Amianto e uranio: salute, sicurezza e giustizia

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IL 20 GENNAIO, NELLA MAESTOSA CORNICE DELLA SALA PROTOMOTECA IN CAMPIDOGLIO, SI È SVOLTO L’EVENTO “AMIANTO E URANIO: QUALE SICUREZZA SUL LAVORO PER I NOSTRI UOMINI IN DIVISA”. QUESTO LUOGO, HA ACCOLTO ESPERTI, VITTIME E RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI PER AFFRONTARE UNA DELLE EMERGENZE PIÙ PRESSANTI DEL NOSTRO TEMPO: LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA CONTRO I RISCHI DELL’AMIANTO E DELL’URANIO IMPOVERITO. GUIDATO DALL’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO (ONA), L’INCONTRO HA DATO VITA A UN VIVACE DIBATTITO

La cornice dell’evento “Amianto e uranio: quale sicurezza sul lavoro per i nostri uomini in divisa”

I relatori del convegno insistono sulla necessità di azioni urgenti

La Sala Protomoteca in Campidoglio, cuore della vita culturale romana, ha offerto uno scenario di straordinaria bellezza e solennità per il convegno. Situata in un edificio storico con una vista spettacolare sulla Capitale, questa location è stata scelta non solo per la sua rilevanza simbolica ma anche per il valore evocativo, che ha dato ulteriore spessore al dibattito su tematiche essenziali come la salute e la giustizia. 

Al centro del meeting, moderato dalla giornalista Mediaset Valentina Renzopaoli, l’amianto e l’uranio impoverito, due questioni che continuano a rappresentare una minaccia devastante per la salute pubblica e per l’ambiente. L’evento ha affrontato le implicazioni di queste sostanze tossiche con particolare attenzione ai militari e ai lavoratori, categorie spesso esposte a rischi elevati e insufficientemente tutelate.

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I protagonisti e le loro lotte 

Tra i relatori, Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, ha posto l’accento sulle difficoltà dei lavoratori colpiti dagli effetti dell’amianto, definendo urgente una bonifica a livello nazionale. Ha quindi richiamato le istituzioni alla responsabilità, esortandole ad agire con maggiore incisività. «Abbiamo una Costituzione, abbiamo delle norme, tuttavia manca la cultura della sicurezza. Possiamo fare formazione, corsi sulla sicurezza, ma ogni giorno muoiono seimila persone per malattie professionali e incidenti sul lavoro. Non contiamo poi i militati, esposti a sostanze nocive presenti sulle navi o sugli aerei».

ONA in prima linea

Per il presidente ONA, avv. Ezio Bonanni: «è necessario intensificare la prevenzione e la sorveglianza sanitaria per chi è stato esposto al killer silente»

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, aveva anticipato l’importanza di questa iniziativa attraverso un post pubblicato qualche giorni fa. In quell’occasione, aveva dichiarato: «Sto lanciando una forte mobilitazione per alimentare l’azione a tutela della salute e dell’ambiente, coinvolgendo il mondo dello sport e il Comitato Olimpico Internazionale. È essenziale mettere al bando globale l’amianto e gli altri agenti cancerogeni, tutelando le vittime e le loro famiglie». Ma vediamo qualche numero.

Dati preoccupanti

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ogni anno in Italia si registrano circa settemila decessi legati all’esposizione all’amianto. Dal 2000 ad oggi, l’ONA stima che siano morte oltre 100mila persone per patologie asbesto-correlate, tra cui mesotelioma, tumori polmonari e altre malattie come asbestosi e placche pleuriche.

«Questi numeri allarmanti evidenziano come il mesotelioma sia solo la punta dell’iceberg, con molte altre patologie che restano sotto-tracciate o poco conosciute», spiega Bonnani. «Ragion per cui, è necessario intensificare la prevenzione e la sorveglianza sanitaria per chi è stato esposto al killer silente».

Il presidente ONA ha poi ribadito: «Questa iniziativa rappresenta un passo decisivo verso la tutela dei diritti delle vittime e delle loro famiglie. Dobbiamo costruire un futuro in cui la sicurezza e la salute siano priorità assolute».

Un vivace dibattito

Gaetano Veneto, presidente del Centro Studi Diritto dei Lavori, ha offerto un’analisi giuridica approfondita, evidenziando le lacune normative che continuano a ostacolare la protezione dei lavoratori. Veneto ha sottolineato la necessità di aggiornare il quadro legislativo per garantire tutele efficaci e ha proposto una serie di riforme per colmare queste mancanze.

Melissa Trombetta, criminologa e consulente dell’ONA, ha approfondito le implicazioni criminologiche delle violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. Ha evidenziato come la mancanza di controlli adeguati e di sanzioni efficaci rappresenti un problema strutturale. «La negligenza non è solo un fallimento tecnico, ma una responsabilità morale e sociale che non possiamo ignorare», ha affermato.

Uranio impoverito: il caso della Somalia 

Un momento significativo del convegno ha riguardato il tema dell’uranio impoverito, con particolare attenzione alle missioni italiane all’estero. Il dibattito ha incluso una ricostruzione dettagliata del caso dei militari italiani esposti a inquinamento ambientale durante la missione in Somalia del 1992-1993, nell’ambito dell’operazione Restore Hope. Questa missione, nata con scopi umanitari, si è trasformata in un dramma per molti soldati, esposti a polveri tossiche generate dall’impiego di munizioni all’uranio impoverito da parte delle forze statunitensi.

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I relatori hanno sottolineato come le conseguenze di tali esposizioni siano ancora oggi oggetto di studio, con gravi ripercussioni sulla salute dei militari. La vicenda della Somalia è diventata un simbolo delle lacune nei protocolli di sicurezza e della necessità di una maggiore attenzione nei teatri operativi.

In questo contesto, prezioso è stato il contributo di Sergio Cabigiosu, tenente della fanteria alpina, che ha raccontato le difficoltà operative affrontate dai militari esposti a sostanze pericolose durante le missioni. Cabigiosu ha richiamato l’attenzione sull’importanza di dotare i soldati di adeguate protezioni e di aumentare la consapevolezza sui rischi legati all’esposizione a sostanze tossiche.

Un appello alla responsabilità collettiva 

L’avvocato Ezio Bonanni ha rivolto un accorato appello alla comunità internazionale affinché vengano adottate misure concrete per eliminare definitivamente l’amianto e l’uranio impoverito. «Non possiamo permettere che questa tragedia continui a ripetersi. È tempo di agire con decisione e responsabilità per proteggere le future generazioni», ha concluso Bonanni.

Le prossime iniziative 

L’incontro si è concluso con l’annuncio di nuove manifestazioni, tra cui “Dall’ONU all’ONA. Sostenibilità ambientale e sport. Verso il World Fair Day Play”, previsto per il 27 gennaio 2025. Il presidente ONA ha sottolineato l’importanza di una partecipazione attiva di istituzioni e cittadini per costruire un’Italia libera dall’amianto e dalle armi all’uranio impoverito.



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