L’innovazione italiana alla conquista del mondo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Un filo invisibile ma concreto che lega l’innovazione made in Italy con l’ombelico del mondo tech. È quella che è apparso a Las Vegas, durante il Consumer Electronics Show, perché tra gli oltre 4.000 espositori c’era un angolo tricolore dove 46 startup hanno mostrato i loro progetti per migliorare il nostro futuro. All’interno dell’Eureka Park, l’area che ospita tutti gli ecosistemi nazionali sparsi nel mondo che ogni anno si ritrovano nei giorni del Ces, è un costante fluire di pitch, conversazioni, potenziali affari e idee condivise per conquistare considerazione e visibilità, prodromi dei finanziamenti che servono per sviluppare iniziative col potenziale per colmare lacune e risolvere problemi. A questo mira la missione ICE – Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle imprese italiane, che promuove l’innovazione italiana nel mondo.

Una nuova filiera per la manifattura additiva

Per quanto tutte o quasi meritevoli di spazio e approfondimenti, nel gruppo delle nostre startup ci sono alcune iniziative che hanno convinto più delle altre. Unica realtà italiana finalista della tappa di Las Vegas della Startcup World Cup, 3DNexTech ha ideato un processo in grado di rendere malleabile il materiale plastico. La tecnologia prevede il ricorso alla stampa 3D per rinnovare la filiera della produzione della plastica, così da produrre meno e in maniera più efficiente. Nata come spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, lo scorso anno la startup livornese ha ricevuto un finanziamento di 1,5 milioni di euro e a breve concluderà un’altra operazione per iniettare nuovi capitali. Denaro arrivato per supportare l’evoluzione del processo chimico-fisico che garantisce duttilità ai materiali, con vantaggi meccanici, logistici e pratici. Perché la tecnologia consente di produrre oggetti nella quantità necessaria, direttamente in loco. La dimostrazione è 3DFinisher, la stazione di finitura da utilizzare come complemento di una stampante 3D, che è in grado di smussare le imperfezioni dell’oggetto e assicurare un prodotto rifinito in ogni singolo aspetto, abbattendo consumi e costi di produzione.

Il sarto da remoto: 3 minuti per rilevare tutte le misure

La pandemia di Covid-19 ha stravolto il mondo e cambiato la vita di tantissime persone. Tra queste figurano Roberta Ostellari e Paola Griggio, madre e figlia, ma anche sarta e operatrice modellistica la prima, ingegnere e imprenditrice la seconda. L’impossibilità di creare capi su misura ha costretto la coppia a individuare una via alternativa, trovata con lo sviluppo di un misuratore indossabile. Che è una tuta elastica in lycra, dotata di sensori e in grado di rilevare da remoto le misure della persona che la indossa. In circa tre minuti Proke, nome della startup e della tuta (che è una sintesi di ‘process bespoke’) , registra sullo smartphone, mediante l’app, 12 lunghezze, 15 circonferenze, 8 dati e immagini della conformazione del cliente, con un margine di errore medio dello 0,5% su una lunghezza di 1 metro. L’operazione si può effettuare in negozio e insieme al sarto, ma la sua utilità sta nella possibilità del cliente di fare tutto da solo, seguendo le poche indicazioni necessarie e senza muoversi da casa. Da parte della startup, questo vantaggio abbatte qualsiasi barriera spaziale, poiché può spedire la tuta ovunque e conquistare nuovi clienti in tutto il mondo (al momento la soluzione è stata brevettata in Europa e negli Stati Uniti).

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La prima costellazione privata italiana di satelliti

Una costellazione di satelliti, più piccoli della media, per connettere i dispositivi IoT presenti in ogni parte del globo. È l’idea di fondo che ha animato Guido Parissenti e Primo Attinà, fondatori di Apogeo Space, la startup che punta sui picosatelliti, caratterizzati dal peso inferiore a 1 kg. Una misura ideale per ridurre i costi di produzione e spedire in orbita ad ogni lancio un numero maggiore di satelliti, in modo da garantire una copertura costante del servizio, laddove non ci sono Wi-Fi e rete cellulare. L’idea ricalca quanto sta facendo Musk con Starlink, anche se Apogeo ha avviato i suoi piani nel 2014 e conta, al momento, su 7 satelliti spediti a 590 km di altezza. Per capire quali applicazioni possono assolvere questi mini satelliti, è utile sapere che uno dei maggiori clienti della startup è una società che distribuisce gas in Argentina e necessita di tenere sotto controllo la propria rete, come accade anche per le piantagioni delle aziende agricole.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link