Cavi sottomarini e terrestri per creare la power grid che interconnette l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Tecnologia che serve a colmare le grandi distanze tra i luoghi dove viene prodotta l’energia green e i luoghi dove viene consumata. Uno scenario in cui piattaforme, reti nazionali e internazionali sono connesse in un sistema integrato dove fluiscono dati e energia, eolica e solare, prodotta a distanza di centinaia o migliaia di chilometri. L’obiettivo di Prysmian è cogliere le opportunità offerte dalle tendenze che stanno rivoluzionando l’industria dei cavi elettrici per essere l’enabler della transizione energetica e digitale. Obiettivi che si traducono in un cambiamento del modello di business, nel passaggio da puro produttore di cavi a fornitore di soluzioni e servizi. Centrale, in questa prospettiva il ruolo dell’IT, che ha il ruolo di realizzare la transizione digitale per allineare la tecnologia al nuovo modello di business. Investimenti che convergono verso l’implementazione sempre più spinta del cloud e dell’intelligenza artificiale, individuando soluzioni per promuovere la produttività individuale e per potenziare e ottimizzare la capacità di fabbrica dei 104 stabilimenti presenti nelle più diverse aree geografiche. «Come organizzazione IT siamo passati da un ruolo puramente operativo a uno strategico, di business partner, contribuendo attivamente alla crescita e all’innovazione dell’azienda», afferma Giovanni Cauteruccio, group cio & cdo, head of global digital transformation di Prysmian.
Il fine ultimo è la modernizzazione dei sistemi informativi per garantire flessibilità, velocità e capacità di adattamento alla strategia espansiva del gruppo, da sempre sostenuta con importanti acquisizioni. L’ultima in ordine di tempo, per un valore di 3,9 miliardi di dollari, quella dell’americana Encore Wire, leader nella produzione di cavi elettrici in rame ed alluminio per la produzione e distribuzione di energia. Ecco come l’IT di Prysmian, a livello globale e locale, si è trasformata per sostenere la doppia transizione, energetica e digitale. Nell’intervista, Cauteruccio svela a Industria Italiana i vantaggi del cloud e i 5 use case di intelligenza artificiale generativa che verranno implementati nel corso del 2025 in collaborazione con Sap.
Prysmian, la principale società industriale ad azionariato diffuso quotata a Milano, un caso unico nel panorama borsistico italiano
Con un fatturato di oltre 15 miliardi di euro, Prysmian è leader mondiale nella produzione e nell’installazione di sistemi in cavo industriali per l’energia e le telecomunicazioni. Nata nel 2005 dalla cessione a Goldman Sachs della divisione Cavi di Pirelli, dal 2007 è quotata su Euronext Milan. Tra la fine del 2009 e il 2010 Goldman Sachs ha ceduto la propria partecipazione di controllo rendendola la principale public company a capitale diffuso quotata a Milano, un caso unico nel panorama borsistico italiano. Capitana dal ceo Massimo Battaini è organizzata su quattro segmenti di business: Transmission, Power Grid, Electrification, Digital Solutions. Core business, la produzione di cavi ad altissima tensione per installazioni sottomarine e terrestri, per parchi eolici offshore, utilizzati in progetti di grande rilevanza a livello globale. Cresciuta sia in modo organico sia con un piano di acquisizioni, la strategia della multinazionale è ora in fase di transizione: da puro produttore di cavi, il Gruppo punta infatti a diventare un fornitore di servizi e soluzioni sia in ambito energetico che di telecomunicazioni.
D: Come state procedendo nel percorso di modernizzazione dell’IT?
