in Toscana 900 già pronti per fare analisi ed ecografie. Ma la “rivoluzione” aspetta i fondi

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Firenze, 20 gennaio 2025 – Doveva partire a gennaio. Una rivoluzione attesissima, la gestione da parte dei medici di famiglia dei pazienti con diabete, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, dolore cronico con offerta di visite, analisi ed esami di primo e secondo livello. E l’effettuazione di ecografie: dal doppler dei tronchi sovraortici sino alle indagini muscolo-scheletriche.

Attesa per la sperimentazione che porterà i medici di base a effettuare anche analisi e ecografie

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Ci sarà uno slittamento, in attesa che il Governo metta nero su bianco quale percentuale del fondo nazionale che passa alle Regioni per la gestione della sanità sarà da destinarsi all’abbattimento delle liste d’attesa: servono due milioni nel 2025 per la sperimentazione del progetto. Incontri sono previsti nei prossimi giorni. E’ proprio in quel solco che nasce la sperimentazione dei medici di famiglia che prevede la presa in carico a 360 gradi dei pazienti cronici, per evitare prescrizioni di analisi ed esami che saranno fatti direttamente negli ambulatori dei dottori di base.

Circa 900 medici (su base volontaria) prenderanno in carico gli assistiti offrendo la possibilità di fare elettrocardiogrammi, ecografie, emogasanalisi e non solo. L’accordo con la Regione era stato raggiunto. Ora manca l’equilibrio contabile per dare il via alla delibera e al successivo bando delle tre Asl toscane.

Ne abbiamo parlato con Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg, la federazione sotto la cui sigla si riunisce la maggioranza dei medici di medicina generale.

Dottore, quanti medici sono coinvolti nella sperimentazione?

“Sono attivabili circa 900 ambulatori in tutta la Toscana, con adesione dei medici su base volontaria”.

Quali specialità riguardano?

“Diabete, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, dolore cronico, ecografie di tutti i tipi”.

Quanti cittadini beneficeranno della sperimentazione?

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“Il medico che aderisce potrà effettuare analisi ed esami ai suoi pazienti ma anche a quelli di tutta l’area che comprende l’aggregazione funzionale, mettendosi d’accordo con i colleghi. Ci sarà una presa in carico del paziente che non dovrà pagare alcuna prestazione. E se il proprio medico non ha aderito può andare da un altro che effettua gli esami nella stessa zona”.

Le apparecchiature ci sono?

“I medici potranno utilizzare le proprie strumentazioni se ne sono dotati. Oppure prenotare quelle che saranno distribuite delle Asl. E’ in arrivo una maxi partita di apparecchi di diagnostica per immagini di primo livello”.

I medici che parteciperanno alla sperimentazione riceveranno un bonus al raggiungimento del risultato: quanti esami devono fare?

“Nel primo anno almeno 70 prestazioni per il primo livello e 120 prestazioni per il secondo livello”.

Ci sarà una diffusione del servizio a livello capillare?

“Le prestazioni si faranno negli ambulatori di medicina di gruppo ma anche in quelli periferici. Poi, come dicevo, se il proprio medico non li effettua l’assistito è libero di andare da un altro che li fa nella stessa zona”.

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Si spera che all’annuncio seguano i fatti. Che non diventi l’ennesima bella iniziativa a cui non si dà seguito… E’ possibile immaginare che con la nuova generazione di medici la diagnostica e la presa in carico dei cronici diventi la normalità?

“E’ la nostra intenzione. Se partiamo tra febbraio e marzo e nel 2025 la sperimentazione avrà successo, basta rifinanziare l’atto di programmazione con più soldi per l’anno successivo in modo da estendere il numero di ambulatori coinvolti. Vogliamo inserirlo nell’accordo integrativo perché sia un plus. Il nuovo contratto firmato permette di fare questa cosa e molte altre”.

Quali principali novità nel 2025?

“Il ruolo unico della medicina generale con medici di famiglia ed ex continuità assistenziale. Non ci serve la dipendenza, anzi sarebbe penalizzante, perché riusciamo a coprire i turni di case di comunità con dottori a rapporto orario”.

Ci sono ancora carenze di medici di famiglia…

“Si stanno facendo sentire in particolare in Mugello. Cerchiamo di risolvere ma i medici non si stampano se non ci sono. Cerchiamo di superare il momento con la riorganizzazione. Ancora un paio d’anni di sofferenza, poi si dovrebbe tornare a numeri un po’ più congrui”.

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