#DIRITTODICRITICA: ‘Scene da un matrimonio’, le recensioni degli studenti

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CREMONA – Torna l’appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l’iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è ‘Scene da un matrimonio‘, l’opera di Ingmar Bergman incarnata da Fausto Cabra e Sara Lazzaro.

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LORENZO BARDELLI – 4ª LICEO CLASSICO MANIN
Scene da un matrimonio, al Teatro Ponchielli martedì 14 gennaio, è la trasposizone, a cura di Raphael Tobia Vogel, dell’omonima serie tv e poi film del 1973 di Ingmar Begrman. Va premesso che quella che si va a vedere non è una storia d’amore, ma una storia sull’amore. I due protagonisti, e unici personaggi, sono Giovanni e Marianna, interpretati da Fausto Cabra e Sara Lazzaro, già nota al pubblico televisivo.
Il sipario si apre sulle note di un allegro momento musicale. Sin da subito lo spettacolo sul palco devia dal modello su schermo, più blando, meno incisivo. Gli splendidi stacchi musicali composti da Matteo Ceccarini non sono l’unica differenza: dove uno risulta prolisso, pure noioso, l’altro riesce a intrattenere per due tesissime ore, tagliando alcuni momenti e rivedendone altri; dove uno è distaccato, l’altro è vicino allo spettatore, lo emoziona coinvolgendolo in un dramma non solo di coppia, ma generazionale. La tragedia della distanza è quanto più vera e attuale che mai, in un’epoca di chiamate e messaggi, di rapporti effimeri.
Il successo è esito anche di una recitazione attenta e coinvolgente. Ottima prova attoriale dei protagonisti, soli sul palco per oltre due ore e capaci di dar vita a due personaggi insoddisfatti e in conflitto. Lo scontro però non è interno solo alla coppia, ma a loro stessi. Entrambi i coniugi vedono nel partner i propri demoni. Infatti con la disfatta del matrimonio cadono le maschere e i personaggi sono liberi di evolvere, di risolversi.
Suggestiva è anche la scenografia di Nicolas Bovey che non fa sentire lo spettatore ospite, ma intruso: due stanze, di volta in volta arredate diversamente e una spessa e cupa cornice nera a far da la linea di confine, più metaforica che reale, dei personaggi. Questi, liberi, divorziati, ma sempre innamorati la oltrepassano e scoprono un nuovo mondo che è più che un luogo, è un momento di intimità, sincerità e veri sentimenti. È il perdono la chiave per la nuova realtà.
Con questo messaggio di pace e speranza si chiude il sipario. Ecco la grande attualità dell’opera di Bergman. In una situazione di conflitti e intolleranze come quella attuale, la riconciliazione è l’unica prospettiva salvifica

RICCARDO BENEDINI – 4ª LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Al teatro Ponchielli è andato in scena la pièce di Ingmar Bergman, “Scene da un matrimonio”, con Fausto Cabra e Sara Lazzaro, la regia di Raphael Tobia Vogel, le luci di Oscar Frosio, i costumi di Nicoletta Ceccolini e le musiche di Matteo Ceccarini.
Lo spettacolo è incentrato sull’apparente vita matrimoniale felice di una coppia borghese con due figli. La coppia non ha problemi di alcun tipo, tantomeno economici con la moglie avvocato divorzista ed il marito professore universitario. L’unico loro problema è paradossalmente il fatto di non avere problemi. Questo equilibrio viene però interrotto dal marito che si innamora di una giovane studentessa e fugge con quest’ultima abbandonando la famiglia. Quale sarà il futuro della coppia? I due coniugi si amano veramente o il loro rapporto è fondato sulla mera apparenza?
Ritmo abbastanza lento, ma non distraente poiché la durata delle singole scene è abbastanza breve e queste non sono sempre consequenziali l’una all’altra. Attori molto coinvolgenti che sembrano in tutto e per tutto vivere in prima persona le vicende dello spettacolo, comunicando forti emozioni al pubblico.
Scenografia semplice ma completa ricostruisce gli arredi di una casa, l’ambiente simbolo di una coppia. Costumi molto sobri costituiti da vestiti del quotidiano per entrambi i protagonisti. Luci adatte allo spettacolo, leggermente abbaglianti nella scena finale per richiamare l’attenzione del pubblico. Poco compreso l’apparire, durante i cambi di scena, di due figure vestite di nero. Al contrario molto apprezzata la proiezione di alcune scene su uno schermo, quasi fosse una fusione fra teatro e cinema.
Spettacolo non molto breve ma molto avvincente e emotivamente coinvolgente. Molto apprezzata l’analisi dello spettacolo sull’amore e su quali conseguenze può determinare.

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