R: Dal 2018 i sistemi sono in cloud, assetto che è stato progressivamente razionalizzato. Da un ambiente multicloud, distribuito su più infrastrutture (Ibm, Google, Azure, Aws), siamo passati a un ambiente bicloud, facendo convergere il 90% delle applicazioni (Sap, Salesforce, Servicenow) su Aws, mantenendo su Azure la sola parte di dati documentali. Un processo di modernizzazione che si è concretizzato con la migrazione in soli 4 mesi di Sap S/4Hana dal cloud Ibm ad Aws. Non è stata una semplice operazione di lift & shift, ma un vero e proprio replatforming, che ha comportato un aggiornamento delle applicazioni affinché potessero trarre pieno vantaggio dal cloud. Dei 104 stabilimenti, 86, quelli che fanno l’80% del nostro fatturato, sono oggi su Sap S/4Hana Cloud. La centralizzazione e armonizzazione dei sistemi è parte della nostra strategia. Da qualche anno a questa parte stiamo anche portando avanti un programma di standardizzazione dei sistemi di fabbrica, creando delle best practice per tutti i plant in modo da avere gli stessi criteri operativi all’interno di ciascuno di essi.
D: Quali i vantaggi del cloud per un gruppo che conta oltre un centinaio di stabilimenti nel mondo?
R: Il cloud è coerente con la strategia del gruppo che punta riposizionarsi da puro cable maker a fornitore di soluzioni e servizi. Permette di essere un’azienda più reattiva, dando la capacità di implementare nuovo software in modo molto più veloce. È inoltre l’infrastruttura ideale per supportare la politica di merge & acquisition che ha contraddistinto da sempre la storia dell’azienda. Nel prossimo biennio, per esempio, è pianificato il rollout di Sap sui nostri ultimi affiliati. In questo senso avere un cloud aiuta a ridurre la complessità di integrazione di sistemi informativi esterni a Prysmian. Insomma, il cloud è sinonimo di flessibilità. Digitalizzazione e cloud sono le facce di una stessa medaglia per gestire una produzione e un service globale. Ma anche gli economics sono importanti. Siamo un’azienda manifatturiera, non ci sono molti margini. Non saremmo mai passati al cloud se non avessimo dimostrato che il nuovo assetto sarebbe riuscito a portare a una riduzione dei costi. Velocità, capacità di adattamento, efficientamento della produzione. I vantaggi che porta un’infrastruttura di questo tipo sono strettamente legati alle priorità e agli obiettivi di business del gruppo. Non si può fare trasformazione digitale e mirare a obiettivi di sostenibilità mantenendo un’infrastruttura on premise. Controllare l’efficienza energetica con tool che non sono digitali è impossibile. La governance e monitoraggio di tutti gli indici Esg è davvero complessa e la si può fare solo con il cloud.
D: Quali sono le priorità che vengono espresse dal vertice aziendale per sostenere la transizione a fornitore di soluzione e servizi nell’ambito della transizione energetica?
R: Il paradigma della creazione e distribuzione dell’energia è cambiato. Per integrare la capacità di potenza fornita dalle rinnovabili si deve creare un’infrastruttura di trasporto in grado di integrare il nuovo mix energetico. Mentre prima la centrale di distribuzione era nella zona dove si produceva l’energia, con le rinnovabili lo scenario viene completamente ribaltato: la fonte energetica è nei parchi eolici o nelle aree dove c’è il sole. Si produce energia da piattaforme off-shore, che deve essere portata nelle aree dove viene consumata. Stessa cosa sta accadendo in Europa. Tutto questo fa aumentare la domanda di connessioni via cavo e il crescente valore delle nostre attività. Un esempio è recente il progetto per Réseau de Transport d’Électricité (Rte), il gestore della rete di trasmissione francese, dove sono previsti collegamenti in cavo per complessivi 630 km per connettere due parchi eolici offshore alla rete di trasmissione elettrica francese, coprendo sia le parti sottomarine sia terrestri. Transmission, Power Grid, Electrification, Digital Solutions. Delle 4 divisioni in cui è organizzata Prysmian, quella più in espansione è la Transmission. È una parte importantissima del business futuro. È la business unit che entro il 2030 dovrà moltiplicare il fatturato ed è quella più impattata dall’energy transition, dal passaggio dalle energie tradizionali e quelle rinnovabili.
D: Quale l’interesse per la parte di intelligenza artificiale? Dove state orientando gli investimenti?
