioni israeliane, situate a pochi chilometri di distanza, rovinate a terra.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

A Kawzah è stato distrutto tutto

Di Kawzah non è rimasta pietra su pietra. Al contrario degli altri villaggi cristiani del sud del Libano, questo è stato interamente raso al suolo durante il conflitto tra il “Partito di Dio” e lo Stato ebraico. A differenza di Ain Ebel, Debel o Rmeish, i soldati di Hezbollah sono riusciti a occuparlo e a farne una postazione di lancio di missili. Negli scontri a fuoco con Israele, è stato distrutto tutto.

La città, o quel che resta, non è stata ancora messa in sicurezza: neanche l’esercito libanese è ancora mai entrato qui dalla fine della guerra. Solo gli abitanti della regione si sono avventurati in questa landa devastata, posta in cima a una collina dalla quale si gode una meravigliosa vista su tutta la valle, compreso il confine con lo Stato ebraico.

La vista sulle colline del sud del Libano e sul confine israeliano da una casa distrutta nel villaggio cristiano di Kawzah
La vista sulle colline del sud del Libano e sul confine israeliano da una casa distrutta nel villaggio cristiano di Kawzah (foto Tempi)

«Hezbollah controllava la città»

«Vedi quest’area?», ci dice un residente della zona guidandoci su un vasto tappeto di macerie. «Qui vivevano sette o otto famiglie. Guarda, non c’è più niente». Mischiati tra i resti di pareti di cemento abbattute e tetti sbriciolati i ricordi di una vita: foto di famiglia, scarpe rosa col tacco, quadretti votivi di Gesù e della Madonna. E ancora: libri, dvd, materassi, coperte, vestiti, peluche. Resti di vite distrutte.

Abitavano circa mille persone a Kawzah. Oggi solo due famiglie hanno fatto ritorno e non vogliono parlare. «Cos’è successo qui? Chiedetelo a Israele e Hezbollah». Alcuni cristiani dell’area hanno il dente avvelenato. «C’è chi ha permesso a Hezbollah di appostarsi qui. Loro hanno preso il controllo della città ed ecco il risultato».

«A Rmeish stiamo bene. È un miracolo»

A Rmeish, il più grande villaggio cristiano del sud del Libano, a poche centinaia di metri in linea d’aria dal confine con Israele, è accaduto l’opposto. Qui i danni sono limitati, anche se vivere sotto le bombe per oltre un anno è stato un incubo: «Abbiamo fatto i turni per sorvegliare il villaggio, per impedire infiltrazioni di Hezbollah e abbiamo chiesto all’esercito di non entrare qui», racconta padre Toni Elias, viceparroco della chiesa San Giorgio. Più volti i terroristi hanno cercato di installare postazioni missilistiche vicino, attorno e perfino dentro al villaggio. Ma non ci sono mai riusciti per l’opposizione della gente.

Sacerdote da sette anni, padre Elias ci è nato tra queste stradine e ne conosce ogni segreto. «Sei o sette case sono state colpite dai missili e i proiettili ci cadevano sulla testa in continuazione. La gente è rimasta a vivere qui, c’erano i bambini, gli anziani. Che non sia morto nessuno è un vero miracolo».

Gli abitanti di Rmeish escono dalla chiesa di San Giorgio al termine della MessaGli abitanti di Rmeish escono dalla chiesa di San Giorgio al termine della Messa
Gli abitanti di Rmeish escono dalla chiesa di San Giorgio al termine della Messa (foto Tempi)

«I missili ci volano sulla testa»

In lontananza si odono le sparatorie tra Israele e Hezbollah. «Il cessate il fuoco? Qui non c’è. Sentiamo le esplosioni tutti i giorni. I missili ci volano sulla testa. Inutile nasconderlo: abbiamo avuto e abbiamo ancora paura. Ma di qui non ci muoviamo».

Le condizioni di vita a Rmeish sono difficili, quasi proibitive: «Il governo non ci passa né l’acqua, né l’elettricità. Non abbiamo riscaldamento né medicine. Con la diocesi abbiamo organizzato convogli umanitari durante le fasi più dure del conflitto. Ma dobbiamo pagarci tutto da soli e usare i generatori», continua il sacerdote. «Il problema è che la gente non lavora da due anni. Qui la maggior parte degli abitanti coltiva tabacco, ma i campi sono vicini al confine con Israele e nessuno può avvicinarsi: verrebbe subito ucciso».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Leggi anche







La missione dei cristiani in Libano

Abbandonare il villaggio sarebbe sensato, comprensibile, ma ai cinquemila cristiani non passa neanche per la testa. «Mesi fa è arrivato qui un giornalista del New York Times e mi ha chiesto perché non ce ne andiamo vista la situazione. Gli ho risposto che questa è terra benedetta e che noi confidiamo in Dio: Lui ci protegge. Mi ha risposto: “Non ci credo, voglio chiederlo agli abitanti”. Ha fatto un giro e tutti gli hanno risposto la stessa cosa».

Rmeish è un villaggio cristiano da oltre tre secoli. E la gente intende portare avanti questa storia: «È probabile che Gesù abbia camminato proprio su questa strada», esclama padre Elias indicando l’arteria principale del villaggio. «Anche se è difficile, noi cristiani vogliamo restare per testimoniare a Israele e Hezbollah che è possibile vivere in pace. Questa è la nostra missione. Questo ci ha insegnato il Signore. La terra e la fede sono i doni che ci ha consegnato. E noi li difenderemo».

@LeoneGrotti



Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link