Geometra 74enne originario di Polizzi Generosa, è stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa ma è stato anche collaboratore di giustizia
Beni per oltre 9 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia a un imprenditore originario di Polizzi Generosa (Palermo), ma da anni residente a Caltanissetta, Giuseppe Li Pera, 74 anni. Il provvedimento è diventato irrevocabile.
Quello di Li Pera è un nome che si è sentito nelle aule di giustizia tra gli anni ’90, poi la condanna definitiva per associazione mafiosa, la collaborazione con la giustizia ed il ritorno a fare affari anche nel mondo dell’eolico in provincia di Catania.
Nel 2019, dopo le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, anche della provincia di Caltanissetta, gli investigatori della Dia hanno iniziato a puntare l’attenzione su di lui ed i componenti della sua famiglia che nel frattempo avevano investito il denaro – ritenuto anche “sporco” – in diverse attività imprenditoriali tra cui l’acquapark in contrada Pian del Lago. Una società di cui aveva quote societarie la figlia. Quel patrimonio, in odor di mafia, è stato sequestrato a luglio di quattro anni fa e durante il procedimento l’imprenditore Li Pera ed i suoi familiari hanno cercato di dimostrare che quell’impero – quantizzato in 9 milioni – lo hanno realizzato con i propri soldi. Ma i conti non tornano, così gran parte di quei beni adesso passano all’Agenzia dei beni confiscati alla mafia.
Parte dei beni che erano stati sequestrati in un primo momento, però, sono stati dissequestrati così come hanno deciso i giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta. Con lo stesso provvedimento il Tribunale, a seguito di richiesta avanzata dalla Procura di Caltanissetta, ha ritenuto la pericolosità sociale del geometra, applicando la misura di prevenzione.
Il provvedimento di confisca definitivo ha interessato l’intero capitale sociale e il complesso di beni strumentali di 3 ditte (Sigi – società italiana per la gestione delle imprese – srl, Immobil.Bi srl con sede a Roma, San Nicola’s Costruzioni srl di Caltanissetta) e quote di partecipazioni in altre 5 società di capitali (tra cui Parco della Maccalube campus srl – la società che gestiva l’acquapark a Pian del Lago), 7 immobili, 4 autoveicoli e 22 rapporti bancari per un valore stimato pari a oltre 9 milioni di euro.
Il nome di Li Pera è spuntato a metà degli anni ’90 in un’appendice dell’inchiesta “Mafia e appalti”. Furono individuati imprenditori e componenti di Cosa nostra che nell’ambito degli appalti pubblici e privati avrebbero “suddiviso” i lavori tra le persone amiche. E di questo tavolo tra trattative e malaffare avrebbe fatto parte anche l’imprenditore nisseno che è stato condannato per 416 bis (associazione mafiosa) in via definitiva nel 2007. Ma la pena è stata sospesa. In questo mega affare nella spartizione degli appalti Li Pera avrebbe avuto stretti rapporti con Angelo Siino, che è stato individuato come il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra, e poi ancora con Giovanni Brusca ed i fratelli Buscemi, in particolare Antonino sarebbe entrato a far parte del gruppo Ferruzzi – Gardini in qualità di dipendente dopo aver ceduto fittiziamente le quote delle società.
Uno spaccato della vecchia mafia, quella che faceva affari con politici e imprenditori. Ed anche Giuseppe Li Pera avrebbe fatto parte del “cerchio magico” tant’è che dopo l’uscita dal programma di protezione sarebbe tornato a fare affari con imprenditori compiacenti con Cosa nostra. In particolare con Vito Nicastri, ritenuto il re dell’eolico della provincia di Trapani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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