R: Siamo molto coinvolti negli sviluppi legati all’intelligenza artificiale generativa che Sap integra nelle sue soluzioni, in particolare ai vantaggi che può portare in termini di usability, con la possibilità di interrogare il copilot di GenAI Joule su ogni istanza di business. Copilot che rappresenta un vero game changer nell’utilizzabilità di un sistema Sap. Ci stiamo poi impegnando per diffondere la nuova cultura digitale dell’IA in tutta l’azienda, per procedere a una sua integrazione a livello di piattaforme applicative e a livello di fabbrica con lo sviluppo di soluzioni verticali. Da una parte, quindi, stiamo collaborando con Sap, Salesforce, Servicenow, aziende che stanno investendo miliardi in IA, per creare efficienza con i loro copilot. Dall’altra, essendo un’azienda manifatturiera, vi sono aree che non possono essere sono soddisfatte dai semplici copilot. Si guarda, quindi, all’IA come abilitatore della produttività individuale e all’IA come abilitatore di soluzioni verticali che mirano alla produttività aziendale. Queste ultime sono quelle da cui è possibile ipotizzare un reale ritorno di investimento, mentre quelle legate alla produttività individuale riguardano la semplificazione del modo di lavorare.
D: Per quanto riguarda le soluzioni verticali di IA, possono assicurare un aumento di produttività su quali aree vi state concentrando?
R: Alla fine, per quanto riguarda le soluzioni verticali sono stati selezionati 26 use case e di questi ne sono stati già avviati 5, Price for Win, Demand Forecasting, Contract Lifecycle Management, Virtual Expert e Smart Factory con sensori per ottimizzare i processi produttivi nelle fabbriche, per aumentare la produttività e migliorare l’efficienza operativa attraverso l’analisi dei dati raccolti. La logica con cui implementare queste soluzioni è quella di partire da un proof of concept, verificarne l’efficacia e l’efficienza, per poi eventualmente scalare la soluzione. Creare valore partendo da prototipi applicativi. Se non funzionano o non realizzano le aspettative si abbandonano senza spendere milioni di euro. Stiamo poi implementando tool di artificial intelligence che leggono i dati dell’IoT per ottimizzare l’output delle fabbriche. Spesso i progetti superano la nostra capacità produttiva ed è quindi necessario ottimizzare di continuo le performance di fabbrica.
D: E in termini di servizi digitali, come sostenete la servitizzazione di prodotto?
R: In questo passaggio il ruolo dell’IT è sempre più importante. In passato, quando usciva il cavo dai nostri stabilimenti non era più un problema di Prysmian. Oggi invece abbiamo tool come Alesea che permettono di tracciare la bobina di cavi e avvisare quando si sta esaurendo per anticipare un nuovo ordine. Insomma, Alesea è una soluzione IoT che offre assistenza virtuale per la gestione delle bobine dei cavi. La disponibilità di questa soluzione è particolarmente rilevante per assicurare un servizio completo di gestione dell’inventario, contribuendo anche a ridurre il costo totale della gestione dei cavi, grazie a un migliore utilizzo dell’asset e una migliore efficienza operativa.
I cinque use case di intelligenza artificiale di Prysmian che verranno implementati con Sap nel corso del 2025
- Price for Win – Utilizzo dell’IA per ottimizzare la determinazione dei prezzi dei cavi industriali, analizzando i dati di mercato e le vendite.
- Demand Forecasting – Implementazione di strumenti per aiutare a definire piani di produzione più accurati, affrontando le sfide legate alla pianificazione e all’allineamento tra domanda e offerta.
- Contract Lifecycle Management – IA per analizzare i contratti e risolvere le problematiche legali
- Virtual Expert – Assistenti virtuali per supportare le aree di finanza e compliance, fornendo risposte rapide a domande relative a procedure aziendali senza dover consultare manuali complessi.
- Smart Factory: Creazione di un kernel di sensori per ottimizzare i processi produttivi nelle fabbriche, aumentando l’output e migliorando l’efficienza operativa attraverso l’analisi dei dati raccolti.
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