Modello New Washing. Pionieri di sostenibilità. E una Carta etica green

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Alla New Washing Srl, attività di lavaggio ad acqua, trattamento e tintura di manufatti tessili in capo, la sostenibilità e l’etica non sono valori teorici ma decisamente pratici fin dalla sua nascita, il 1986. L’azienda di via del Ferro dallo scorso anno si è dotata di una Carta etica dove, nero su bianco, ha fissato i principi basilari del suo modo di fare impresa e del suo modo di collaborare con clienti e fornitori, prevalentemente del distretto pratese. Un atto che è “testimonianza di maturità aziendale”, come spiega Licia Agrifogli che, insieme ai soci il fratello Marco ed il cugino Marco Antonelli, guida l’azienda di famiglia, di cui è responsabile amministrativa: “Consideriamo questo progetto fondamentale per consolidare e rafforzare ulteriormente le basi di quello che abbiamo costruito – sottolinea –, per la ricerca costante dell’eccellenza, per il senso di responsabilità e la capacità d’iniziativa. Del resto riteniamo che lo spirito costruttivo, la condivisione, la comunicazione e la cortesia, permettano di lavorare in un contesto che facilita il raggiungimento degli importanti traguardi che ci siamo prefissati, traguardi che lo stesso ambito economico competitivo ci richiede”. Considerato il tipo di attività svolto dalla New Washing in una filiera per niente facile, nella Carta etica viene proclamata anche la politica ambientale da sempre perseguita dall’azienda che ha una superficie totale di 2mila metri quadri in via del Ferro, destinati ad essere ampliati nel corso del 2025. Purgatura in cesto, tintoria in capo finito, asciugatura in tumbler, trattamento capi: sono queste le attività produttive principali.

“Da sempre abbiamo una particolare sensibilità per l’ambiente, visto il nostro tipo di produzione industriale – dice Agrifogli -, per questo abbiamo adottato una politica ambientale che racchiude tutte le linee di principio che l’azienda intende seguire per contenere e ridurre il nostro impatto sull’ambiente, secondo quanto previsto dalla normativa. Abbiamo implementato un sistema di gestione integrata ambiente, qualità, sicurezza. Lavoriamo in funzione del futuro ed è per questo che il rispetto dell’ambiente e delle persone sono punti focali verso cui l’azienda è proiettata a 360 gradi”. Al momento la New Washing conta una ventina di dipendenti, tra cui alcuni interinali e contratti a termine, presto destinati in parte ad essere trasformati a tempo indeterminato. “Siamo stati tra i primi nel distretto ad istallare le luci a led per il risparmio energetico – ricorda l’imprenditrice –. Il nostro impegno per l’ambiente passa anche attraverso l’impianto fotovoltaico installato fin dal 2008 e potenziato nel 2023, portandolo ad un’alta potenzialità e coprendo praticamente l’intera copertura del capannone. Il tutto realizzato senza finanziamenti esterni. L’impianto fotovoltaico, ha prodotto fino alla fine del 2023, 746.413 Kwh di energia pulita: in pratica non stati emessi nell’ambiente 452.477 chili di anidride carbonica”. Inoltre a seguito della pesante crisi energetica e dell’impennata dei costi del gas metano, la ditta ha installato nel febbraio 2023 anche un impianto di gpl, modificando una delle due caldaie.

Un’impresa quella della New Washing che richiede costantemente investimenti sul fronte ambientale per garantire lo smaltimento corretto dei rifiuti e degli scarichi idrici, inviati al depuratore di Baciacavallo. “Nonostante la criticità di questi tempi per il distretto tessile, riusciamo a lavorare bene. Quello che manca è una programmazione costante, ma è un nodo che si rileva ormai da diverso tempo – commenta Agrifogli – Si lavora prevalentemente con il distretto. Almeno il 50 – 60 per cento dei nostri clienti è rappresentato da orientali e si tratta di aziende tutte perfettamente in regola. Per esempio uno dei miei clienti è un cinese che vive e lavora in Italia dagli anni Ottanta, ormai perfettamente inserito nel sistema italiano. Quando penso alla comunità orientale, a quella che lavora nel rispetto delle leggi, mi viene da pensare a come lavoravano i miei familiari cinquant’anni fa: il capannone sotto e sopra la casa, sette giorni su sette. Non è una realtà tanto diversa rispetto alla nostra. Però non tutti agiscono nella legalità e questo danneggia sicuramente Prato e il suo distretto. È indispensabile che le norme siano uguali per tutti e che siano fatte rispettare in ugual modo dagli enti preposti. Non ci possono essere due pesi e due misure. Si riscontrano troppe disparità di trattamento, per esempio anche nei fallimenti”.

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Per Agrifogli nel distretto c’è posto sia per l’impresa italiana che per quella a guida orientale a patto che quest’ultima sia corretta nelle procedure e nel rispetto delle regole. “Quello che manca – conclude – è un’associazione che riconosca Prato di serie A e non di serie B e che possa rappresentarla come tale anche all’esterno. Per cui secondo me il futuro esiste, ma bisogna credere maggiormente nel saper fare delle nostre imprese, nella loro storia fatta di una quotidianità dove legalità, rispetto dei lavoratori e dell’ambiente sono insiti nel loro dna. Eccellenze di normalità”.

Sara Bessi



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