Bruxelles – Un colpo al cerchio, e un altro alla botte. Continuità e discontinuità. Un occhio a occidente, a partner fino a oggi mai in discussione e improvvisamente meno affidabili, e un occhio a oriente, verso soggetti che si vorrebbe come nuovi partner. Ursula von der Leyen cerca alternative all’America di Donald Trump, e la presidente della Commissione europea ora pensa a Cina e India. Una mossa dovuta, per l’Ue povera di finanze e materie prime, alle prese con necessità di crescita tutte nuove e per questo meno scontate. Ma una scelta che rischia di inimicarsi gli Stati Uniti.
“Il primo viaggio della mia Commissione sarà in India“, l’anticipazione che von der Leyen offre a Davos, nella cornice del World Economic Forum. “Vogliamo potenziare il partneriato strategico con il Paese”, ammette. E aggiunge: “Credo che dovremmo impegnarci a ottenere vantaggi reciproci anche nel dialogo con la Cina“. Messaggi dal forte contenuto politico, diretti a un Trump che von der Leyen quasi sfida quando ricorda la direzione lungo cui intende muoversi.
“Il nostro messaggio al mondo è semplice: se ci sono vantaggi reciproci in vista, siamo pronti a impegnarci con voi”, la premessa. “Se volete aggiornare le vostre industrie di tecnologie pulite, se volete ampliare la vostra infrastruttura digitale, l’Europa è aperta agli affari“. Un’agenda esposta più che dettata, perché la realtà dei fatti conterà più di ogni altra cosa. Von der Leyen sembra voler chiudere la porta all’America di Trump, che guarda alle trivelle, alle fonti fossili tradizionali, e rifiuta l’approccio verde e digitale dell’Ue.
L’Unione europea prova a interpretare il ruolo degli Stati Uniti, a porre condizioni, ad agire come la potenza che non è. Von der Leyen si mostra ‘spaccona’. “Se ci sono vantaggi reciproci in vista, siamo pronti a impegnarci con voi” è lo stesso modo di intendere degli statunitensi, e su questo Trump è stato molto chiaro. E’ l’Ue ad aver bisogno degli Usa, non viceversa. La presidente della Commissione europea prova a mostrare i muscoli, può cercare di mascherare le debolezze di un’Europa fragile ma non può negare che l’Ue che non la forza economica degli Stati Uniti, non ha un sottosuolo ricco di energia e materie prime come altri attori non può fare altro che cercare la propria fortuna altrove.
Per difendere i suoi valori in un mondo che cambia l’Unione deve “cambiare il modo di agire”. “Dobbiamo cercare nuove opportunità ovunque si presentino”, taglia corto von der Leyen, anche se questo vuol dire spostare l’Europa a est. “Questo è il momento di impegnarci oltre i blocchi e i tabù”. L’unica carta che l’Ue può provare a giocare è quella dell’affidabilità. “Con l’Europa, ciò che vedete è ciò che ottenete“, sottolinea la presidente dell’esecutivo comunitari: “Noi rispettiamo le regole. I nostri accordi non hanno vincoli nascosti”. Il piglio degli Usa, con la sincerità Ue. Von der Leyen si vende così al resto del mondo.
Del resto, e le va riconosciuto, fin qui von der Leyen l’Ue l’ha saputa vendere. Ha chiuso l’accordo commerciale con il Mercosur e aggiornato l’accordo di libero scambio con il Messico. Ora tutto è nella mani dei governi nazionali, saranno loro a dover dire se nell’insidia del voto dei parlamenti nazionali questi accordi saranno ratificati oppure affossati. L’Ue comunque si sta muovendo, nel tentativo di non rimanere schiacciata da altri attori, sicuramente più influenti. A loro manda un messaggio, arricchito da un annuncio: “La prossima settimana presenterà la sua roadmap” per la competitività, il documento che “ci guiderà per i prossimi cinque anni”.
Resta da vedere come potrà essere percepita l’immagine dell’Ue agli occhi degli europei, a cui si ripete il ritornello dei valori. Lo fa una volta di più Von der Leyen: “I nostri valori non cambiano”. Non proprio vero, a dirla tutta. Voler fare affari con India e Cina vuol dire fare finta che questi Paesi non abbiano interessi e legami con la Russia di Vladimir Putin così tanto demonizzata in Europa.
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