Torino città dell’intelligenza artificiale: cinque centri di ricerca, ma ora serve una regia

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di
Christian Benna

In pista ci sono fondazioni, banche, università e imprese. Tante le iniziative sul campo, forse troppe: funzionerà

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Tutti insieme appassionamento per l’intelligenza artificiale, ma spesso in ordine sparso. L’ultimo arrivato è il Centro di studi avanzati di Compagnia di San Paolo, che nasce con una dote di 4 milioni in collaborazione con il Centro nazionale Ai4Industry, inaugurato neanche sei mesi fa e finanziato da 20 milioni messi dallo Stato. Nei mesi scorsi la città ha tagliato il nastro dell’hub di intelligenza artificiale di Microsoft delle Ogr, poi quello dell’HighESt lab dell’Università di Torino guidato da Paola Pisano e che precede il Centai di Intesa Sanpaolo, dedicato all’Ai e finanza, e Isi Foundation, specializzata in Big Data, di Fondazione Crt.

La Torino che scende dall’auto sta provando salire a bordo della nuova rivoluzione industriale dell’Ai, dove gli algoritmi sostituiranno i bulloni e imparano pensare come gli esseri umani, investendo risorse in nuovi laboratori e centri ricerca; uno, o quasi per ogni attore istituzionali. Troppi? Funzionerà? O c’è il rischio di troppe iniziative senza una regia comune? A sentire i diretti interessati l’ecosistema dell’innovazione torinese è pronto al grande salto.




















































Tra industria e Ai

È noto che in questi anni la sfida tech ha prodotto tanti incubatori e acceleratori d’impresa più che startup; e che sul fronte dell’attrazione degli investimenti spesso il territorio rischia il sorpasso: è il caso di Nvidia, il colosso mondiale dei chip per l’intelligenza artificiale, tremila miliardi di capitalizzazione in Borsa, scelto l’Emilia, il Tecnopolo di Bologna dei super computer per il suo sbarco in Italia.

 «Tuttavia — sottolinea don Luca Peyron, dell’Apostolato Digitale e tra i promotori della nascita di un Centro nazionale per l’Ai a Torino — le tante iniziative sono una buona notizia. Ora vanno messe a fattor comune e coordinate verso un obiettivo unico. Il Centro Ai4industry lo sta facendo e infatti guida la ricerca dell’intelligenza artificiale in campo industriale. Mica vogliamo sfidare i colossi».

Google, che ha aperto un hub in Europa a Parigi, ha annunciato che investirà più di 100 miliardi di dollari nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa. In Piemonte il mercato dell’Ai vale 43 milioni, contro i 433 milioni a livello nazionale, e ha partorito sino ad oggi una decina di startup dedicate. Troppo poco. Soprattutto in un contesto ormai dominato da Usa e Cina, nel quale l’Europa vale circa il 2% di tutti i brevetti pubblicati sull’intelligenza artificiale, tra machine learning e big data.

L’Italia in ritardo

«Abbiamo perso troppi treni oggi non dobbiamo disperdere le forze in mille rivoli. Anzi bisogna fare sinergie magari sostenendo la nascita un Cern europeo sull’intelligenza artificiale» afferma Emanuela Girardi, la presidente di Adra, l’Associazione europea su AI, Data e Robotics che lavora con la Commissione Europea per realizzare il piano di investimenti.

 «In Italia e in Piemonte c’è ancora una forte componente manifatturiera. Applicando l’Ai in questi campi possiamo dire la nostra e collaborare con le grandi multinazionali. In altri, come nell’Ai generativa, siamo troppo in ritardo».

Le risorse a disposizione sono poche. Il centro AI4Industry di Torino dispone di 20 milioni l’anno che sembrano tanti ma nel campo dell’Ai non sono molti. E la sfida è globale. L’Italia per ora è ancora fuori dai radar della rivoluzione dell’Ai, fuori da tutte le classifiche pubblicate sul settore della Stanford University.

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Vittorio De Tomaso è stato uno dei primi imprenditori a investire nell’Ai, e oggi è alla guida di Maize, società ora del gruppo Jakala attiva nelle tecnologie del linguaggio. «Non direi che a Torino ci sono troppe iniziative sull’Ai. Non ce ne sono mai abbastanza — spiega l’imprenditore — Certo le risorse sono risicate e vanno fatte fruttare al meglio. Ma a Torino c’è un ecosistema che dialoga e comunica. Escluderei che qualcuno voglia piantare le bandierine e tagliare i nastri. Resto ottimista sul futuro della città».

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19 gennaio 2025 ( modifica il 19 gennaio 2025 | 07:04)

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